Migranti, le Ong continuano la loro opera di salvataggio - QdS

Migranti, le Ong continuano la loro opera di salvataggio

redazione

Migranti, le Ong continuano la loro opera di salvataggio

lunedì 07 Ottobre 2019

Prese a bordo da Open Arms 44 persone a bordo di un barchino ora dirette a Malta. Tra loro anche un bambino e un neonato. La polemica su Twitter: "La verità prima o poi viene a galla. Noi salviamo vite. Voi?". GUARDA IL FILMATO

Mentre a Lampedusa si muore, nel Mediterraneo le tanto vituperate organizzazioni non governative continuano la loro opera di salvataggio di vite umane.

“Quaranta persone su un’imbarcazione di legno nell’oscurità, tra loro un bimbo e un bebé. Li abbiamo trovati così. Per fortuna hanno trascorso la notte a bordo” ha scritto su Twitter l’Ong, sottolineando, “intanto a poche miglia, davanti a Lampedusa, trenta persone morivano in un naufragio”.

“Così – ha concluso – è il Mediterraneo. O vita o morte. La verità prima o poi viene a galla. Noi salviamo vite. Voi?”.

Nel pomeriggio la nave si è diretta verso Malta e “attende di poter far sbarcare in sicurezza i 44 naufraghi a bordo che hanno bisogno di cure e assistenza immediata” ha detto Oscar Camps, fondatore della Ong Open Arms.

La polemica è evidentemente nei confronti dei governi europei ma in particolare dell’ex ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, che, fingendo di aver chiuso i porti in un Paese con 7.600 chilometri di costa, ha dato addosso principalmente alle Ong per alimentare la propria macchina della propaganda.

A Open Arms ha fatto eco l’Ong italiana Mediterranea Saving Humans : “Ennesimo naufragio a poche miglia da #Lampedusa: due corpi recuperati in mare, ventidue superstiti, una trentina di dispersi, tra cui ottobambini”.

“Nel #Mediterraneo – ha sottolineato su Twitter – mancano sufficienti soccorsi: liberate le navi, liberate l’umanità! #FreeMareJonio #FreeAlex #FreeSeaWatch #FreeTheShips”.

Open Arms, sul proprio profilo Twitter, ha diffuso anche un video girato di notte, durante il salvataggio.

https://twitter.com/i/status/1181087886806007808

Il racconto dell’avvenuto da parte di Oscar Camps

“Ieri sera – ha raccontato Camps – l’Open Arms si trovava in zona Sar maltese, dopo essere partita dal porto di Siracusa per la sua sessantasettesima missione. Ci siamo accorti che almeno tre assetti aerei stavano sorvolando una zona più a Nord e abbiamo capito che stava accadendo qualcosa”.

La nave della Ong si è dunque recata un miglio più a nord e avvista le luci di un’imbarcazione in legno in precarie condizioni di navigazione con 44 persone a bordo, tra cui quattro donne e due bambini piccoli.

Dalle autorità maltesi, immediatamente allertate, arriva l’indicazione sconcertante di non intervenire e di lasciare che l’imbarcazione raggiunga in autonomia le coste italiane.

“Abbiamo messo in sicurezza le persone passando loro i giubbotti salvagente – ha raccontato Camps – e abbiamo fatto presente che l’imbarcazione non aveva sufficiente benzina per raggiungere Lampedusa e che le sue condizioni non permettevano un viaggio così lungo”.

Dopo alcune ore di attesa e senza ricevere più alcuna indicazione da parte delle autorità maltesi, la Ong ha effettuato il trasbordo delle persone in pericolo sulla Open Arms rimanendo in attesa di istruzioni.

“Mentre attendevamo istruzioni, il naufragio a Lampedusa”

“Mentre attendevamo risposte da Malta – ha sottolineato Camps – , un terribile naufragio ha avuto luogo davanti alle coste di Lampedusa ed è incredibile che nessuno ci abbia allertati. Quelle persone, quei bambini potevano e dovevano essere salvati”.

“Una vergogna quanto avviene nel Mediterraneo”

“E’ una vergogna – ha detto Camps – quello che sta accadendo nel Mediterraneo Centrale, si tratta di un tratto di mare sorvegliato e monitorato, ieri c’erano almeno 3 assetti aerei che perlustravano la zona, la verità è che si sa tutto, ma nessuno interviene, le persone si lasciano morire senza che venga prestato loro soccorso”.

“Oggi – prosegue Camps – inizia il vertice dei ministri europei a Lussemburgo che dovranno decidere se ratificare o meno la bozza di accordo siglata il 23 ottobre a Malta: in quel documento si parla di segnali luminosi, di trasponder spenti, di pull factor, tutte cose false, dimostrate da studi e dati. Presenteremo, insieme alle altre Ong, degli emendamenti perché non è tollerabile che si continui a mettere sotto processo il nostro lavoro quando siamo gli unici a proteggere e salvare vite in mare”.

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