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Palermo, riscrivere il futuro dell’ex Chimica Arenella

redazione

Palermo, riscrivere il futuro dell’ex Chimica Arenella

Antonio Schembri  |
sabato 13 Aprile 2024

Questo l’obiettivo della collaborazione tra Reinventing Cities-C40 e Comune, che puntano a recuperare gli spazi dismessi mediante progetti integrati e dal basso impatto ambientale

PALERMO – Quel luogo, in quel particolare scenario mediterraneo dominato dalle pareti del Monte Pellegrino e davanti a uno dei tratti di mare più cristallini della Sicilia che fu teatro di attive tonnare, oggi è un affascinante relitto di archeologia industriale che attende di tornare a vivere. Con i suoi quasi nove ettari di estensione e 261 mila metri cubi di volumetrie suddivise in 14 capannoni sbrecciati, l’area della ex Chimica Arenella racchiude potenzialità da trasformare in iniziative imprenditoriali e in servizi all’avanguardia. Un incastro strategico nel processo di rigenerazione urbana chiamato a soddisfare non soltanto le esigenze dell’omonimo quartiere storico di Palermo, ma anche quelle di una città che vuole guardare al futuro puntando sull’eco-sostenibilità.

Tema tanto complesso quanto ricco di aspettative, di cui si è discusso a Palazzo Forcella De Seta, sede palermitana dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, durante un workshop allestito dall’Agenzia nazionale del Demanio con il Comune e la partecipazione, per la prima volta in un progetto che ha base in Sicilia, di C40, la rete che a oggi riunisce circa un centinaio di sindaci di città sparse nel globo, impegnandoli verso azioni amministrative per contrastare la crisi climatica mediante modelli innovativi di progettazione urbana imperniati su modelli di sostenibilità, resilienza e inclusione sociale. Una finalità che sempre a livello mondiale riesce a coinvolgere 3.500 aziende su progetti di questo tipo. E che in Europa il network porta avanti, in particolare, mediante Reinventing Cities, bando per progetti urbani innovativi che ricalca il modello di quello con cui dieci anni fa l’amministrazione di Parigi chiamò sviluppatori, investitori e designer di tutto il mondo a riqualificare 23 siti in disuso distribuiti tra il centro e le periferie. Un modello adattabile, è stato sottolineato nel corso del convegno, a quella sorta di borgo silenzioso e abbandonato da decenni che è attualmente la ex Chimica Arenella.

Nel 1987 la definitiva chiusura dell’ex Chimica Arenella

Era il 1987, quando la Regione ne decretò la definitiva chiusura dopo aver insistito, senza successo, sul rilancio economico dell’area. Un luogo che ha rappresentato per Palermo un sogno di sviluppo figlio del suo tempo: quello dell’attività industriale tout court con poca o nessuna considerazione di altre potenzialità del territorio: a cominciare da quelle turistico-ricettive. E infatti rivelatosi, come in tante altre zone della Sicilia, inconciliabile con la vocazione del luogo: da quando nacque nel 1910, nell’area della Chimica Arenella si sono avvicendati diversi gruppi industriali, come la Montecatini e la società farmaceutica Schiapparelli, fino all’entrata in partecipazione dell’Iri, l’Istituto per la ricostruzione industriale. Poi, la cessione, nel 1940, al gruppo saccarifero Montesi, affiancato da tante altre realtà industriali in un periodo segnato da una variegata diversificazione dell’attività produttiva. Per arrivare, infine, alla crisi che ha cominciato a mordere già dagli anni Sessanta.

Ripensare totalmente gli spazi

“Siamo molto lieti dell’avvio della collaborazione con il Comune di Palermo – ha detto Costanza De Stefani, manager di Reinventig Cities-C40 per l’Italia – per ripensare totalmente gli spazi di questo sito unico. Il progetto di rigenerazione urbana che promuoviamo è già in corso di applicazione in 28 città del mondo, da New York a Seattle e San Francisco, da Madrid a Singapore e, con Palermo, include anche altre quattro città italiane, prevedendo una compartecipazione tra il settore pubblico e quello privato, costituito da singoli progettisti così come da team di architetti, designer e sviluppatori”.

“Lo scopo – ha aggiunto – è ridisegnare spazi dismessi o svuotati mediante progetti integrati, uniti dalla finalità di aumentare l’efficienza energetica e abbattere le emissioni, anche attraverso il riciclaggio e il riuso dei materiali, nonché la programmazione del ciclo di vita degli edifici nuovi e il recupero di quelli già esistenti”.

L’11 luglio è il termine stabilito per la consegna delle manifestazioni di interesse, le quali saranno costituite da concept progettuali, non necessariamente accompagnati, in questa prima fase, da piani di finanziamento. Il progetto che vincerà sarà quello capace anche di migliorare la viabilità, affermare la mobilità dolce e garantire una concreta accessibilità dei siti. Ma non solo: “La Chimica Arenella – ha detto il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – potrà diventare un luogo votato ai servizi, non soltanto quelli ricettivi ma anche culturali e legati in particolare al mondo della ricerca”.

Condizione per realizzare queste forme di sviluppo al momento immaginate è, secondo Maurizio Carta, assessore alla Rigenerazione urbana, attivare un sistema di corresponsabilità. “Significa – ha rimarcato – evitare progetti incardinate solo su risorse predefinite destinati a rivelarsi appena sufficienti a limitate ristrutturazioni immobiliari; e scegliere invece di lavorare su un programmazione flessibile che presupponga anche il cambio di destinazioni d’uso dei volumi presenti nell’insediamento in base alle necessità”.

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