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Il mito del giocatore di frontiera, che fece nascere la cultura del Far West

redazione

Il mito del giocatore di frontiera, che fece nascere la cultura del Far West

lunedì 28 Febbraio 2022

Quali siano le vere origini del poker non si sa ancora con certezza. Con sicurezza però si può dire che si è diffuso negli States, più precisamente a New Orleans, intorno al 1800

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Tutti conoscono il Far West, tra storie, libri e film che lo hanno fatto scoprire al pubblico e immaginarlo come una terra davvero selvaggia. Ma ci si è mai chiesti come sia nata la cultura e l’alone leggendario che lo circonda?

Far West: forse non tutti sanno che…

L’Old Wild West, anche conosciuto come frontiera americana, racchiude in sé una serie di elementi caratteristici: geografia, storia, folklore e certamente la cultura portata dall’espansione americana del Nord America iniziata quando cominciarono gli insediamenti coloniali. Stiamo parlando di un periodo che va dall’inizio del XVII secolo ai primi del 1900, quando ci fu l’annessione degli ultimi territori occidentali.

Questa politica di espansione fu incoraggiata fortemente dall’allora presidente Thomas Jefferson che contribuì a creare nell’immaginario americano l’ideale della “terra di frontiera”, da esplorare e costruire.

In questo territorio incontaminato, la legge ancora non esisteva e tutti potevano essere liberi di fare ciò che volevano.

È da qui che nasce quindi la storia del Far West, che negli anni si è arricchita di leggende e storie di pionieri, esploratori, banditi, sceriffi e cowboy, senza dimenticare ovviamente i tanto famosi cercatori d’oro.

Ma tra avventura, esplorazioni, libertà, assenza di leggi – da cui “la legge del Far West” – un altro aspetto, altrettanto importante, caratterizza questo periodo così particolare e affascinante: il poker.

Il poker ai tempi del Far West

Basta immaginare uno di quegli antichi battelli che solcavano le acque del Mississippi, o le tende degli accampamenti in corrispondenza di un giacimento minerario. Due realtà assai diverse per chi vi si trovava immerso, tuttavia unite da un elemento in comune: la capacità di cambiare il proprio destino giocando d’azzardo.

Il poker allora era considerato il principale gioco d’azzardo. Non risulta difficile pensare a uomini baffuti dallo sguardo serio e il tipico cappello western seduti a un tavolo all’interno di un saloon sfidandosi pericolosamente fino all’ultimo soldo, le pistole ben salde alla cintura, pronte a tutto.

E così, tra partite di Chuck-A-Luck, High Dice, Three Card Monte si decideva la sorte della maggior parte dei frequentatori dei saloon.

Quali siano le vere origini del poker non si sa ancora con certezza: alcuni le fanno risalire al 900 d.C. in Cina, altri ritengono che sia nato nel XVI secolo grazie all’“As Nas”, gioco di carte persiano per certi aspetti simile in effetti al Five Card Stud.

Con sicurezza però si può dire che si è diffuso negli States, più precisamente a New Orleans, intorno al 1800, quando i coloni francesi si divertivano a sfidarsi a “Poque”, gioco di carte che oltre all’assonanza molto evidente col poker, aveva anche gli elementi in comune del bluff e delle scommesse.

Ben presto la città divenne la vera e propria capitale del gambling. Tutti erano affascinati da questo genere di intrattenimento: marinai, allevatori, agricoltori e proprietari terrieri, impersonificando l’identikit tipico di quello che oggi viene chiamato secondo gli studi giocatore d’azzardo patologico.

Non passò molto tempo prima che nacque anche la primissima casa da gioco: era un club aperto tutti i giorni a tutte le ore. Gli avventori potevano sfidare la Dea Bendata ogni volta che volevano, sia attorno al tavolo da poker che con altri giochi molto apprezzati, come la roulette o il gioco del Faro.

Dopo la prima apertura della casa di gioco, nel 1822, molte altre fecero capolino a New Orleans, e l’atmosfera del gioco d’azzardo influenzò moltissimo la vita all’interno dei saloon, contribuendo a creare l’immaginario di particolarità e pericolosità per cui si contraddistinguono ancora oggi.

Infatti, parallelamente alla nascita del poker, proliferava la malavita: famosa era la zona “The swamp”, nei pressi del porto, dove nemmeno la polizia vi si addentrava. Non erano rari infatti i furti agli avventori che, subito dopo aver vinto, uscivano dai saloon.

Comunque, da New Orleans, la febbre per il gioco contagiò presto le altre località degli Stati Uniti, spostandosi assieme a battelli e carovane, lungo i fiumi e le praterie, fino a percorrere con i treni distanze lunghissime.

Tra le figure del Far West più legate al gioco d’azzardo vi erano certamente i gambler. È tramite loro che il poker ha iniziato a essere giocato anche oltre New Orleans, fino a toccare ogni parte degli Stati Uniti. I gambler erano giocatori molto abili che approfittavano dell’inesperienza di molti avventori (il più delle volte sprovveduti) per convincerli a giocare promettendo loro grosse vincite (e omettendo la possibilità molto alta di poter perdere tutto).

Fu in questo periodo di boom che ben presto il gioco fu aperto anche a fasce che ne erano inizialmente escluse, come ispanici, cinesi e donne, come la famosissima Calamity Jane. E ancora, man mano che il successo del gioco d’azzardo aumentava, così come le ricchezze dovute all’estrazione di oro e argento, cittadine come Deadwood, Leadwood e Tombstone diventarono sempre più pericolose.

Giocatori dal grilletto facile erano i frequentatori più abituali dei saloon, come Wild Bill Hickock, altrettanto abile sia con la pistola che con le carte. È grazie a personaggi come lui che si instaurarono delle regole non scritte ma ben conosciute nel mondo del gioco d’azzardo. Insomma, un’atmosfera unica come questa è facile che nel periodo odierno sia poi stata rievocata e rivisitata in numerose pellicole e libri. Tante le storie e le leggende legate all’epoca del Far West la hanno poi letteralmente mitizzata tanto da incuriosire e affascinare le persone di tutto il mondo. Ma non bisogna dimenticare che dietro a tutto questo, grande ruolo ha giocato il Poker.

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