Protocollo tra Prefetture e Rfi contro le infiltrazioni mafiose - QdS

Protocollo tra Prefetture e Rfi contro le infiltrazioni mafiose

redazione

Protocollo tra Prefetture e Rfi contro le infiltrazioni mafiose

mercoledì 01 Giugno 2022

In primo piano la verifica della sicurezza e della regolarità nei cantieri previsti in Sicilia. Prevista una banca dati per il monitoraggio di soggetti coinvolti e flussi finanziari in atto

PALERMO – Sono stati sottoscritti nei locali della Prefettura palermitana, più precisamente nella Sala Dalla Chiesa, due Protocolli di legalità tra le Prefetture di Palermo, Catania, Trapani, Caltanissetta ed Enna, Rete ferroviaria italiana Spa e il commissario straordinario delle opere oggetto dei protocolli, nominato con Dpcm del 16 aprile 2021.

Come sottolineato dall’Ufficio territoriale del Governo, i protocolli, predisposti in conformità alla delibera Cipe n. 62/2020, “perseguono la finalità di realizzare, in un’ottica preventiva, un efficace contrasto dei tentativi di infiltrazione mafiosa, oltre che la verifica della sicurezza e della regolarità dei cantieri di lavoro, con riferimento alle seguenti opere: realizzazione dell’elettrificazione della linea Palermo-Trapani (via Milo); realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Palermo-Catania”.

Previsti investimenti per oltre 6 miliardi di euro

Nel corso dell’incontro i responsabili di Rfi hanno illustrato i dettagli dei progetti concernenti la realizzazione delle importanti opere infrastrutturali, che prevedono investimenti per oltre 6 miliardi di euro. “Le previsioni pattizie – hanno sottolineato dalla Prefettura – estendono l’azione antimafia anche alla fase dell’esecuzione dei lavori, attraverso specifiche clausole di impegno da parte dell’affidatario a denunciare eventuali tentativi di estorsione e le cui prescrizioni sono vincolanti, oltre che per il soggetto aggiudicatore, anche, ove presente, per il gestore dell’interferenza, con trasferimento dei relativi obblighi anche a carico delle imprese appartenenti alle relative filiere e interessate a qualunque titolo alla progettazione/realizzazione dell’opera”.

Al fine di garantire più elevati livelli di prevenzione antimafia nella esecuzione delle opere, il regime delle informazioni antimafia di cui all’articolo 91 del Codice antimafia è esteso, infatti, a tutti i soggetti appartenenti alla “filiera delle imprese” e a tutte le fattispecie contrattuali, anche a quelle eventualmente già in essere, indipendentemente dall’oggetto, dal valore, dalla durata e da qualsiasi condizione e modalità di esecuzione.

Un’apposita banca-dati per consentire il monitoraggio

Significativa la previsione di un’apposita banca-dati finalizzata a consentire il monitoraggio: dei soggetti che a qualsiasi titolo rientrano nel ciclo di progettazione e/o di realizzazione dell’opera, compresi i parasubordinati e i titolari di “Partita Iva senza dipendenti”; dei flussi finanziari connessi alla progettazione e/o alla realizzazione delle opere; delle condizioni di sicurezza dei cantieri e del rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori impiegati.

Tavolo di monitoraggio dei flussi di manodopera

Come aggiunto dai firmatari dell’accordo, “tra le azioni previste merita menzione la costituzione di un apposito Tavolo di monitoraggio dei flussi di manodopera, coordinato dalle Prefetture territorialmente competenti, cui sono chiamati a partecipare anche l’Ispettorato territoriale del lavoro e le organizzazioni sindacali degli edili maggiormente rappresentative, che a questo fine hanno sottoscritto i citati protocolli”.

Le organizzazioni sindacali, nell’esprimere la loro soddisfazione per l’impatto che le opere produrranno sui livelli occupazionali e sullo sviluppo dell’intera Isola, hanno assicurato la massima collaborazione, anche attraverso l’eventuale coinvolgimento dei propri Enti bilaterali e delle Casse edili.

Il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, anche in relazione all’ampio contesto geografico di intervento, ha sottolineato la portata strategica dei Protocolli sottoscritti nel potenziamento dell’azione di contrasto preventivo ai tentativi di indebita interferenza mafiosa, “a garanzia delle stesse imprese e della concorrenza, nonché a tutela della sicurezza dei lavoratori”.

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