Pressing dei rappresentanti del Carroccio, che hanno chiesto sostegno a opposizione e ribelli della maggioranza. Dal Movimento 5 stelle la disponibilità a sostenere il documento a Sala delle Lapidi
“Se c’è qualcuno dell’opposizione che non è più intenzionato a presentare la mozione di sfiducia contro il sindaco lo dica chiaramente e non ci faccia perdere tempo. Non è possibile tollerare ulteriori ritardi. A dirlo è stato il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Igor Gelarda, che ha diffuso una nota insieme ai consiglieri del Carroccio Alessandro Anello ed Elio Ficarra.
“Sono mesi e mesi – hanno aggiunto – che i palermitani aspettano un segnale di speranza da parte delle opposizioni in Consiglio comunale. Non possiamo negarglielo”.
I rappresentanti della Lega hanno sottolineato di essere stati tra i primi a chiedere la mozione di sfiducia e tra quelli che hanno lavorato al testo. Da qui l’appello che, strategicamente, dopo i mal di pancia manifestatisi all’interno dell’Aula, è stato esteso anche a “tutti quei consiglieri di maggioranza che hanno a cuore le sorti della città”.
“Siamo pronti già da un paio d’anni – ha aggiunto Gelarda – a dare il segnale inequivocabile che il centrodestra è pronto a prendere in mano le redini di questa città, a governarla nonostante le macerie che questa Amministrazione lascerà in eredità”.
“La mozione – ha concluso la Lega – va presentata subito, se ci sono modifiche migliorative da apportare al testo, che è già abbastanza complesso, siamo pronti a lavorare sin da subito con gli altri, ma la città non può più aspettare”.
All’appello della Lega hanno risposto i rappresentanti del Movimento 5 stelle (con in testa i consiglieri Antonino Randazzo, Concetta Amella e Viviana Lo Monaco), i quale hanno sottolineato la propria disponibilità a sostenere la mozione.
“Palermo – hanno affermato i pentastellati – deve cambiare pagina e non può attendere il 2022. In questi mesi noi siamo sempre stati disponibili a sottoscrivere qualsiasi mozione di sfiducia. Da parte nostra nessun tentennamento o ripensamento, anzi il rammarico di non avere ancora depositato la mozione di sfiducia”.