Messina, lavoro irregolare in agricoltura ulteriori sinergie fra le istituzioni - QdS

Messina, lavoro irregolare in agricoltura ulteriori sinergie fra le istituzioni

Lina Bruno

Messina, lavoro irregolare in agricoltura ulteriori sinergie fra le istituzioni

venerdì 02 Dicembre 2022

La debolezza del tessuto economico locale favorisce la diffusione di fenomeni criminosi che necessitano maggiore attenzione. Via a nuovi strumenti di contrasto con l’apposita Rete presieduta dall’Inps

MESSINA – L’illegalità nel reclutamento dei lavoratori in agricoltura è un fenomeno ormai diffuso da cui non è esente la provincia messinese, che nel settore conta oltre 13mila addetti. I casi di sfruttamento e lavoro nero non sono pochi, con un sommerso consistente difficile da combattere.

La Prefettura parla di “una diffusione capillare” un po’ su tutto il territorio nazionale, che desta preoccupazione; nell’area metropolitana messinese, come sottolineato dal prefetto Cosima Di Stani, “la debolezza del tessuto economico favorisce il proliferare di fenomeni criminosi che, nel comparto agricolo, raggiungono livelli tali da necessitare ulteriore attenzione”.

Da qui l’attivazione di nuovi strumenti di contrasto come l’avvio, anche a Messina, della sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità presieduta dall’Inps. “Con la guida del prefetto – ha detto Marcello Mastrojeni, direttore dell’Inps – istituzioni e parti sociali hanno avviato un percorso di confronto stabile. Insieme ci proponiamo di realizzare un modello di servizio capace di ascoltare i bisogni del territorio L’obiettivo condiviso è quello di supportare le aziende agricole che, per vincere la sfida della competitività, investono in legalità e qualità”.

Si vogliono incentivare le aziende a regolarizzare i loro dipendenti, offrendo condizioni di lavoro e livelli contributivi e salariali in linea con i contratti, in contropartita avranno vantaggi in termini di assistenza e supporto nel percorso burocratico da parete di Inps e Inail entrando a fare parte di un elenco speciale. L’obiettivo sarà la certificazione di qualità per quelle aziende virtuose, un “marchio” che apra la strada a ulteriori vantaggi nelle procedure per richiedere e ottenere contributi e fondi comunitari.

In Prefettura si è svolta la prima riunione dei rappresentanti di istituzioni, enti e associazioni che hanno aderito all’iniziativa e faranno parte della cabina di regia “in una fattiva prospettiva di valorizzazione delle dinamiche di partnership pubblico-privata, con la previsione che la detta Cabina di regia possa avviare incontri decentrati con l’ausilio di volta in volta di rappresentanti dei diversi attori ed enti coinvolti, per implementare la formazione e la sensibilizzazione sul tema”.

Oltre ai vertici della Questura, del Comando provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, hanno partecipato Università degli Studi di Messina, Ispettorato territoriale del lavoro, Inail, Asp, Centro per l’impiego, sindacati e alcune associazioni di categoria. Il prefetto ha auspicato che altre associazioni del settore possano aderire a Relaq, apportando il proprio contributo esperienziale.

Alla Rete sono affidati i compiti di promozione a livello territoriale delle iniziative in materia di politiche attive del lavoro, contrasto al sommerso e all’evasione contributiva, organizzazione e gestione dei flussi di manodopera stagionale, assistenza dei lavoratori stranieri immigrati, di impulso nelle attività di intermediazione fra domanda e offerta di lavoro nel settore agricolo, con l’obiettivo di favorire il raccordo tra legalità ed il sostegno ad una sana imprenditoria. Concretamente, la Rete delibera sulle istanze delle aziende che chiedono di fare parte del’elenco “di qualità”, esclude le aziende agricole che perdono i requisiti, aggiorna l’elenco delle aziende ammesse e promuove e stipula convenzioni.

Soddisfatti per l’iniziativa i rappresentanti sindacali: “Finalmente si potrà operare in modo collegiale per la lotta allo sfruttamento in agricoltura, orientare l’attività ispettiva e di vigilanza nei confronti delle imprese non virtuose, confermare un principio di condizionalità, ma anche di premialità, nei confronti dei datori di lavoro che rispettano la legislazione sociale ed i contratti collettivi di lavoro”, ha dichiarato Sabina Barresi, segretaria generale della Fai Cisl, federazione che ha creato lo sportello Sos caporalato.

“Il fenomeno dello sfruttamento e del caporalato – ha concluso – è diffuso e strutturato. La legge 199/2016 continua a dare buoni risultati perché ha aggiornato gli apparati repressivi e penali, ma è chiaro che c’è ancora molto da fare in chiave preventiva”.

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