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Giovanni Pizzo  |
martedì 13 Dicembre 2022

Le città siciliane stazionano tra l’ottantottesimo posto ed il novantunesimo, formato da Palermo, Messina, Siracusa e Catania. Il commento.

Secondo le classifiche del Sole 24 Ore noi in Sicilia dovremmo essere morti da un pezzo. Come si fa a sopravvivere dopo anni di classifica da retrocessione? Anche quest’anno i posti in fondo, nonostante lievissime percentuali di crescita, sono assicurati.

C’è un bel filotto di città siciliane che stazionano tra l’ottantottesimo posto e il novantunesimo, formato da Palermo, Messina, Siracusa e Catania. Ci siamo fatti fregare pure da Campobasso. Certo questo fatto fa pensare. Va bene sotto Modena, ma Campobasso no! Conosco solo una persona che è stata a Campobasso ed è scappata a Trieste, che per una terrona del Sud è tutto dire.

Se dovessimo votare i politici di casa nostra per le vittorie in classifica qualità della vita non potremmo neppure andare a votare. Loro diranno “ma c’è il gap“, un classico del vittimismo meridionale. Però poi troviamo Cagliari al diciottesimo posto. I sardi non hanno il gap? Cosa avranno fatto le amministrazioni cagliaritane per stare così in alto? Comprano pagine del giornale confindustriale? Quindi volendo si può fare. Salire in classifica intendo, non corrompere i giornali.

Ma secondo voi i nostri figli emigrano a causa di queste classifiche? Perché se è cosi siamo proprio dei mentecatti noi genitori a ostinarci a stare qui, visto che i nostri figli se ne vogliono andare. Poi però guardiamole queste classifiche su quali valori vengono fatte. Per esempio quelle sul tempo libero, gli analisti vagliano la qualità del tempo libero, quanta palestra, quanti film, quanti libri abbiamo letto.

Perché non valutano la quantità di tempo libero? Si sa, noi al Sud siamo fannulloni, quindi abbiamo la vera ricchezza dei tempi moderni, un sacco di tempo libero che non sappiamo più nemmeno come passare. Non possiamo passare tutta la giornata a giocare a briscola o a fare il tocco, per chi ha la fortuna di godere di questo antico passatempo.

Poi ci annoiamo e allora ci facciamo una bella passeggiata a Mondello a prendere iodio, addirittura a farci il bagno. Cosa che un bolognese, primo in classifica, se lo può sognare. Li misurano quanti bagni a Mondello facciamo, o quante pollanche o panini con le panelle ci mangiamo al sole, quello vero non quello delle 24ore? Che poi deve essere la misura di quante ore al Nord hanno di sole in un anno.

Certo, c’è da ribaltarla questa classifica, di farle il pelo e il contropelo, noi che abbiamo un barbiere ogni cento metri, perché tanto si sa noi passiamo la vita tra Figari e pasticcerie, tra cannoli e arancine. Ops, mi è scappata al femminile.

Tutto si può fare, ma riusciamo anche a fare tornare i nostri figli? Perché ‘sti benedetti ragazzi del terzo millennio non mangiano cannoli, preferiscono il sushi. E pure il lavoro, ingrati e folli.

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