Nessuna consegna dei lavori per il viadotto Ritiro, il punto - QdS

Nessuna consegna dei lavori del viadotto Ritiro il 28 febbraio: continua l’era dei cantieri

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Nessuna consegna dei lavori del viadotto Ritiro il 28 febbraio: continua l’era dei cantieri

Hermes Carbone  |
lunedì 19 Febbraio 2024

Toto Costruzioni: "Se non sarà conclusa la tranche di pagamenti mancanti, non consegneremo i lavori".

Prosegue il botta e risposta a distanza tra Cas, Toto Costruzioni e Uil nell’ambito della realizzazione del viadotto Ritiro, una delle opere incompiute presenti in Sicilia. A ballare i restanti milioni di euro dovuti all’azienda abruzzese ma anche la reale possibilità di apertura del viadotto il prossimo giugno. Non ci sarà nessuna consegna dei lavori del viadotto Ritiro il prossimo 28 febbraio, come invece precedentemente affermato dalla Toto Costruzioni.

Ma neppure il tempo di pronunciare la nuova possibile data di consegna per il mese di giugno che già sembra districarsi uno scenario alquanto irrealistico.

Ancora nessuna consegna dei lavori del viadotto Ritiro

“Se non sarà conclusa la tranche di pagamenti mancanti, la Toto Costruzioni non garantirà la data di consegna dei lavori”. Questo quanto emerso di fatto negli ultimi giorni, con il Cas però subito pronto a smentire possibili eventuali incomprensioni e dichiararsi disponibile al saldo finale spettante.

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La storia del viadotto Ritiro, lavori senza fine

Sembra essere davvero un calvario senza fine la vicenda connessa con la realizzazione del viadotto Ritiro, una delle 138 opere edilizie incompiute in tutta la Sicilia, non a caso la regione italiana che detiene il triste record di questa speciale classifica. A mettere in dubbio le promesse giunte da parte del nuovo direttore generale del Consorzio per le Autostrade Siciliane, Franco Calogero Fazio, si è poi inserita anche la Uil nella giornata di venerdì e per bocca del suo segretario generale Ivan Tripodi. Lo scetticismo ruota intorno alla presenza degli oggettivamente pochi operai della Toto Costruzioni presenti in cantiere: erano oltre 80 a inizio lavori, sono soltanto una dozzina oggi.

Numeri che non consentono di ben sperare per l’ultimazione dell’opera nelle date in precedenza annunciate.

Una storia di ritardi e rimpalli

Nelle scorse settimane era emerso che il motivo alla base del mancato completamento dell’opera – con i conseguenti ritardi e rimpalli di data in data – fosse riconducibile a un credito vantato da parte dell’azienda Abruzzese nei confronti del Cas. Credito reale, come accertato anche dai dati resi pubblici sulla piattaforma Caronte della Regione Siciliana. La richiesta di 17 milioni di euro da parte dell’azienda abruzzese per un ulteriore aumento del costo dei materiali appariva di per sé già spropositata rispetto al quantum dovuto, ovvero una cifra complessivamente inferiore ai 3 milioni di euro.

La richiesta era stata avanzata nel corso di una riunione palermitana proprio con il Cas per fare il punto della situazione su un cantiere avviato dodici anni fa e non ancora terminato. E se il Consorzio aveva detto di aver già applicato tutte le possibili penali presenti nel contratto, la Toto aveva subito smentito. Poi il silenzio, con il Cas che non è più entrato nel merito delle sanzioni di circa 5 milioni di euro inserite nel contratto di appalto.

Botta e risposta sull’incompiuta messinese

È proseguito dunque a distanza il botta e risposta tra i soggetti coinvolti, compreso il sindacato della Uil che si è occupato di rappresentare la posizione dei lavoratori impegnati nella realizzazione del viadotto Ritiro. “Il rifiuto del Cas di aggiungere un turno lavorativo aggiuntivo chiude ogni speranza di concludere il Viadotto Ritiro entro il mese di giugno”, ha commentato Tripodi esprimendo le perplessità sulle date avallate dal Cas. Il rischio serio resta quello di arrecare ancora una volta danni alla viabilità nel periodo estivo. Secondo il Cas, però, “non esiste alcuna criticità”.

Per bocca del nuovo direttore generale Fazio, il Consorzio, che nel frattempo si è adeguato alla direttiva del Ministero dei Trasporti aumentando il pedaggio sulle autostrade a A18 e A20 in direzione Catania e Palermo, ha infatti confermato che “alcuni mandati di pagamento sono già avvenuti mentre altri arriveranno a stretto giro”. Per l’azienda abruzzese, però, l’opera sarà completata solo se tutti i pagamenti saranno saldati. In un costante gioco di rimpalli politici e amministrativi che tiene prigioniera la città dal lontano 2012 e che rischia di lasciarla in ginocchio per l’ennesima estate.

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