Otello, la regia di Andrea Cigni regala al pubblico trapanese un’opera nuova - QdS

Otello, la regia di Andrea Cigni regala al pubblico trapanese un’opera nuova

Simona Licata

Otello, la regia di Andrea Cigni regala al pubblico trapanese un’opera nuova

martedì 13 Agosto 2019

La scelta del nudo in scena: un colpo ad effetto destinato a far discutere. La scelta del nudo in scena: un colpo ad effetto destinato a far discutere

TRAPANI – Colpo ad effetto per l’Otello di Giuseppe Verdi andato in scena a Trapani in occasione della 71a stagione lirica dell’Ente Luglio Musicale Trapanese, per l’intensa rivisitazione in chiave contemporanea della tragedia shakespeariana portata in scena con la regia di Andrea Cigni.

Qui la storia viene collocata nella prima metà del Novecento, in una caserma in cui gli uomini (i soldati) animano la vita di una piccola isola dell’Egeo appena occupata, con le loro donne e i figli e alla presenza della popolazione locale. La scena è imponente, con le quinte girevoli che permettono veloci cambi di scena.

Nel primo atto il colpo registico che non ti aspetti: tre soldati fanno la doccia interamente nudi. Nel gioco del vedo-non vedo, per qualche secondo i corpi scolpiti si mostrano senza vergogna. Sia ben inteso, nessuna volgarità. Cigni usa la provocazione con eleganza e sapiente raffinatezza, e rivisita il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo.

Interpretato da Kristian Benedikt, già veterano nel ruolo, Otello soccombe alla malvagità di un personaggio frustrato. Jago, che, portato in scena da Angelo Veccia, è vinto dall’invidia e dal livore, e desidera recare dolore e sgomento a chi gli è intorno e soprattutto a chi è più in alto di lui. La vendetta meschina di un uomo che vuole riscattare la propria mediocrità. Francesca Sassu interpreta una Desdemona forte e dolce, spinta da grande umana dignità. Desdemona e Otello, la storia di una donna e di un uomo inghiottiti dagli eventi negativi di cui sono circondati.

Gelosia, invidia, rabbia, stupidità sono solo gli elementi su cui si sviluppa il racconto di una storia d’amore dal tragico epilogo. Una drammaticità tristemente vera e attuale. Fortissimo il maschilismo che domina tutto il racconto e che passa sopra a tutto, anche a costo della vita, come la cieca crudeltà di Otello nei confronti di Desdemona. Un Otello che, come afferma Cigni, è un’opera ‘fisica’ e ‘mentale’.

Il gioco è di svelare il sentimento che si cela dietro la ragione cercando di comprendere dove portano le pulsioni, l’eros e la passione. Nel ruolo centrale di Otello il tenore Kristian Benedikt, dotato di straordinaria potenza fisica sonora. La Desdemona di Francesca Sassu si caratterizza per un’eleganza vocale ragguardevole; ma gioca le sue carte migliori nella pagina del quarto atto con mille sfumature, colori ed emozioni.
Il baritono Angelo Veccia nel ruolo di Jago ha affrontato un ruolo così impegnativo e complesso.

Note positive anche per il resto dei comprimari che hanno dato vita ad ottimi quadri musicali di assieme. La direzione dell’Orchestra è di Andrea Certa, con le scene e i costumi di Tommaso Lagattolla. Il progetto luci è di Fiammetta Baldiserri.
Lunghi e calorosi applausi per tutto il cast composto da Simona Di Capua (Emilia), Tatsuya Kashi (Cassio), Marco Miglietta (Roderigo), Andrea Comelli(Lodovico), Federico Cavarzan (Montano) e Roberto Agnello (Un araldo).
Il Coro lirico preparato e diretto dal M° Fabio Modica ha dimostrato personalità interpretativa e duttilità. Degno di elogio anche il Coro voci bianche “Carpe Diem” diretto da Roberta Caly.
Una scelta, quella del nudo, che non mancherà di provocare clamore?

Simona Licata

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