Il Mezzogiorno non investe su sport e sociale, la fotografia del tracollo siciliano - QdS

Il Mezzogiorno non investe su sport e sociale, la fotografia del tracollo siciliano

redazione

Il Mezzogiorno non investe su sport e sociale, la fotografia del tracollo siciliano

Paola Giordano e Annalisa Giunta  |
sabato 14 Ottobre 2023

All’interno dei dati nazionali saltano all’occhio i risultati negativi della Sicilia e in particolare del cuore dell’Isola con la zona nissena, l’Agrigentino e l’Ennese

PALERMO – Lo stupro di una ragazza di 19 anni nel capoluogo siciliano e quello delle due cugine di 10 e 12 anni di Caivano sono alcuni tra gli episodi più cruenti accaduti negli ultimi mesi che ci hanno messo di fronte a una deriva sociale preoccupante, che coinvolge in particolar modo il mondo dei giovani.

Urge invertire l’allarmante trend che sta interessando i giovani. Ma come? La politica deve sicuramente fare la sua parte, ma il problema ha origini più profonde, che si radicano nell’istituzione familiare e anche in quella scolastica. In questo quadro si inserisce uno strumento che può insegnare valori, educare alla socialità e al rispetto delle norme: lo sport. Ma quest’ultimo non è accessibile a tutti allo stesso modo. Secondo l’indagine sull’indice di sportività delle province italiane realizzata dal Sole 24 Ore, infatti, il Mezzogiorno – e in particolare la Sicilia – gode di una qualità dei sistemi sportivi territoriali scadente.

Prima di addentrarci nella classifica una piccola parentesi relativa alla metodologia è d’obbligo. L’indice generale è infatti l’esito di 32 indicatori. I dati presi in esame riguardano, per esempio, la pratica sportiva, i risultati di squadre e singoli atleti e atlete, ma anche l’investimento in infrastrutture (inclusi i progetti finanziati con il Pnrr), l’offerta in tema di turismo sportivo e alcuni aspetti sociali come quelli legati allo sport femminile, allo sport paralimpico e a quello dei bambini. Ne viene fuori quindi una fotografia che punta a misurare l’impatto della sportività sul benessere della popolazione locale.

Trento in testa alla classifica del Sole 24 Ore

Entrando nel merito della graduatoria, Trento mantiene la maglia rosa grazie alla radicata rete di impianti, alle diffuse relazioni tra sport, economia e realtà sociale (primeggia in “Sport e società” che riunisce nove parametri), alle consolidate capacità organizzative (leader per attrattività di grandi eventi sportivi) e agli ottimi risultati dei suoi atleti (è seconda negli sport individuali). Sul secondo gradino del podio Trieste, che sale di una posizione grazie a un percorso di grande regolarità: due volte al vertice (per atleti tesserati e sport dell’acqua), più cinque “medaglie” e ulteriori sei presenze nella top ten delle singole classifiche. Al terzo posto, per la prima volta, si piazza Cremona.

Tra le prime dieci classificate, Firenze arriva quarta con un forte recupero (era 12^); migliora anche Milano, dal settimo al quinto posto. Da notare i balzi di Vicenza (prima per società dilettantistiche nelle discipline a squadre) al sesto e di Bologna all’ottavo posto (erano rispettivamente in 18^ e 14^ posizione); tra la due si inserisce Bergamo, che perde un paio di posizioni. Risale Lecco (nona, era 13^), precedendo Bolzano (10^) che, non beneficiando più dei risultati alle Olimpiadi invernali, e in assenza di performance di rilievo negli sport della neve, lascia il podio ma rimane al vertice negli sport individuali.

Nella parte alta della classifica nessuna provincia meridionale

Salta subito all’occhio che di province meridionali non vi è traccia nella parte alta della classifica. Limitatamente alle province dell’Isola, il migliore risultato è quello ottenuto da Messina (72^), che però rispetto all’anno precedente perde 12 posizioni. Seguono Ragusa al 76° posto (in calo di 9 posizioni), Catania (che scende di cinque posizioni rispetto al 2022 piazzandosi 81^), Siracusa (che arrivando 82^ conquista invece una posizione), Palermo (87^ nel 2023, 86^ l’anno prima) e Trapani, che perde anche lei una posizione e scende al 93° posto.

Sotto quota 100 troviamo Caltanissetta (101^) che però migliora la sua performance di tre posti rispetto al 2022, Agrigento (che è 103^ e che ha perso due posizioni) ed Enna che pur recuperando una posizione non va oltre il 104° posto.

È chiaro che la deriva sociale di cui si parlava poc’anzi non è attribuibile esclusivamente alla scarsa diffusione e qualità dei sistemi sportivi ma se un territorio garantisce ai suoi abitanti momenti e soprattutto strutture di aggregazione può in certi casi offrire ai giovani un’alternativa alla strada. Alternativa che in questo momento, soprattutto nel Mezzogiorno, sembra essere drammaticamente assente.

LEGGI LE INTERVISTE

Roberto Gambino, sindaco di Caltanissetta

Francesco Pira, sociologo dell’Università di Messina

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