Messina Denaro, l'imprendibile latitante con il profilo social

L’imprendibile latitante con il profilo social

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L’imprendibile latitante con il profilo social

Giovanni Pizzo  |
lunedì 22 Aprile 2024

"Era certo di essere impunito", per questo il boss stava su Facebook e Instagram? Il commento dopo la scoperta dell'identità social di Messina Denaro.

Normalmente uno che è latitante da 30 anni si nasconde, cerca di assumere un basso profilo, evita i contatti non protetti, perché qualcuno potrebbe riconoscerlo, insospettirsi, fare delle verifiche, magari ha un parente poliziotto. Invece Messina Denaro, oltre a carte di identità fasulle, gestiva dei profili social, non per diffondere l’ideologia mafiosa, ma per contattare persone normali, in particolare donne, per fare amicizia o attività più o meno sentimentali.

Uno che vuole rimanere latitante si comporta così? Dubitiamo fortemente, oppure era certo di essere impunito, non catturabile. Rischiare oltre misura con un profilo FB ed Instagram è più probabilmente sintomo di uno che non ha più niente da perdere, che se ne fregava di essere catturato. I terroristi almeno vanno su Telegram, per rendere difficile risalire a loro, lui no, era nel social più accessibile a tutti.

L’operazione successiva forse era aprirsi un canale YouTube, con intestazione sono latitante e me ne vanto, magari con una canzone trap di Geolier in sottofondo come sigla. Ma quello che appare incredibile è che tutte queste informazioni sulla dorata latitanza provengano dagli ambienti giudiziari, per alimentare la telenovela Messina Denaro. Forse alle persone perbene, alle imprese perbene, interesserebbe di più che il suo ingente patrimonio saltasse fuori, conoscere le miriadi di prestanome su cui aveva investito. Invece ci sorbiamo questa soap opera di modello turco o brasiliano, sulle sue avventure amorose e sui mezzi che usava per adescare le signore che gli offrivano l’occasione per sfuggire alla sua noia esistenziale. Perché ciò che traspare è che il Golden boy di Castelvetrano si annoiava, tutti a parole lo cercavano, ma non lo trovavano, nemmeno se andava in giro ovunque nel suo territorio, frequentava bar e supermercati, tatuatori e gioiellieri, concessionari d’auto e fruttivendoli.

Faceva di tutto per non nascondersi, avrà frequentato i medici di mezza Sicilia, non come Provenzano che si fece curare in Francia per non essere riconosciuto. Gli inquirenti potevano contattare tutti i medici, sapendo delle sue condizioni, molto prima, lo fanno gli informatori medico-scientifici perché non loro, oppure, sapendo la sua fissa per il gentil sesso, creare dei falsi profili di adescamento, la percentuale che lui abboccasse era praticamente certa. Però per trent’anni tutto questo non s’è fatto, eppure il Signor Zuckerberg esiste da lustri. Ora però, se è possibile, smettano di farci capire come Messina Denaro li/ci ha fatti fessi quasi alla luce del sole. E si impegnino a fare luce sui soldi, che è la vera unica ragione di vita della mafia, visto che onore e dignità sono scomparsi da moltissimo tempo.

Così è se vi pare.

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