Città Metropolitana di Messina e Patto per lo sviluppo, ci sono oltre 330 milioni di euro da salvare - QdS

Città Metropolitana di Messina e Patto per lo sviluppo, ci sono oltre 330 milioni di euro da salvare

Lina Bruno

Città Metropolitana di Messina e Patto per lo sviluppo, ci sono oltre 330 milioni di euro da salvare

martedì 12 Novembre 2019

I dirigenti dell’Ente hanno deciso di accantonare iniziative non realizzabili nei tempi previsti. Rimodulazione necessaria per non perdere i fondi: spazio a progetti subito cantierabili

MESSINA – Con la rimodulazione di oltre il 50% dei progetti inseriti nel Patto per lo sviluppo della Città metropolitana, cambiano le priorità nella destinazione dei 332 milioni di euro assegnati al territorio messinese.

Nel corso delle verifiche e dei monitoraggi effettuati in questi tre anni, ci si è accorti che molti interventi erano irrealizzabili nei tempi previsti e questo avrebbe comportato la perdita di importanti risorse. “Si è fatto spazio a progetti non solo fattibili – ha sottolineato Armando Cappadonia, dirigente della sezione Affari territoriali e comunitari dell’Ente intermedio – ma anche strategici per il miglioramento della viabilità, per valorizzare il patrimonio naturalistico e per la sicurezza delle scuole e del territorio con riferimento alla prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e sismico. A fine 2017 erano 24 gli interventi validati in Banca dati unitaria del Mef per un importo di 51,9 milioni di euro, oggi sono 109 per oltre 288 milioni di euro e l’anno prossimo si arriverà al totale”.

“Il Dipartimento per la Coesione territoriale – ha aggiunto – ha in più accolto alcuni progetti del Comune di Messina assegnando tre milioni di euro per la realizzazione di asili nido, portando così l’importo totale del Masterplan a 335 milioni di euro”.

Adesso si dovrà procedere celermente per rispettare i termini previsti e avere altre premialità. Il sindaco metropolitano Cateno De Luca ha chiamato alla responsabilità i Rup, che devono seguire senza distrazioni il cronoprogramma. “Ogni mese – ha sottolineato – sarà fatto un monitoraggio dell’andamento della spesa. Dobbiamo correre e finire prima delle scadenze previste. Riteniamo di poter ricavare circa 100 milioni dai ribassi d’asta e quindi stiamo già preparando altri progetti”.

Nella revisione effettuata, attenzione è stata data agli interventi di messa in sicurezza. Il soggetto attuatore nell’ambito del dissesto idrogeologico è la struttura del commissario di governo Maurizio Croce. “Ci occupiamo – ha spiegato il dirigente della Città Metropolitana – di tutte le gare per i progetti esecutivi che riguardano le singole amministrazioni comunali. È chiaro che se ci sono dei Comuni che sono meglio attrezzati, noi facciamo solo da supporto nella fase della realizzazione dei lavori”.

Ma in quali casi si rischia la perdita dei finanziamenti? “Abbiamo due dead line – ha informato Cappadonia – una a dicembre 2021, che è la scadenza per arrivare all’aggiudicazione giuridicamente vincolabile, di fatto quella per i lavori, e l’altra nel 2023, data entro cui i fondi devono essere realmente spesi. Gli aggiustamenti ci aiutano a essere più vicino all’obiettivo”.

Messina tra le Città Metropolitane come si colloca? “Dal punto di vista del dissesto idrogeologico è la provincia più disastrata. Già come programmazione generale regionale il 50% dei fondi previsti per il settore sono concentrati sulla provincia di Messina. È la città che ha il maggiore flusso finanziario ed è chiaro che i risultati su questa provincia sono quelli più complicati, perché avendo molti più soldi bisogna gestire più gare. Problemi in realtà ci sono anche nelle altre provincie. Come Regione abbiamo un deficit di parco progetti e dotarsene richiede tempo. Tutto quello che avevamo di cantierabile è diventato lavoro”.

Gli interventi che hanno come beneficiaria la Città Metropolitana, che è anche soggetto attuatore del Patto, ammontano a circa 80 milioni di euro. “Abbiamo proposto – ha sottolineato Francesco Roccaforte, dirigente della III e IV Direzione – un ennesimo intervento sulla Panoramica, verifiche sismiche e un monitoraggio dei ponti, delle scuole e interventi di adeguamento in un liceo. I lavori sulla Panoramica hanno riguardato il tratto da Granatari a Papardo, ma ci sono altri tratti che necessitano di lavori e abbiamo destinato circa due milioni e mezzo di euro che potrebbero risolvere”.

Il dirigente ha lanciato però anche un allarme: “Se non si risolve il problema dei bilanci triennali della Città Metropolitana, in aprile torneremo in gestione provvisoria e le procedure si potrebbero bloccare.”

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