Messina, sul Piano di riequilibrio è scontro De Luca-Santoro - QdS

Messina, sul Piano di riequilibrio è scontro De Luca-Santoro

Lina Bruno

Messina, sul Piano di riequilibrio è scontro De Luca-Santoro

sabato 12 Marzo 2022

Il neo commissario straordinario ha rimesso in discussione il documento contabile. L’ex sindaco non ci sta: “Ho pagato i debiti e salvato la città dal default. Pronto al confronto sui contenuti”

MESSINA – Il commissario straordinario Leonardo Santoro va avanti con il suo organigramma, indicato al momento dell’ insediamento. Martedì vedrà i vertici delle partecipate e potrebbe decidere di rendere esecutive le delibere approvate dal Consiglio comunale che prevedono per la gestione di Atm, Amam e MessinaServizi, l’Amministratore unico come opzione preferenziale sul Cda. Santoro non ha nascosto di considerare una anomalia, nelle partecipate messinesi, i consigli di amministrazione mentre in città metropolitane molto più grandi le società comunali funzionano benissimo anche con una sola figura di vertice.

Santoro ha da subito dichiarato di volere valutare quanto lasciato dall’Amministrazione precedente in termini di efficienza di servizi resi alla collettività. Un dato di fatto sono i dipartimenti depotenziati ed un grande numero di competenze passate alle partecipate (da qui forse la scelta di De Luca di avere dei Cda). Non a caso i pochi dirigenti rimasti a Palazzo Zanca si dicono oberati di lavoro tanto da non riuscire a produrre atti importanti come quelli che servono per potere discutere in Consiglio e quindi approvare, il Piano delle alienazioni e il Previsionale, documento questo fondamentale per potere appaltare alcune opere programmate.

Un evidente disservizio lo ha trovato nella tumulazione con 500 bare che sarebbero in attesa al deposito del Gran camposanto con concessioni che sta facendo riesaminare. In rapporto agli abitanti più che a Palermo. Ma il tema centrale, nel dibattito di questi giorni, resta la Rimodulazione del Piano di riequilibrio e la scelta di Santoro di accantonare quello lasciato da De Luca, approvato dalla Giunta qualche giorno prima delle dimissioni, e di presentarne uno nuovo grazie al decreto Milleproroghe che consente di prendere altro tempo; il termine è di circa 5 mesi dalla comunicazione, praticamente si potrebbe andare anche oltre le amministrative di maggio, sempre che non vengano rinviate.

Nella nota inviata sia alla Corte dei conti che alla Commissione per la stabilità degli Enti locali, Santoro ripercorre le ultime tappe di una vicenda iniziata nel febbraio del 2013, con la prima stesura del Piano di riequilibrio, l’ultima quella di De Luca è stata votata dal Consiglio comunale nel novembre 2018 . Santoro comunica quindi che “nel termine più ampio di 150 giorni il Comune di Messina procederà alla rimodulazione o riformulazione”. Sul Riequilibrio i rappresentanti di MessinAccomuna, il laboratorio politico vicino all’ex sindaco Accorinti, rilevano come De Luca abbia fatto approvare “un piano che lui stesso ha denunciato come sovradimensionato; appena il piano è arrivato al giudizio della Corte dei Conti, ne ha bloccato la valutazione aggrappandosi all’ultimo istante alla possibilità di rimodularlo. Tre anni e otto mesi persi sul più importante atto contabile del Comune appresso a debiti che nel piano, secondo lo stesso sindaco, non dovevano starci”.

Non poteva mancare la reazione di De Luca, candidato alla presidenza della Regione. “Non consento a nessuno di mettere in discussione i risultati raggiunti senza scendere nel dettaglio. Il piano di riequilibrio – prosegue De Luca – lo conosciamo io, Federico Basile e la segretaria generale Rossana Carruba. Dalle dichiarazioni del commissario Santoro emerge infatti una profonda ignoranza sul tema a partire dalla terminologia usata. Invito il commissario al confronto e a spiegare nel dettaglio dov’è il problema nel piano di riequilibrio. Mi aspetto, prosegue De Luca, che il commissario dica nel dettaglio tecnico dov’è la risorsa che non c’è, dov’è il debito che non è stato ripianato. Il commissario Santoro, insiste De Luca, mi deve spiegare quali sono i punti critici. Prima di me non era stato pagato un solo debito”.

“Nel momento in cui sono arrivato a Palazzo Zanca – conclude De Luca – ho avviato una operazione di rimodulazione e gestione del debito. Le differenze tra me e chi c’è stato prima di me è che io il piano l’ho gestito. Ho pagato i debiti trovando le risorse e ho salvato la città dal default. Il commissario Santoro, prosegue De Luca, oggi si muove come un cavallo di Troia all’interno di Palazzo Zanca nel tentativo di servire il suo padrone politico. Sono disposto al confronto, ma sui contenuti”.

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