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Crotone ultima spiaggia

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Crotone ultima spiaggia

Giovanni Pizzo  |
lunedì 27 Febbraio 2023

Passano i Governi, restano i cadaveri. Commento all'ennesima tragedia nel Mediterraneo che scatena il dibattito.

Quella dell’altra mattina all’alba, tra venti a raffica e rottami, è stata l’ultima spiaggia per un’Europa mai così inconcludente. In questo scenario le banalità del funzionario Piantedosi – “non potevamo causa mare far nulla” – tracciano il quadro di impotenza di chi vuole arginare il mare senza mezzi e coscienza dei limiti.

Mentre la politica italiana si occupa di lettini e ombrelloni, prevalentemente al Nord, nelle spiagge del Sud si allineano lenzuoli bianchi, funebri sudari di giovani e bambini in fuga da altre morti, altre disgrazie, altre tragedie.

“Ma chi glielo fa fare a partire? Non devono”. È la banale, oltre che ottusa, frase che circola in ambienti di Governo. Una frase da piccoli funzionari, da 27 a fine mese, con auto di servizio e palco autorità agli spettacoli. Solo che questa di Crotone è la classica tragedia greca, con nemesi annesse, ma senza più coefore. I pianti, le lacrime, le frasi di circostanza sono state già dette troppe volte e nulla è mutato, sia In Italia che in Europa. Passano i Governi, restano i cadaveri.

Come si pensa di fermare i lutti infiniti? Con dei decretini? Senza una vera politica? L’emergenza atlantica, l’unica che interessa all’America, è in Ucraina, altri morti e altri lenzuoli, la frontiera mediterranea non interessa a nessuno, se non a scafisti, politicanti e tiranni poco democratici riempiti di soldi per fare da vigili urbani del maggior flusso di “carichi residui” di un mondo che espunge umanità. Ma la domanda di noi accovacciati nei nostri divani rimane. Ma perché partono rischiando la morte?

Perché sono inseguiti, diversamente da noi, dai quattro Cavalieri dell’Apocalisse, conquiste, violenze e stragi, carestie, morte e pestilenze. Tutti costoro hanno almeno uno, se non di più, di questi Cavalieri biblici alle calcagna, e la morte in mare è solo una possibilità davanti alle certezze da cui scappano.
Noi siamo comunque la salvezza, nonostante la paura di un mare che inghiotte, assieme a cadaveri, il nostro “carico residuale” di umanità.

Così è se vi pare.

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