La pandemia non ferma il Tar Catania, nel 2020 ridotti i tempi - QdS

La pandemia non ferma il Tar Catania, nel 2020 ridotti i tempi

Maria Francesca Fisichella

La pandemia non ferma il Tar Catania, nel 2020 ridotti i tempi

martedì 30 Marzo 2021

Il presidente Savasta: “Lo scorso anno abbiamo definito 7.397 fascicoli, siamo alle spalle del solo Tar Lazio”. E questo nonostante un organico sottodimensionato

CATANIA – Un anno che non dimenticheremo il 2020, segnato dall’emergenza sanitaria, che ha costretto a notevoli adeguamenti in ogni ambito. Così è stato anche per l’attività della Giustizia amministrativa. Il consueto appuntamento con l’inaugurazione dell’anno giudiziario è stato cancellato, ma l’attività del Tar di Catania dell’anno trascorso è stata raccontata al QdS dal presidente, Pancrazio Maria Savasta.

A causa della pandemia quest’anno non è stato possibile inaugurare in presenza l’anno giudiziario. Parliamo, dunque, dei dati relativi al 2020 e di quanto hanno inciso sulla vostra attività le misure necessarie per contenere il contagio, a partire dallo smart working e dal rinvio delle udienze. Quali sono state, inoltre, le questioni agitate nel periodo dell’emergenza?
“L’ormai consolidata esperienza nel processo telematico, a regime sin dal 2017, ha consentito alla Giustizia amministrativa nel suo complesso e, quindi, al Tar Catania, di non subire significativi ‘contraccolpi’ derivanti dall’emergenza da Covid, dovendosi, al più, registrare soltanto un pronosticabile calo dei depositi di nuovi ricorsi, attestatisi in 1.945, contro i 2.096 del 2019 e con decremento dei motivi aggiunti da 368 a 290, con un dato complessivo pari a 2.235, contro i 2.464 del 2019.
Il processo amministrativo, al fine di garantire il necessario distanziamento, è stato sottoposto in questo periodo ad adeguate modifiche. In particolare, sostituendo la tradizionale udienza pubblica, attualmente è stato previsto un sistema ‘ad oralità mediata’, vale a dire la possibilità per i difensori di intervenire in videoconferenza con collegamento da piattaforma telematica prestabilita. L’esperienza può ritenersi soddisfacente e il sistema ha ben funzionato. In definitiva, grazie a questi accorgimenti, sono state rinviate soltanto due udienze nel mese di marzo, comunque recuperate entro il successivo settembre. Tutte le altre sono state tenute regolarmente così come ordinariamente stabilito dall’Organo di Autogoverno. Invero, con tale modalità, è stato possibile sin da subito mediare la tutela del diritto di difesa di parti e difensori con l’interesse generale al regolare svolgimento del processo amministrativo e, quindi, della giustizia quale funzione pubblica essenziale.
Il personale amministrativo è stato organizzato con lavoro da remoto e con turnazioni in Tribunale e ha risposto in maniera eccellente, rendendosi disponibile anche ben oltre il normale orario di servizio e garantendo l’ordinaria produttività, senza disagi per l’utenza, grazie anche a un pubblicizzato sistema di collegamento mediante posta elettronica con tutti gli Uffici interni. Nello specifico, nel periodo emergenziale, il Tribunale è stato chiamato più volte ad adottare delicate e tempestive decisioni in tema di chiusura dell’attività didattica in presenza, di limitazione allo svolgimento di attività professionali e, più di recente, di somministrazione dei vaccini”.

Lo scorso anno siete riusciti a raggiungere gli obiettivi riguardo allo smaltimento dell’arretrato?
“Ampiamente. Ancora una volta abbiamo smaltito in proporzione più di ogni altro Tribunale e in termini assoluti siamo alle spalle del solo Tar Lazio, che ha ben altro personale. La statistica dice che nel 2020 abbiamo definito 7.397 fascicoli, di cui 2.527 con sentenza, con un incremento di queste ultime rispetto al 2019 dell’8,83%. Da 15.137 ricorsi pendenti al 31.12.2019 siamo passati a 9.724 al 31.12.2020. I tempi medi di definizione sono scesi da 1.320 del 2019 a 976 giorni, dato notevolmente appesantito ancora dal gravoso arretrato ultraquinquennale. Per la definizione degli appalti siamo attestati in 34 giorni per la fase cautelare e 114 per quella definitiva di merito, nella eccellente media nazionale, pari a 113 giorni”.

Sono stati compiuti passi avanti per adeguare l’organico del Tar?
“Purtroppo no. Anzi, a causa del trasferimento di un collega ad altro Tribunale, siamo rimasti in 16 magistrati su 23 in organico. Confidiamo in un corposo concorso in itinere. Come personale amministrativo la questione rischia di diventare complessa già nell’anno in corso, a causa di numerosi pensionamenti”.

I cittadini spesso non hanno chiaro il compito della Giustizia amministrativa, cioè – per farla breve – di garantire la concreta fruizione dei diritti all’interno della Pa. Secondo lei che percezione ne hanno?
“Ritengo che i cittadini ben informati siano in grado di apprezzare la funzione svolta dalla Giustizia Amministrativa. Solo per restare in tema di Covid-19, come già detto, siamo stati chiamati a livello nazionale a dirimere delicatissimi contrasti tra Autorità centrali e regionali e tra queste e quelle locali, muovendo spesso proprio da istanze di categorie di cittadini (genitori di alunni, lavoratori, professionisti), ma il ventaglio delle competenze è veramente ampio. Spesso, però, il messaggio che giunge al cittadino è che il Tar decide invadendo spazi riservati all’Amministrazione o impedendo il dispiegarsi dell’Economia del Paese e che, quindi, sarebbe meglio che non ci fosse. Vero è, invece, che, in un Paese che fa della legalità uno dei principi fondanti, come qualsiasi Giudice, il Tar interviene consentendo la tutela dei cittadini e delle imprese, curando il rispetto dell’interesse pubblico, occupandosi della legittimità dell’attività della pubblica amministrazione. Come rammentato dal Presidente del Consiglio di Stato nella relazione del 2.2.2021, la G.A. deve ‘costruire fiducia, non ricercare consenso. Ricostruire fiducia senza ricercare il consenso è proprio delle istituzioni di garanzia, sottratte al circuito della rappresentanza politica’. È per questo che ritengo sia rilevante l’attività di informazione che la stampa è chiamata a svolgere”.

Ed infine, come giudica l’avvio del 2021 e quali le prospettive?
“È difficile essere ottimisti in questo periodo, ma guai a non esserlo. La Giustizia amministrativa ha dimostrato di avere un sistema processuale anche nell’emergenza ormai collaudato e che funziona benissimo. I cittadini e le imprese meritano e hanno diritto ad avere anche al Sud un sistema Giustizia efficiente. Continueremo a fare del nostro meglio per fornire loro una risposta sempre più celere e di qualità non solo nella fase cautelare, ma anche in quella conclusiva di merito. Tantissimo è stato fatto in soli tre anni, ma c’è tanto ancora da fare. Vanno eliminate le numerose pendenze ultraquinquennali. Non è semplice riuscirci con le forze a disposizione, ma i Magistrati e il Personale, come sempre, si impegneranno al massimo per raggiungere in tempi brevi tale auspicato risultato”.

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