Ponte, “Lo studio di fattibilità è l’ennesima perdita di tempo” - QdS

Ponte, “Lo studio di fattibilità è l’ennesima perdita di tempo”

Rosario Battiato

Ponte, “Lo studio di fattibilità è l’ennesima perdita di tempo”

martedì 18 Gennaio 2022

Al QdS interviene Enzo Siviero, rettore dell’Università eCampus e super esperto di infrastrutture. “Non capisco perché spendere 50 milioni di euro se esiste già un’opzione valida”

CATANIA. “Questo studio di fattibilità è l’ennesima perdita di tempo”. Lo aveva scritto e dichiarato già lo scorso anno, lo conferma al QdS il professore Enzo Siviero, rettore dell’Università eCampus e uno dei massimi esperti di ponti della cui progettazione si è occupato per tutta la sua carriera, insegnando anche Teoria e Progetto di Ponti all’Università Iuav di Venezia. Lo abbiamo intervistato in seguito alla comunicazione di Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, che la scorsa settimana ha appunto confermato di aver reso al Cdm un’informativa sulle azioni necessarie per avviare la realizzazione di uno studio di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione di “un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina”, con un documento che dovrà “prendere in esame la soluzione progettuale del ponte aereo a più campate”.

Il professore Enzo Siviero, rettore dell’Università eCampus

Professore, il governo Draghi ha sempre mantenuto una posizione piuttosto neutra sul Ponte. Lei come giudica questo studio di fattibilità che peraltro era stato già annunciato lo scorso anno?
“La strategia sembra quella di guadagnare tempo perché non esiste una reale volontà di costruire il Ponte. Le varie opzioni sono state valutate nel corso degli anni – ad esempio quella del tunnel è stata definitivamente scartata lo scorso anno dopo la commissione istituita dall’ex ministro Paola De Micheli – e ad oggi l’unica concreta è quella a campata unica, perché è la più sicura e ha un progetto già definito. Non capisco perché spendere 50 milioni di euro, dal momento che questa è la cifra stanziata, se esiste già un’opzione valida. Io credo che sia un’acclarata perdita di tempo e di soldi”.

Il Ponte a più campate le sembra una possibilità remota?
“Bisognerebbe ripartire da zero, anche nella progettazione, non possiamo nemmeno sapere quanto verrebbe a costare allo stato attuale. Inoltre, potrebbero esserci anche delle modifiche a livello urbanistico, col rischio di andare a incidere su Messina Centro, senza considerare la necessità di procedere alla demolizione di decine di edifici. Per non parlare poi degli interventi necessari per la realizzazione delle fondazioni sui fondali.”

Il ministro ha parlato anche di opzione zero, cioè la possibilità che lo studio di fattibilità decida di supportare l’idea di non fare il Ponte. Le sembra verosimile?
“Il Ponte è una necessità, lo predico da anni anche se non sono siciliano, né calabrese. Sarebbe necessario per dare vita a una grande area metropolitana dello Stretto che andrebbe, dal lato calabrese, fino a Catanzaro e oltre, e, dal lato siciliano, fino a Catania. Nell’idea di progetto del Ponte si fa riferimento a tutto il collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Continente, che includerebbe anche la riqualificazione dei due Waterfronts Messina-Villa San Giovanni-Reggio Calabria, nonché tutte le opere di mitigazione ambientale. Non a caso è un’opera considerata prioritaria anche dall’Ue ed è collocata nell’ambito dei grandi corridoi di trasporto TEN-T”.

Secondo lei, perché la politica da decenni continua a prendere tempo su questo argomento?
“Credo che a incidere sul futuro del Ponte sia una minoranza particolarmente rumorosa, tanti piccoli soggetti che riescono poi a incidere in maniera determinante al momento la decisione, riuscendo a fare la differenza. A livello nazionale esiste una maggioranza netta a favore del Ponte, anche se poi, bisogna pur dirlo, in questo momento storico non è un argomento sentito come prioritario. Però io vorrei rimarcarne l’urgenza citando uno studio di Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Siciliana, che spiega come ogni anno l’insularità costi all’Isola circa 6 miliardi di euro, che poi sarebbe il costo dell’intero collegamento stabile, incluse anche le opere a terra”.

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