Messina, emergenza casa: famiglie e studenti in difficoltà - QdS

Messina, emergenza casa: famiglie e studenti in difficoltà

Lina Bruno

Messina, emergenza casa: famiglie e studenti in difficoltà

sabato 16 Settembre 2023

Comune, partecipate e Università stanno lavorando per ampliare il numero di alloggi a disposizione per le diverse esigenze, ma i sindacati denunciano una situazione che rischia di diventare esplosiva

MESSINA – Lo dicono i dati: in città non è facile trovare alloggio per le famiglie in difficoltà economica e non lo è per gli studenti fuorisede. Secondo il Sunia e l’Unione inquilini ci sarebbero ventimila case vuote a fronte di oltre mille nuclei familiari in sofferenza abitativa, oltre ovviamente chi vive ancora in baracca, ma quello del Risanamento è un capitolo a parte.

I sindacati temono che finita l’erogazione di fondi per morosità incolpevole e per gli affitti, che hanno aiutato tante famiglie in momenti di crisi economica, la situazione sociale possa diventare esplosiva. Gli alloggi sfitti potrebbero essere comprati dal Comune, propongono, e dati a canone sociale, magari dialogando con Iacp e commissario straordinario per il risanamento. Una strada, questa, tentata dall’Ufficio per il Risanamento per accelerare lo sbaraccamento ma abbiamo visto quanto sia stato complicato trovare proprietari disposti a vendere.

Intanto bisogna fare chiarezza sugli immobili di cui il comune dispone e per questo è in corso un censimento, operazione che procede a rilento. Si tratta di 1.324 alloggi divisi in 15 lotti assegnati ad altrettanti tecnici per la predisposizione di schede inventariali aggiornate su ogni immobile. Finora soltanto in pochi hanno completato il lavoro perché per una parte degli immobili non si è potuto eseguire il sopralluogo. In questa attività è impegnata la Patrimonio Spa, la partecipata comunale che tante polemiche aveva suscitato all’indomani della sua istituzione.

Della gestione degli alloggi è invece investita ArisMe, che deve fare i conti con le numerose morosità: alcune famiglie non pagano per difficoltà economiche, aggravate dalla sospensione del Reddito di cittadinanza, altre per una prassi distorta. L’agenzia comunale ha avviato l’azione coatta di recupero crediti degli assegnatari in collaborazione con la Polizia municipale. Su circa novecento alloggi intorno al 30 per cento non versa le somme dovute con canoni di locazione che variano in base al reddito, da 50 a circa 230 euro. Lo stesso discorso vale per le case Iacp: ce ne sono circa 3.500 in città e anche qui la morosità è del 30%.

Il tema della difficoltà di trovare alloggi con canoni accessibili investe anche gli universitari, che devono fare i conti con la scarsa offerta di luoghi pubblici in cui risiedere. A dimostrarlo sono i dati preliminari di un’indagine condotta da Cgil, Udu e Sunia che fotografa le difficoltà dei fuorisede. “Dalle prime risposte – hanno spiegato le organizzazioni sindacali – emerge che il 63% degli intervistati ha avuto un’elevata difficoltà nel trovare un alloggio o una stanza. I problemi più ricorrenti sono la carenza di camere adeguate, le condizioni poco dignitose degli appartamenti e gli affitti in nero. In città ci sono soltanto 298 posti letto per il Diritto allo studio a fronte di migliaia di aventi diritto”.

“Nonostante sia una buona notizia l’imminente arrivo di nuovi posti alloggio – ha precisato Damiano Di Giovanni, coordinatore Udu – si tratta di una goccia nell’oceano. Rivolgeremo massima attenzione, vigilando su tempi e modalità in particolare sull’Hotel Liberty che avrà 102 posti per studenti, ottenuti grazie ai fondi del Pnrr, sull’Hotel Riviera, acquistato dall’Università che dovrebbe garantire altri cento posti alloggio e infine sulla residenza annunciata dallo stesso rettore Cuzzocrea presso il Policlinico universitario che offrirebbe ulteriori duecento nuovi posti letto. Non dimentichiamo i 220 posti della Casa dello studente di via Cesare Battisti, chiusa da troppo tempo, per la quale sembrava essersi aperto uno spiraglio. Ma serve un serio impegno della Regione Siciliana affinché possa riaprire al più presto”.

“Il 40% dei fuorisede – ha aggiunto – segnala di essere in seria difficoltà economica per coprire tutti i costi collegati all’alloggio. Oltre all’affitto, infatti, bisogna pagare le spese condominiali e le bollette che possono arrivare a pesare cento euro al mese o più. Quasi il 30% degli studenti, poi, è pronto ad accettare un affitto in nero”.

Per affiancare gli universitari, il sindacato studentesco insieme alla Cgil e al Sunia ha offerto un servizio di supporto e assistenza legale, attivo presso la Camera del Lavoro. Pietro Patti, segretario Cgil, e Claudio Vallone, responsabile del Sunia, hanno sottolineato infine come il Governo stia ignorando le richieste legate all’emergenza abitativa: “Chiediamo di rivedere le agevolazioni fiscali per spingere il mercato verso il canone concordato, rifinanziando il fondo per la morosità incolpevole e per gli aiuti ai fuorisede, dimenticati dall’attuale Esecutivo”.

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