Pubblicare i piani di Putin e Zelensky - QdS

Pubblicare i piani di Putin e Zelensky

Carlo Alberto Tregua

Pubblicare i piani di Putin e Zelensky

venerdì 29 Aprile 2022

Il Papa ha le idee chiare

Il governo statunitense ha da poco inviato settecento milioni di dollari ed armamenti pesanti a Zelensky, per alimentare la guerra, non per cercare la pace. E così stanno facendo la Gran Bretagna e alcuni Paesi dell’Unione europea, salvo la Germania e in parte la Francia.

In quest’ultimo Paese, dopo la scontata rielezione di Emmanuel Macron, si sta ristabilizzando una linea politica che non è certo quella della Commissione europea. Staremo a vedere a giorni.
Ma intanto, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha fatto visita al presidente della Federazione Russa, Putin, martedì 26, e successiva visita al presidente dell’Ucraina, Zelensky, giovedì 28.
Queste visite sono molto opportune perché finalmente l’opinione pubblica mondiale potrà venire a sapere quali siano i piani di pace di Putin e di Zelensky.
Vi sono decine e decine di commentatori e di inviati sul campo che continuano a parlare di guerra, ma non di pace, come se questa fosse secondaria.

Stiamo ai fatti: Putin ha investito in quella che lui chiama “operazione militare” molti miliardi di euro o di dollari, probabilmente per conquistare la fascia sud del territorio ucraino ove vi è una forte presenza russofona. Ci auguriamo che sia disponibile a dire a Guterres quali siano le condizioni per fare cessare tale operazione.
Dall’altra parte, occorrerà sapere quali siano le condizioni perché Zelensky firmi l’atto di pace. Raggiunto questo punto di intesa (difficilissimo), occorreranno le controfirme di garanti, che potranno essere i singoli stati europei o tutta l’Unione europea, nonché Usa e la Cina. Non c’è un altro percorso se non quello della terza guerra mondiale, che solo i folli potrebbero attuare.
Dunque, non è inviando armi, cioè gettando benzina sul fuoco, che il problema si risolve, bensì con una forte pressione internazionale sui due contendenti affinché rinsaviscano e arrivino a concludere un accordo.
Si potrebbe obiettare che gli aggrediti siano gli ucraini e gli aggressori i russi: certamente. Ma non è discettando così che si raggiunge la pace, bensì operando con buonsenso per ottenere il fattibile.

La personalità che ha le idee chiare in questa materia è Papa Francesco, perché continua a sconsigliare l’invio di armi e a consigliare una forte azione per siglare la pace. “Basta armi, avanti la pace”, ammonisce il Pontefice, perché “la guerra distrugge tutto e tutti”.
Inoltre, l’invio di armi fa aumentare l’escalation del conflitto, esacerbare gli animi, oltre che, gravissimo, fare morti e feriti e tenere la popolazione ucraina in uno stato incivile.

Qui non si tratta di stare con una parte o con l’altra, di mettere in risalto chi ha torto e chi ha ragione, perché, come sempre, torto e ragione non stanno mai da una sola parte.
In questa vicenda, sono chiari due fatti. Il primo riguarda la provocazione di Zelensky nei confronti di Putin, sottovalutando il suo avvertimento di una guerra in caso di avvicinamento dell’Ucraina alla Nato. Il secondo riguarda la guerra vera e propria scatenata dallo “Zar” russo, con conseguenze disastrose, ripetiamo, soprattutto per la popolazione ucraina.

In questo quadro, non possiamo sottacere la parzialità delle informazioni che riguardano il conflitto russo-ucraino. Abbiamo una sovrabbondanza di notizie dal lato ucraino e quasi l’assenza dal lato russo, non perché non vi siano, ma perché l’opinione pubblica occidentale deve essere influenzata dall’informazione a senso unico che arriva dai canali ufficiali.

Intendiamoci, non mettiamo in discussione la veridicità di tale informazione, solo che essa non è controllata né bilanciata dall’altra fonte di informazione, cioè quella russa, che, per quanto purgata o silenziata, ha il diritto di essere diffusa, lasciando all’opinione pubblica la valutazione di entrambe le informazioni. Questo è un principio etico basilare di chi fa questo mestiere, che invece sembra essere stato dimenticato e accantonato, come se non esistesse, forse per interesse di parte.
Vi sono solo comunicati e rare immagini su ciò che dice il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, mentre c’è una sovrabbondanza di interviste, comunicati stampa, video, eccetera del Burattino Zelensky.
Uno squilibrio immorale che prescinde da chi possa avere torto o chi ragione, che va eliminato per esigenza di verità.

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