Supermercati siciliani, almeno milleduecento posti a rischio - QdS

Supermercati siciliani, almeno milleduecento posti a rischio

Michele Giuliano

Supermercati siciliani, almeno milleduecento posti a rischio

martedì 03 Marzo 2020

Nel catanese 400 lavoratori della coop Alleanza che gestisce diversi ipermercati, col fiato sospeso. Altra vertenza calda è quella Auchan-Conad. I sindacati chiedono chiarezza e scendono in piazza

PALERMO – Il mondo dei supermercati siciliani è in grande difficoltà. Tanti i posti di lavoro a rischio: nel catanese potrebbero perdere la propria occupazione 400 lavoratrici e lavoratori della Coop “Alleanza”, che gestisce gli ipermercati nei centri commerciali “Katanè” di Gravina, “Le Zagare” di San Giovanni La Punta e “Le Ginestre” di Tremestieri, oltre a un supermercato a Bronte.

I sindacati non vogliono rimanere in silenzio: un primo sciopero unitario è stato proclamato da Uil-Uiltucs dinanzi agli ingressi di “Ipercoop Katanè”. “Piove sul bagnato – commentano i segretari generali etnei Enza Meli e Giovanni Casa – nel territorio di Catania, già segnato nel settore della Grande Distribuzione da vertenze pesantissime come quelle del Gruppo Abate, di Auchan e Simply, si registra oggi una inquietante incertezza per il futuro occupazionale nelle Coop”.

I sindacati sostengono che l’azienda non ha rispettato gli impegni assunti nell’accordo regionale del 25 settembre 2017 per lo sviluppo della rete di vendita con l’apertura di sette punti-vendita in Sicilia nel triennio 2017-2020.

“Nulla è stato fatto – dicono le organizzazioni dei lavoratori – così come è rimasto lettera morta il promesso rilancio delle quattro realtà già esistenti.”. Grossi problemi anche nella vertenza Auchan-Conad. Dal gruppo Margherita è arrivata la richiesta di cassa integrazione per il 60% della forza lavoro, un totale nazionale di 8.873 dipendenti. In Sicilia sono 800 i lavoratori che aspettano di conoscere quali sono le prospettive future dei cinque ipermercati siciliani, ma al momento circolano solo voci di corridoio ma nessuna certezza e nessuna fonte ufficiale. Si tratta dei punti vendita di Palermo (Conca d’oro e Palermo Carini), Misterbianco, Porte di Catania e Melilli.

Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia, chiede “maggiore chiarezza rispetto al piano presentato nei mesi scorsi che sembra incoerente con la richiesta di cassa integrazione. Ci auguriamo che si tratti di uno strumento temporaneo finalizzato alla riorganizzazione ed al rilancio dell’impresa e non dell’anticamera di licenziamenti collettivi”.

Da parte delle segreterie nazionali è stata avanzata subito una richiesta di incontro con il ministero. Simbolo della decadenza del momento e di una crisi che non accenna a passare, dopo 24 anni di attività, chiude il supermercato ‘Colle Verde’in via San Lorenzo Colli a Palermo. La società, gestita dalla famiglia Colantoni, presente da più un secolo nel settore del commercio alimentare in Sicilia, ha inviato ai sindacati la lettera di avvio della procedura di mobilità per 33 dipendenti.

“Una scelta sofferta ma necessaria – afferma il CdA di Colle Verde Spa – almeno in questo ambito e in questo momento storico. La società, infatti, proseguirà sul fronte dell’attività di ingrosso tradizionale e della distribuzione che, permette all’azienda di non disperdere tutta la forza lavoro, costituita da personale competente”.

Anche la Coca Cola ha deciso di chiudere lo stabilimento di Catania e di spostare la sua produzione dalla Sicilia in Albania. Lo ha comunicato in questi giorni Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg, l’imbottigliatore siciliano autorizzato responsabile della produzione e commercializzazione di The Coca-Cola Company nella regione. La decisione è stata presa a seguito dell’introduzione della Sugar e Plastic tax, che, stando a quanto spiegato dall’azienda, avranno un impatto negativo sul bilancio, un prezzo troppo alto da pagare per continuare a stare in Italia.

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