Montalbano Elicona, il borgo senza medici e pediatri, parla il sindaco - QdS

Montalbano Elicona, il borgo senza medici e pediatri, parla il sindaco

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Montalbano Elicona, il borgo senza medici e pediatri, parla il sindaco

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mercoledì 08 Dicembre 2021

Al momento ci sarebbe un solo medico, di stanza a Basicò, che garantisce il servizio a chi lo ha scelto, per due giorni a settimana

Montalbano Elicona è un Comune di circa duemila abitanti della Provincia di Messina. Borgo più Bello d’Italia 2015 e luogo scelto da Federico III di Svezia per trascorre l’estate.

Accreditato e apprezzato per le escursioni da centinaia di croceristi ma non dai cinque medici di famiglia, convenzionati con l’Asp di Messina, dell’ambito territoriale del Distretto di Barcellona Pozzo di Gotto, che avrebbero largo margine per acquisire nuovi utenti e per garantire il servizio in paese e nelle due frazioni.

Uno tra tutti, il medico (cod. regionale 332597) che ha circa 200 “assistiti in carico”. Diventerebbe, fin da subito, massimalista.

Al momento ci sarebbe un solo medico, di stanza a Basicò, che garantisce il servizio a chi lo ha scelto, per due giorni a settimana. Il Borgo più Bello d’Italia è divenuto anche paradigma di come non vengono garantiti i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) e dei servizi in maniera uniforme e soprattutto di fatto, così come imporrebbe la legge.

Ne abbiamo parlato con il sindaco di Montalbano Elicona, Filippo Taranto, che di professione è medico chirurgo, al Policlinico di Messina.
Montalbano Elicona ha il privilegio di “possedere”, insieme ai Comuni di Tripi e Roccella Valdemone, l’unico sito megalitico in Sicilia e come le forme delle pietre rocciose di arenaria quarzosa che vi insistono, i servizi sanitari garantiti alla popolazione residente vengono modellati – a piacimento – in “forma curiosa e suggestiva”.

Quindi, diventerebbe curioso e suggestivo, comprendere le ragioni per cui a Montalbano Elicona non ce mai stato un ambulatorio di pediatria.
Secondo i dati Istat nelle case, ai piedi del castello, vivono 190 esseri umani, in età pediatrica, non pietre in balia del tempo.

Bambini e ragazzi a cui è negato il diritto ad essere curati a casa, anche in caso di influenza. Secondo quanto ci racconta il primo cittadino, le famiglie sono costrette a “scendere” sulla costa per i controlli di routine, garantiti dal SSN oppure a rivolgersi – sempre altrove – ad un pediatra in “forma privata”.

L’altra soluzione è l’attesa delle ore 20:00, quando il testimone della “continuità assistenziale” passa alla Guardia medica, o nei giorni festivi e prefestivi. Continuità assistenziale, rispetto a quale assistenza?

Taranto, racconta a QdS che dal primo novembre, a seguito del pensionamento del dottore Giuseppe Simone è venuta a mancare una delle figure storiche della comunità: il medico di famiglia, per tutti, s’intende.
Nel Borgo e nelle due frazioni, circa1500 residenti da oltre un mese non hanno un medico di famiglia.

Il prezzo più alto lo starebbero pagando gli ultra settantenni, all’anagrafe del Comune ne risultano 524 e il servizio di Guardia medica che a novembre si è visto triplicare le prescrizioni/prestazioni, circa il 20% in età pediatrica.

A fronte di tutto questo ci guadagna il bilancio della Regione Siciliana che in quota parte con lo Stato, non dovrà liquidare l’indennità di prestazione ad alcun medico convenzionato.
In realtà altre comunità di montagna siciliane subiscono inermi la “modellazione” dei LEP,  avviene a piacimento del politico di turno che non ha mai affrontato il tema dei pensionamenti del personale medico e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Sui Nebrodi pare che sia una costante. Le comunità di Cesarò e San Teodoro, per citarne due, non hanno il servizio di Guardia Medica. La “continuità” è stata accorpata da tempo a Cesarò e al momento non ci sarebbero medici disponibili a sacrificarsi, magari impegnati negli Hub vaccinali, in lavori molto più remunerativi e meno rischiosi.
La criticità ci è stata confermata al telefono da Valentina Costantino, sindaca di San Teodoro. «Non ci arrenderemo», afferma la prima cittadina.
Tutto questo accade per via della rassegnazione del popolo siciliano che preferisce, soprattutto nelle aree ignote (alla politica), vivere la condizione di resilienza.
Tuttavia, a Montalbano Elicona, a seguito di una tragedia, come racconta il sindaco a QdS, è garantito di servizio di ambulanza.
Dalle ore 8:00 alle ore 20:00. A bordo un autista e un soccorritore, a cui non è permesso, tra molto altro, iniettare atropina in caso di arresto cardiaco.
Nel corso dell’intervista il sindaco di Montalbano denuncia un altro fatto importante. Ha scritto più volte al presidente della Regione Siciliana, all’assessore Razza e al Prefetto di Messina e, a dire di Taranto: «non ho ricevuto alcuna risposta».
In realtà, neanche l’Asp di Messina avrebbe ottenuto riscontro ad una nota del 9 novembre. Il Commissario straordinario ha chiesto al responsabile della “Pianificazione strategica” dell’Assessorato regionale alla Sanità l’autorizzazione a “dare incarico provvisorio con obbligo di apertura dell’ambulatorio nel Comune di Montalbano Elicona, in deroga all’A.C.N. di categoria”.

L’avere sottovalutato che tutto questo poteva accadere un giorno, porterà ad affrontare le questioni, che Filippo Taranto ha rappresentato a QdS, alla stregua di un concitato intervento di pronto soccorso.
Salvare il “paziente” e rinviare cinicamente la risoluzione del problema. Fino allo sfinimento dei residenti.

Vincenzo Lapunzina

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