Migranti, Vescovo Palermo, feriti da rimpallo di responsabilità - QdS

Migranti, Vescovo Palermo, feriti da rimpallo di responsabilità

redazione web

Migranti, Vescovo Palermo, feriti da rimpallo di responsabilità

sabato 24 Aprile 2021

Duro monito di monsignor Lorefice dopo lo scaricabarile tra Libia, Malta, Italia e Unione Europea sul disastro che ha causato 130 morti. Il "benessere grondante del sangue dei poveri"

“A ferire la coscienza umana e cristiana non è solo l’assoluta indifferenza in cui tutto questo è avvenuto”, o quella “con cui gran parte dei principali organi di stampa nazionali ne hanno dato conto”, ma “è anche e soprattutto il grave rimpallo di responsabilità tra la Libia, Malta, l’Italia e l’Unione Europea a cui si assiste nelle ricostruzioni di queste ore”.

Duro monito del vescovo di Palermo, monsignor Calogero Lorefice, “sull’ennesima strage silenziosa consumatasi, che ha visto la morte di circa 130 migranti, inghiottiti dalle onde del Mediterraneo”.

“Il lungo temporeggiare sull’obbligo del soccorso – ha spiegato monsignor Lorefice – e l’accavallarsi confuso delle giustificazioni sul perché non si sia fatto nulla per precipitarsi a salvare 130 persone innocenti in evidente pericolo continuano purtroppo a dimostrarci che non è più possibile che si ritardi nella ricerca di una soluzione politica a livello europeo, una soluzione umanamente sostenibile che ponga fine una volta per tutte a questa straziante barbarie”.

Spoliazione dei beni dell’Africa

“Ricordo a tutti – ha sottolineato il Vescovo di Palermo – che le sorelle e i fratelli, le donne e gli uomini dell’Africa sono vittime, da parte dell’Occidente, di una spoliazione quotidiana e sistematica, che depreda della loro ricchezza miliardi di persone e le costringe a cercare vita e fortuna altrove. Basti guardare in questi mesi al Congo e al North Kiwu per capirlo”.

Ingiustizia sistematica

“Ebbene, di fronte a questa ingiustizia sistematica – ha rilevato – noi europei, invece di sentire l’obbligo di un risarcimento, chiudiamo le frontiere del nostro benessere grondante del sangue dei poveri, per impedire ad altri il diritto ad un’esistenza che non sia svuotata della sua stessa dignità”.

“Tutto questo è scandaloso – ha osservato il presule – lo dico senza mezze misure, così come lo è il fatto che l’Europa e l’Italia, la nostra Italia, esperta nel dolore del migrare, non sentano l’urgenza di adoperarsi per cambiare un tale stato di cose”.

L’Italia opera respingimenti

“Siamo noi a operare respingimenti – ha denunciato Lorefice -, a continuare a lasciar morire in mare donne e bambini usando il cinico strumento di Frontex. Siamo noi a tollerare i campi di concentramento e le crudeltà della guardia costiera della Libia facendo finta che si tratti di soccorso e di asilo. Ci perdonino tutti coloro che hanno perso la vita in questi anni – conclude – e ci infondano il coraggio di cambiare, insieme”.

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