Prodotti alimentari, il marchio Sicilia piace sempre più - QdS

Prodotti alimentari, il marchio Sicilia piace sempre più

Michele Giuliano

Prodotti alimentari, il marchio Sicilia piace sempre più

giovedì 30 Marzo 2023

L’Osservatorio Immagino Gs1 Italia ha fotografato come “le etichette dei prodotti raccontano i consumi degli italiani”. L’Isola è la seconda regione italiana per giro d’affari (347 milioni di euro)

PALERMO – Un’agricoltura di qualità, che trova la propria solidità nella tradizione e nella storia, e si rivolge al futuro con l’impegno e la ricerca. Questa è la fotografia dell’agricoltura siciliana disegnata dall’Osservatorio Immagino Gs1 Italia, che ha pubblicato il report su come “le etichette dei prodotti raccontano i consumi degli italiani”, giunto ormai alla dodicesima edizione.

Ad essere state incrociate le informazioni riportate sulle etichette di quasi 130 mila prodotti digitalizzati nell’anno terminante a giugno 2022 dal servizio Immagino di Gs1 Italy (ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo) con le rilevazioni Nielsen Iq su venduto (retail measurement service) e consumo (consumer panel).

La Sicilia, secondo i dati elaborati, è la seconda regione per giro d’affari, con oltre 347 milioni di euro di sell-out, l’insieme di attività che sono rivolte a sollecitare la vendita del prodotto verso il consumatore finale, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+0,9%). L’analisi parte proprio da come avviene il sell out, tipico dei mercati caratterizzati dalla presenza dei distributori, o rivenditori: acquistano la merce dai produttori e la rivendono ai consumatori finali. I produttori cercano di favorire il sell out, influenzando il comportamento di acquisto dei consumatori a loro favore. La regione è superata soltanto dal Trentino Alto Adige, ma senza uno scarto significativo.

Tra i 1.141 prodotti che segnalano in etichetta la provenienza dall’Isola, sono stati i vini Igp e Igt, la limonata, i gelati multipack (coni), il panettone, le birre e la passata di pomodoro quelli che hanno contribuito alla crescita delle vendite. I prodotti siciliani rappresentano, in totale, l’1,3% dei prodotti, con una percentuale sul totale delle vendite dell’1%. Una crescita in controtendenza rispetto al quadro generale nazionale: l’agglomerato di Dop, Doc e Docg comprende il 4,6% dei prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino e genera il 4,0% del sell-out complessivo. Tra giugno 2021 e giugno 2022, queste 4.196 referenze hanno perso l’1,3% delle vendite. Una diminuzione da ricondurre alla minor domanda (-12%), che non è stata compensata da un sufficiente aumento in termini di offerta (+10,7%).

Le categorie che hanno accusato il maggiore calo sono state i vini Doc e Docg italiani, le mozzarelle e l’aglio. Quelle che sono cresciute di più come sell-out sono state i formaggi grana, lo spumante metodo classico e quello charmat secco, arance e affettati. Lievemente negativo anche il bilancio annuo dei 1.999 prodotti Igp o Igt, che rappresentano il 2,2% dell’offerta di super e ipermercati e che contribuiscono per l’1,8% al sell-out del paniere Immagino. Tra giugno 2021 e giugno 2022, il loro giro d’affari è calato dell’1,2%.

D’altra parte, l’italianità è un elemento vincente, e di là della certificazione, sono moltissimi i prodotti al supermercato che riportano sull’etichetta la regione da cui provengono: oltre 10 mila prodotti, un ampio assortimento, pari all’11,1% di tutto il paniere alimentare dell’Osservatorio Immagino, che nei 12 mesi analizzati ha realizzato oltre 2,8 miliardi di euro di sell-out (8,2% di incidenza sul totale rilevato). Di certo la Sicilia ha dalla sua moltissimi prodotti di qualità riconosciuta: l’Isola si trova al primo posto come numero di Dop cibo, con 20 registrazioni, e al settimo posto come Dop vino, con 24 registrazioni; in termini di Igp, la Sicilia si piazza al terzo posto nel settore cibo, con 16 registrazioni, mentre si trova al settimo posto degli Igp vino, con 7 registrazioni.

Numeri che sono il segno della professionalità e dell’impegno dei produttori siciliani: per ottenere la Igp o la Dop, infatti, bisogna lavorare secondo rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo indipendente.

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