Misterbianco, maltrattamenti e violenza contro convivente: arresto

Naso rotto e pugni in viso, violenza shock contro la compagna nel Catanese: un arresto

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Naso rotto e pugni in viso, violenza shock contro la compagna nel Catanese: un arresto

Redazione  |
martedì 27 Giugno 2023

Il 35enne arrestato a Misterbianco avrebbe perfino tentato di spingere la sua vittima fuori dall'auto in corsa sulla Statale 121: il racconto della donna.

La Procura Distrettuale della Repubblica etnea, nell’ambito di attività investigativa svolta a carico di un 35enne indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ai danni della convivente, ha richiesto e ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, eseguita dai carabinieri della tenenza Misterbianco.

L’uomo è stato condotto nel carcere catanese di Piazza Lanza.

Maltrattamenti e lesioni alla convivente, arresto a Misterbianco

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio dell’indagato, hanno fatto luce sulle condotte dell’uomo, spesso sotto l’effetto di droga o di sostanze alcoliche, nei confronti della convivente 43enne.

La vittima aveva allacciato una relazione sentimentale con l’ex compagno nel mese di marzo del 2020 il quale, dopo un periodo di circa un anno di apparente tranquillità familiare avrebbe mutato il proprio comportamento, cominciando pesantemente a picchiarla e maltrattarla.

Tuttavia, la donna non aveva mai denunciato il 35enne, verosimilmente convinta che potesse mutare il suo comportamento e per scongiurare eventuali ritorsioni nei suoi confronti e nei confronti dei suoi due figli (di cui uno ancora minorenne), nati durante la sua precedente relazione matrimoniale ormai conclusa.

L’ultima violenza prima della denuncia

I maltrattamenti continui sono andati avanti a lungo. L’evento che avrebbe però finalmente convinto la donna ad agire contro il suo aguzzino è accaduto il 28 febbraio di quest’anno, quando una pattuglia di carabinieri motocilisti del Nucleo Radiomobile di Catania, transitando lungo Corso Indipendenza, aveva notato la coppia litigare animatamente all’interno di un’Opel Agila in marcia, poi risultata di proprietà della donna. Quest’ultima era stata presa a pugni sul viso dall’uomo.

La donna aveva pertanto tirato il freno a mano dell’auto, provocandone lo sbandamento, inducendo così i carabinieri ad agire immediatamente, bloccando l’uomo e chiedendo l’intervento del 118 per la donna che, visitata dai medici del pronto soccorso dell’ospedale San Marco, è stata giudicata affetta da “frattura delle ossa nasali”.

Tale circostanza ha dunque indotto la 43enne a raccontare la verità dei fatti e a mutare atteggiamento nei confronti del compagno, che aveva sempre deresponsabilizzato rispetto alle lesioni conseguite alle aggressioni subìte, da lei descritte ai medici come fortuiti ed autonomi incidenti casalinghi.

Il racconto e l’arresto

Ha così raccontato ai militari che nel gennaio del 2020 l’uomo l’avrebbe presa per i capelli e trascinata per la strada colpendola con pugni alla testa e alla spalla, inoltre, nel successivo mese di giugno, dopo l’ennesimo litigio al culmine del quale lei aveva deciso di andare via da casa, lui l’avrebbe presa a pugni provocandole una ferita all’arcata sopraccigliare, rompendole due denti e percuotendola con il cellulare.

Significativo inoltre, ai fini della valutazione della pericolosità del 35enne, il tentativo di spingere la donna fuori dall’auto in corsa lungo la Statale 121, proprio in corrispondenza di un noto centro commerciale, che fortunatamente non sarebbe andato a fine per la resistenza opposta dalla donna che, riuscita a fargli fermare il mezzo e quindi scendere, sarebbe stata da lui colpita alla schiena e alla nuca con schiaffi e pugni.

Il comportamento dell’uomo, inoltre, sarebbe stato non solo violento e prepotente ma incline a veri e propri fini persecutori nei confronti della compagna, destinataria anche di quotidiani insulti e privazioni a causa dell’accecante morbosa gelosia del 35enne. La vittima dei maltrattamenti sarebbe stata priva di potersi truccare, frequentare i social network e, inoltre, costantemente privata dei propri risparmi.

Misterbianco, i maltrattamenti alla convivente e l’intervento provvidenziale

Il provvidenziale intervento dei motociclisti dei carabinieri del 28 febbraio scorso avrebbe interrotto l’ennesima aggressione, scaturita dalla richiesta di denaro da parte dell’uomo di acquistare cocaina e crack, proposito al quale lei si sarebbe fermamente opposta specificandogli, ancora una volta, che le proprie risorse economiche sarebbero dovute servire per i propri figli e non per consentirgli l’acquisto della droga. A tal fine, inoltre, la malcapitata ha anche raccontato che in passato il 35enne l’avrebbe costretta ad assumere cocaina contro la sua volontà, afferrandola per la testa e avvicinandogliela quindi al naso.

In verità, come in ogni altra precedente occasione la donna, pur avendo già formalizzato denuncia nei confronti dell’uomo, sarebbe ritornata sui suoi passi a seguito delle “rassicurazioni” di quest’ultimo sul cambiamento del proprio comportamento, convincendola così a riprendere la loro convivenza dopo un breve periodo durante il quale lei aveva alloggiato presso amici e parenti.

Ben presto, purtroppo, la donna avrebbe verificato come quelle promesse non fossero supportate dai concreti comportamenti del compagno. Lo scorso mese di maggio, infatti, mentre in auto si trovava a Catania lungo viale Odorico da Pordenone, avendo il desiderio di un gelato, avrebbe consegnato una banconota da 50 euro al compagno con preghiera di comprarlo nel bar annesso a una stazione di servizio. L’uomo le avrebbe dapprima consegnato il gelato, ma sarebbe rientrato subito all’interno del bar dove, dopo un’ora circa, la donna l’avrebbe trovato al bancone con alcuni bicchieri di liquore già svuotati e intento a grattare alcuni biglietti della lotteria istantanea.

Ovvia a questo punto la reazione della donna per lo sperpero dei propri soldi e conseguente ulteriore litigio a casa, con definitivo abbandono dell’abitazione da parte di quest’ultima che però nei giorni successivi, trasferitasi nell’abitazione a lui non nota di un’amica, sarebbe stata tartassata da continue telefonate dell’uomo tanto da indurla a spegnere il cellulare.

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