Processo Montante, un teste, pressioni sul progetto per la fusione dell'Ast - QdS

Processo Montante, un teste, pressioni sul progetto per la fusione dell’Ast

redazione web

Processo Montante, un teste, pressioni sul progetto per la fusione dell’Ast

martedì 29 Settembre 2020

Ci sarebbero state pressioni per mandare avanti il progetto di fusione dell’Ast. E’ quanto sostenuto ieri nel corso dell’udienza del processo sul cosiddetto Sistema Montante, che si celebra a Caltanissetta nei confronti di 17 imputati, dalla testimone dell’accusa Maria Sole Vizzini, commercialista e revisore contabile dell’Ast dal 2007 fino al 2016.

“Durante una riunione – ha detto la commercialista rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso – un dirigente mi comunicò che si sarebbe fatta una fusione che avrebbe inglobato tutte le partecipate di Ast. Su questo progetto si aprì una guerra. Gli interessi erano a mio parere legati, con la trasformazione dell’Ast da ente pubblico a società, al notevole parco immobili. Mi sono resa conto a un certo punto che la Regione era diventata un nemico dell’Ast. Vedendo una serie di comportamenti scorretti sono andata a volte oltre il mio ruolo scrivendo delle lettere”.

La testimone ha ricostruito la vicenda: “L’ex onorevole Vincenzo Giambrone, che è stato il primo ad opporsi alla fusione, venne indagato per un fatto legato a una collaboratrice e fu obbligato a dimettersi. Al suo posto subentrò l’avvocato Giulio Cusimano il quale si oppose anche alla fusione dell’Ast in maniera molto eloquente. Una volta è venuto gridando dicendo che era stato in audizione da Lombardo che gli avrebbe fatto delle pressioni affinché lui non rompesse le scatole sulla fusione. Mi permisi di dirgli che se c’erano elementi era più utile fare una denuncia. Un giorno mi chiama e mi dice ti devo parlare. Mi raggiunge, con il volto pallido e provato, e mi dice: ‘Mi hanno avvicinato due tipi che mi hanno detto che se rompevo le scatole su Ast mi rovinano a me e alla mia famiglia’”.

“Con Crocetta – ha aggiunto la testimone – ebbi svariati problemi e a un certo punto pensai che chi combatte l’illegalità non può pensare di poter usurpare un’azienda pubblica”. In sede di controesame la teste ha comunque confermato le dichiarazioni rese al pm; “nel dicembre 2013 mi recai da Montante su mia sollecitazione per parlare della vicenda Ast e lui mi rispose che in quel momento non era possibile procedere alla privatizzazione”.

La prossima udienza è fissata per il cinque ottobre alle 9.30 in aula bunker.

Sarà sentito come teste l’assessore Gaetano Armao.

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