Mezzogiorno, Landini, sbloccare risorse per investimenti - QdS

Mezzogiorno, Landini, sbloccare risorse per investimenti

redazione web

Mezzogiorno, Landini, sbloccare risorse per investimenti

mercoledì 11 Dicembre 2019

Lo ha detto a Siracusa il segretario nazionale della Cgil, soffermandosi sui ritardi nelle infrastrutture e la legislazione sugli appalti. La sua omologa della Cisl, Annamaria Furlan, a Catania parla di emigrazione, aziende in crisi ed ex Ilva

“Abbiamo posto con urgenza il tema del rilancio degli investimenti, quelli pubblici in particolare, e il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano si è impegnato, entro gennaio, a presentare un piano articolato di investimenti per il Mezzogiorno”.

Lo ha dichiarato il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini rispondendo a Siracusa, dopo un incontro sul lavoro organizzato dal sindacato, a una domanda dei giornalisti sull’incontro a Palazzo Chigi sul tema degli investimenti.

“Abbiamo chiesto l’istituzione di una cabina di regia – sono state le parole di Landini – perché il nostro paese non sta spendendo risorse che potrebbe già spendere e molti di questi fondi sono bloccati sia a livello nazionale e regionale. È necessario mettere i Comuni e le Regioni nelle condizioni di poterlo fare attraverso adeguate assunzioni di personale e superando i limiti burocratici”.

Infrastrutture, al Sud sempre in ritardo

“La mancanza di un’idea politica industriale complessiva del Paese ha determinato una disuguaglianza tra Nord e Sud – ha aggiunto Landini – e la costruzione di rete di infrastrutture, tra cui strade, ferrovie, aeroporti, è una priorità, perché ci troviamo in ritardo. Serve avere una visione e un piano nazionale, cominciando a spendere i soldi”.

Appalti, la legislazione ha favorito criminalità

Parlando degli appalti Landini ha detto che “Tra le cause che hanno determinato il blocco dei lavori pubblici c’è una legislazione che ha favorito l’aumento dei costi e l’ingresso di pezzi della criminalità organizzata nel tessuto economico”.

“La politica deve guardare in faccia i problemi – ha dichiarato- e bisogna avere la forza di affrontare questi temi. Servono gli investimenti perché si deve evitare, ad esempio, che per andare da Siracusa a Trapani in treno si impieghino tempi lunghissimi”.

Furlan, i giovani emigrano, non abbiamo pensato a loro

A Catania, intanto, il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan ha parlato di emigrazione.

“E’ un vero dramma – ha detto – il fatto che ogni anno in mondo particolare dal Sud, migliaia di giovani debbano, magari dopo un percorso formativo, università e con grandi sacrifici delle famiglie, portare il loro sapere, la loro conoscenza in un altro Paese”.

“Per tanto, troppo tempo abbiamo solo guardato all’immigrazione – ha aggiunto – e non abbiamo invece pensato abbastanza ai nostri giovani che fanno i migranti nel resto del mondo. Ci vuole serietà in questo Paese per affrontare i nodi importati che abbiamo davanti”.

Lavoro, 160 aziende in crisi, trecentomila lavoratori coinvolti

“Stamattina – ha poi detto parlando della crisi del mercato del lavoro – si aggiunge la vertenza Safilo con 700 esuberi dichiarati da quell’azienda. Il tema vero è il lavoro ed il tema vero è se questo Paese finalmente si dota di una strategia di politica industriale oppure no. Più di 160 vertenze ferme da troppo, troppo tempo con oltre 300 mila lavoratori e lavoratici coinvolti. E’ evidente che quale è la priorità del Paese”.

Ex Ilva, rispettare l’accordo di un anno fa

“Domani – ha detto ancora la segretario della Cisl – abbiamo un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico sulla vicenda dell’ex Ilva che per noi si risolve con il rispetto dell’accordo che un anno fa, non vent’anni fa, abbiamo fatto con l’impresa e con il governo: zero esuberi, nemmeno un grammo di meno di produzione di acciaio e interventi importanti sull’ambiente. Noi partiamo da lì”.

“Abbiamo detto con grande chiarezza – ha aggiunto, commentando i quindici milioni di euro che ci sarebbero in manovra per i lavoratori dell’ex Ilva – che se c’è una momentanea crisi nei mercati dell’acciaio, ci sono gli strumenti senza creare nemmeno un esubero, per gestire quelli che sono i momenti di difficoltà ma dichiarare 6.300 esuberi non sta né un cielo né in terra”.

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