Prostituzione, Messina e le massaggiatrici cinesi "hot" - QdS

Prostituzione, Messina e le massaggiatrici cinesi “hot”

redazione web

Prostituzione, Messina e le massaggiatrici cinesi “hot”

giovedì 04 Febbraio 2021

Cinque arresti dei Carabinieri che hanno scoperto un giro di falsi centri estetici, due in città e uno a Giardini Naxos con introiti altissimi e un gran numero di clienti abituali

Un gran numero di clienti, in gran parte abituali, per i falsi centri estetici in cui, a Messina e Giardini Naxos, venivano fatte prostituire giovani ragazze orientali.

L’organizzazione è stata smantellata grazie a un’operazione dei Carabinieri che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di cinque persone di origine cinese, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione.

L’indagine è scaturita dall’attività di sorveglianza sul centro estetico denominato “Centro Benessere Summer” che aveva peraltro un sito web, con foto di giovani donne orientali riprese in abbigliamento intimo.

Un controllo effettuato nei confronti di un cliente fermato all’uscita del centro estetico, ha confermato i sospetti degli investigatori.

L’uomo ha raccontato di avere appreso dell’esistenza del centro massaggi su internet e che, dopo essersi recato sul posto, era stato accolto da una ragazza di origini orientali. Questa gli aveva proposto un massaggio specificando che con un supplemento di prezzo avrebbe potuto usufruire di una prestazione sessuale.

L’indagine ha consentito di accertare l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale composta da cittadini di origine cinese che, oltre al centro estetico a Giardini Naxos, gestiva altri due centri massaggi nel centro della città di Messina.

Tre donne di origine cinese si occupavano della gestione quotidiana dei centri estetici, organizzando il lavoro delle massaggiatrici reclutate dai capi e istruendole sul comportamento da tenere per eludere eventuali indagini delle forze dell’ordine.

Si occupavano di curare i rapporti con i clienti fissando gli appuntamenti, stabilendo le tariffe e riscuotendo i pagamenti, il tutto utilizzando un linguaggio convenzionale al fine di eludere le intercettazioni.

Alle ragazze venivano imposti rigidi turni di ferie e in caso di mancato rispetto delle “regole” di comportamento – per evitare di mettere a repentaglio l’anonimato dell’organizzazione -, venivano immediatamente rimpiazzate con altre connazionali.

Dalle risultanze investigative è emerso che ciascun centro poteva contare su un gran numero di clienti, abituali e non, che garantivano un introito mensile di circa ottomila euro.

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