Messina, profitto e sostenibilità ambientale in un nuovo equilibrio d’impresa - QdS

Messina, profitto e sostenibilità ambientale in un nuovo equilibrio d’impresa

Lina Bruno

Messina, profitto e sostenibilità ambientale in un nuovo equilibrio d’impresa

giovedì 01 Dicembre 2022

I Giovani imprenditori di Sicindustria hanno promosso in città il Festival dell’economia creativa coinvolgendo realtà produttive, Pubblica amministrazione e gruppi operanti del terzo settore

MESSINA – Un nuovo modo di fare impresa, che coniuga il profitto con la sostenibilità ambientale e le dinamiche del terzo settore. Lo hanno promosso in città, attraverso il Festival dell’economia creativa, i giovani imprenditori di Sicindustria. Una manifestazione che ha coinvolto imprese, Pubblica amministrazione e onlus per un confronto concreto sui temi della sostenibilità ambientale e sui processi di cambiamento socio economico.

“Le nostre imprese – spiega al QdS Davide Blandina, da un anno presidente dei Giovani imprenditori di Sicindustria – sono consapevoli del ruolo essenziale che ricoprono, sappiamo che dobbiamo contribuire in termini di modelli di business e come incubatori di quella innovazione tecnologica, sono un esempio i container lab, necessaria e indispensabile per trovare soluzioni nuove e vincenti nel contesto della transizione”.

Tutto parte dalle linee guida europee e dai paletti imposti, che per Blandina sono opportunità di nuovi business che intercettano esigenze a cui non si è ancora dato una risposta: “Il modello prende avvio dalla normativa europea che dal 2025 considera la fibra tessile rifiuto speciale. La direttiva è entrata in vigore dal primo gennaio 2022 e ci siamo mossi con la Onlus Gli invisibili, che riceve i capi di abbigliamento in donazione, le cooperative sociali che sono collegate attraverso un progetto specifico con la Prefettura”.

“Nelle cooperative – aggiunge – lavorano chi accogliamo con le Ong e chi percepisce il Reddito di cittadinanza. Abbiamo due laboratori sociali, uno a Milano e uno lo stiamo aprendo a Messina, si chiamano Benefit lab. La cooperativa sociale dal momento dell’entrata in vigore della normativa viene da Comet e chiede un piano di industrializzazione. Si concorda con Benefit sulla prima seconda e terza scelta, la terza scelta sono tutti gli scarti che vanno in lavorazione nei due laboratori sociali, la seconda scelta sono capi in buone condizioni e vanno in Kenia attraverso un canale aperto con la Camera di Commercio di Messina, la prima scelta va ai Benfit blu, il franchising di Benefit che vende capi in ottime condizioni o nuovi. Nella settimana del festival abbiamo lanciato il benefit blu: un chilo di vestiti venduto 12 euro, un chilo di vestiti che non vanno in inceneritore ma restituiti alla comunità e che secondo l’Università di Copenaghen, nell’impatto ambientale si traducono in 3,2 chili di CO2 seimila litri di acqua, 300 g di fertilizzanti e 200 g di pesticidi. Secondo le direttive europee le aziende dal 2026 anche le piccole e medie dovranno redigere il bilancio di sostenibilità, abbiamo creato una partnership con la cooperativa sociale e tutte le aziende che svolgono servizi come la lavanderia industriale, Comet per la logistica, tipografia Faccini con cui si è fatto un progetto di riciclo, le due partecipate del Comune Amam e Messinaservizi che è già partner del progetto Benefit con l’obiettivo di ridurre il peso dell’indifferenziata”.

Un modello di economia circolare che prevede progetti finanziabili con due misure, quella sui partenariati pubblico privati per 10 milioni e sui progetti pilota sempre per 10 milioni per tutte li filiere ma per il tessile sono erogabili il 100% del fondo richiesto.

“Abbiamo lanciato anche Green up – dice Blandina – una piattaforma multimediale che insieme a Libellula di Parliament watch Italia ha l’obiettivo di misurare le buone pratiche sostenibili e monitora i progetti. Se iniziamo con azioni semplici riusciamo ad essere pronti per il 2026 e avere da adesso benefici fiscali”.

Ma qual è la risposta delle aziende messinesi? “Le aziende grosse – spiega il presidente dei Giovani imprenditori di Sicindustria – che hanno già familiarità con il bilancio di sostenibilità hanno risposto bene, ma anche le altre della filiera. È un modello replicabile che sta suscitando interesse, ha incuriosito Federmoda tanto che incontreremo a breve il presidente”.

Un modello che guarda in modo diverso il profitto, come sottolinea Blandina, che ribadisce come già lo avesse sposato Adriano Olivetti negli anni Cinquanta, suo riferimento come imprenditore; si guarda alla sostenibilità ambientale, al radicamento dell’azienda sul territorio, a intercettare le istanze sociali con l’inserimento delle fasce svantaggiate nel sistema. “Entrano come volontari – conclude Blandina – vengono formati sviluppando una linea green e poi scelti per entrare nel mondo del lavoro”.

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