Messina, differenziata da record, ma serve l’impiantistica - QdS

Messina, differenziata da record, ma serve l’impiantistica

Lina Bruno

Messina, differenziata da record, ma serve l’impiantistica

sabato 27 Gennaio 2024

Gestione dei rifiuti in primo piano nell’intervista alla presidente dei MessinaServizi Bene Comune, Mariagrazia Interdonato: dagli obiettivi raggiunti finora ai prossimi step per migliorare il servizio

MESSINA – Un percorso che non si ferma ai risultati raggiunti, ai riconoscimenti ottenuti, ma guarda al 65% di differenziata e oltre, al cassonetto intelligente, a quello filo strada, a impianti che rendano il territorio autosufficiente e finalmente a una riduzione della Tari. Certo, anche la Regione deve fare la sua parte e chi è ancora refrattario alle regole si dovrà adeguare, ma Mariagrazia Interdonato, prima consigliera, poi vice presidente e adesso presidente della MessinaServizi Bene comune ha idee molto chiare.

Interdonato segue la gestione dei rifiuti fin dal 2018, quando l’allora sindaco Cateno De Luca ha posto tra le priorità del suo programma un drastico cambiamento nella raccolta dei rifiuti. Con l’ex presidente della società, Pippo Lombardo, ora deputato regionale e componente della Commissione Ambiente, si è scommesso sul porta a porta quando nessuno credeva che a Messina fosse possibile. Tante le resistenze, i ricorsi tentati ma la strategia vincente, come ha affermato la stessa Interdonato, è stata crederci e procedere decisi senza arretrare di un passo di fronte alle resistenze. L’evento del prossimo 1 febbraio “65% e oltre! Efficienza e sfide in Sicilia: riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero” proietta proprio Messina a livello nazionale come modello, segno che anche al Sud si può avere una gestione ottimale del ciclo dei rifiuti.

Presidente parliamo, dei risultati raggiunti…
“I dati ufficiali della chiusura del 2023 non ci sono ancora però la media si dovrebbe assestare intorno al 56%. Abbiamo registrato nell’arco dello scorso anno anche picchi del 57,32%. È l’ennesima crescita che registriamo con soddisfazione”.

Il primato di Messina è riconosciuto ormai non soltanto in Sicilia…
“Il rapporto Ispra del 2022 ci posiziona, tra le 14 città con una popolazione superiore ai duecentomila abitanti, all’ottavo posto, prima città del Sud e in mezzo a centri che non hanno problemi di impiantistica. In occasione della presentazione del report a Roma, Messina veniva indicata come eccellenza in un Sud che sappiamo benissimo ha grandissime problematiche di impiantistica. Fare qui un grande vento nazionale darà risalto anche a questi riconoscimenti”.

Messina quindi avrà una vetrina nazionale?
“All’evento saranno presenti quasi tutti i Consorzi nazionali quali Comieco, Corepla Conai, che verranno a parlare non soltanto delle sfide che ha affrontato la città e di altre che dobbiamo ancora affrontare, ma anche delle sfide della Sicilia. Conoscono bene quali sono le difficoltà dell’intera regione e i traguardi raggiunti dalla nostra città malgrado ciò. Siamo stati più volte premiati dagli stessi consorzi che ci riconoscono come esempio virtuoso. Ci sarà anche Utilitalia, di cui noi facciamo parte, con il presidente Filippo Brandolini. Ci saranno relatori i deputati Cateno De Luca, Pippo Lombardo el’assessore regionale dell’Energia Giovanni Di Mauro perché vogliamo anche essere partecipi di questa sfida che ci aspetta come Regione Siciliana. La Regione ha superato il 50% di raccolta differenziata e questo grazie anche a Messina, che tra le tre città metropolitane è la prima e ha alzato la media”.

Perché, nonostante questi risultati, la Tari resta alta?
“È difficile spiegare ai cittadini che si sono impegnati in questi anni a differenziare e hanno rispettato le regole che non riusciamo ad abbassare questa tassa. Il motivo è legato al costo dell’indifferenziato. Nel 2021 conferire a Lentini, impianto utilizzato dalla Sicilia orientale, costava 116 euro a tonnellata, oggi costa 380 euro a tonnellata. Nel 2023 abbiamo avuto aumenti che ci hanno portato a pagare anche 420 euro a tonnellata. Anche se Messina ha diminuito il conferimento, passando da 250 tonnellate a 110 tonnellate, il vantaggio si è annullato davanti all’aumento dei prezzi, determinato dal fatto che oggi la discarica di Lentini è completamente satura. Non avere pensato a livello regionale all’impiantistica in questi venti anni di emergenza, non avere provveduto al fabbisogno ha comportato che tutte le discariche regionali sono ormai alla saturazione e siamo costretti a mandare i nostri rifiuti all’estero. A Rotterdam, in Olanda, o in Danimarca. Ci sono pochissimi impianti, per lo più privati. Da un lato si chiede ai Comuni di impegnarsi a differenziare, ma dall’altro non si è fatto nulla per gli impianti. È un paradosso”.

Messina ha impianti per la differenziata?
“Dell’impiantistica se ne occupa la Srr: è previsto un impianto per l’umido a Mili da realizzare con fondi Pnrr e questo ci consentirà di non dovere più trasportare l’organico fuori in un impianto privato, dimezzando il costo di smaltimento perché il ciclo dei rifiuti si completerà in città. Per plastica, carta e alluminio abbiamo un impianto di selezione a Pace che oggi ha una capienza di quasi quarantamila tonnellate. Abbiamo chiesto l’autorizzazione per aumentare la capienza. È stato finanziato con il Pnrr un impianto, sempre a Pace, per il recupero di pannolini. Stiamo cercando di renderci autosufficienti.

Qual è la qualità della differenziata a Messina?
“La qualità della differenziata è quel fattore che ci potrebbe fare arrivare tranquillamente al 65%. Lo constatiamo visivamente dai volumi, ma anche dalle analisi merceologiche sul rifiuto indifferenziato dove c’è ancora plastica, vetro e umido. Se riuscissimo a migliorare la qualità potremmo ulteriormente diminuire il conferimento dell’indifferenziato”.

Restano però le discariche e le periferie poco decorose…
“Rispetto al 2018 moltissime discariche le abbiamo azzerate, e lo dico con contezza, grazie al controllo dei vigili e delle telecamere. Quello dell’abbandono dei rifiuti purtroppo è un atteggiamento culturale che riguarda un po’ tutti gli strati sociali. Qualcosa c’è nelle periferie, però dobbiamo prendere coscienza che i primi a tutelare il territorio devono essere i cittadini. Lo ribadiamo sempre, soprattutto nelle scuole dove facciamo spesso incontri con studenti e dirigenti. Manca l’attaccamento alla città, al bene comune.

Il futuro?
“La nostra società è stata all’altezza della svolta e andremo avanti per altri obiettivi. I cassonetti intelligenti e filo strada i messinesi non sono ancora pronti a utilizzarli. Il percorso è quello, ma prima di arrivarci dobbiamo essere in grado di migliorare la qualità e riuscire a gestire i carrellati, che oggi abbiamo nei condomini e nelle attività commerciali. La meta è quella”.

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