Palermo, amministratori locali minacciati, fenomeno in aumento - QdS

Palermo, amministratori locali minacciati, fenomeno in aumento

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Palermo, amministratori locali minacciati, fenomeno in aumento

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sabato 11 Dicembre 2021

Solo nel 2020, sono state 16 le denunce registrare dall'Osservatorio. Di matrice ignota, questi atti intimidatori non hanno seguito ma potrebbero nascondersi anche motivazioni di tipo criminale

I dati decennali di Avviso pubblico (2011-2020) inseriscono la provincia palermitana al quarto posto della classifica nazionale per intimidazioni ai rappresentanti degli Enti locali. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Forlani, Prefetto di Palermo.

Quali sono le caratteristiche del fenomeno e come si opera in un contesto simile?

“Sì, i dati di Avviso pubblico e dell’Osservatorio del ministero dell’Interno, che poi sono i dati a cui facciamo riferimento noi, inseriscono la Sicilia tra le regioni più colpite da questo fenomeno, anche se negli ultimi anni abbiamo assistito a un sostanziale incremento nei territori del Centro-Nord. Nel 2020, con 16 denunce registrate dall’Osservatorio, la provincia di Palermo si colloca al decimo posto in Italia.

Gli episodi a cui facciamo riferimento sono per lo più minacce mediante lettere anonime e spesso attraverso social, ma anche atti di danneggiamento, la cui origine nella maggior parte dei casi rimane ignota o è riconducibile a una sfera privata. In alcuni casi sono stati individuati gli autori. Non sono mancati episodi con rinvenimento di animali morti, ma a parte la simbologia non ci sono evidenze di una matrice mafiosa. Si inseriscono perfettamente in un clima di astio o addirittura di odio nei confronti di chi amministra il territorio.

Credo infatti che la maggior parte di questi episodi sono riconducibili a gesti di insoddisfazione e di astio nei confronti dell’amministratore, ritenuto responsabile di non avere soddisfatto le richieste e le aspettative. Le difficoltà connesse alla pandemia possono avere accentuato queste reazioni. Tutti gli episodi vengono comunque seguiti con attenzione dalle Forze di Polizia

Spesso la matrice rimane ignota e gli atti intimidatori non hanno seguito. Nonostante questo vengono comunque censiti dall’Osservatorio?

“Uno degli obiettivi dell’Osservatorio è proprio fare emergere i casi occulti, perché sappiamo di molti amministratori che non denunciano episodi che vengono erroneamente ritenuti fisiologici. Bisogna interrompere gli atti intimidatori ed è fondamentale salvaguardare l’autonomia e la serenità degli amministratori. Questo anche per evitare che ci possa essere un abbandono del ruolo e che si scoraggino le persone disposte ad impegnarsi nelle civiche amministrazioni”.

A tal proposito, le campagne elettorali sono i periodi in cui si verifica il maggior numero di minacce ed episodi di intimidazione.

“Esatto. L’attenzione in quel periodo è massima e bisogna evitare che nel confronto democratico tra i candidati possano esserci condizionamenti illeciti. Per questo occorre esaminare ogni episodio di intimidazione, perché potrebbero nascondersi motivazioni anche di tipo criminale”.

Come ha influito la pandemia sul vostro lavoro? Ci sono stati cambiamenti? È stato necessario modificare il vostro modo di operare?

“Il controllo del territorio, in una provincia come questa, richiede il massimo impegno delle Forze di Polizia e un continuo aggiornamento delle pianificazioni. Una città metropolitana si caratterizza proprio per fenomeni rilevanti per l’ordine e la sicurezza pubblica che assumono nel tempo connotazioni di gravità differenziata. Non credo però che a Palermo si siano avuti cambiamenti particolari in conseguenza della pandemia. Seguiamo con il massimo rigore il fenomeno più allarmante e pericoloso rappresentato dallo spaccio e consumo di stupefacenti. Probabilmente in questo caso la pandemia può avere avuto un impatto e sono in corso analisi sotto il profilo sia delle dinamiche criminali sia di quello sociale e sanitario. Sicuramente c’è un profondo clima di sofferenza in vasti strati di popolazione, che non ricondurrei alla sola pandemia, che può avere aggravato problematiche preesistenti. In ogni caso, il nostro obiettivo è quello di rafforzare il rapporto fiduciario tra le forze di polizia e i cittadini”.

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