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Giovanni Pizzo  |
martedì 19 Dicembre 2023

Quale è il punto sull’ipotesi di attacco al Quirinale? La Russa dice: il Quirinale deve rientrare nel suo alveo costituzionale.

Quale è il punto sull’ipotesi di attacco al Quirinale? La Russa dice: il Quirinale deve rientrare nel suo alveo costituzionale. Apriti cielo!
Per la Sinistra è “Attacco al potere”, come se il Presidente forse il Morgan Freeman della fortunata serie di film. Per i giornali è attacco a Mattarella Scavolini, il più amato dagli italiani. Costituzionalisti di vaglia dicono che la destra vuole configurare un ruolo notarile per il Quirinale.
Ma se vediamo i presidenti della Prima Repubblica di fatto erano proprio dei notai. Quelle stagioni erano profondamente politiche e parlamentari. Il vero potere era nei congressi che eleggevano il Segretario della DC e del PCI. La politica, nelle sedi dei partiti, determinava il potere istituzionale. Nessuno parlava di moral suasion per Segni, Saragat, Pertini, Leone. Ne potevano condizionare governi ed imporre o escludere ministri. La Carta era rispettata in senso più che formale. Il Presidente era un arbitro che non assomigliava né a Lo Bello né a Collina, non determinava scudetti e campionati politici. La svolta “Autorevole”, più che autoritaria, avvenne con Cossiga, un democristiano autentico, ma anomalo, sardo e controverso. Cossiga , soprattutto nell’incredibile passaggio su Gladio, scardina la forma della Prima Repubblica, piccona partiti e politica. Alcuni diedero la colpa al fatto che era ciclotimico, altri all’angoscia del caso Moro. Da allora in avanti, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella, tutti hanno avuto alti indici di notorietà e influenza crescenti. Questo soprattutto per il crollo dell’autorevolezza della politica, liquida, cangiante, incoerente, fragile. Ai tempi dell’ultimo Cossiga stavano arrivando le stragi di Mafia, il vero attacco al potere di una cellula criminale, militare, economica. La Mafia fu la bomba e Tangentopoli la nube radioattiva, per la politica italiana fu come Hiroshima, tutto fu spazzato via. E poi tutto cambiò, la prima repubblica fu eliminata, con le sue regole e certezze. Arrivò un mondo di mezzo, abbastanza eterodiretto, ed i vertici del potere assunsero ruoli e forme differenti. La Russa ha torto o ha ragione?
Sul piano costituzionale ha torto. Togliere il potere all’arbitro di sospendere o chiuderà la partita legislativa è un vulnus al suo ruolo garante, come quello di non avere più potere nelle consultazioni per la scelta del Presidente del Consiglio. Il Premier lo vuole il popolo. Sembra quasi il motto dei Templari quando attaccavano gli infedeli, seminando morte e distruzione, se sostituiamo la parola popolo a Dio, in una deificazione del corpo, scarno e minoritario, elettorale.
Si perde, nel Premierato, quasi definitivamente il significato di Repubblica parlamentare e l’equilibrio dei poteri. Sul piano politico sostanziale La Russa ha invece ragione. Ma non perché i presidenti della Repubblica abbiano, spesso ma non sempre, esondato dal loro ruolo costituzionale. Ma perché lo svuotamento è stato fatto dalla politica. Se la politica sparisce, per effetto della teoria dei vasi comunicanti l’acqua di altri vasi riempie il suo spazio. La politica è sparita quando è entrato in vigore, post ’92, il Mattarellum, annacquando di molto, forse in maniera esiziale, le fondamenta della Repubblica del 1948. Cioè la democrazia rappresentativa. Il Mattarellum, introducendo in maniera decisiva il principio del maggioritario, ha tolto il ruolo ai partiti, al loro compito di intermediazione di temi, interessi legittimi, rappresentanza di comunità intermedie, selezione della classe dirigente dal basso. La classe dirigente veniva scelta dall’alto, e fu l’inizio dei raggruppamenti politici leaderistici. Fu il Mattarellum a creare Berlusconi e non viceversa. In un modello proporzionale né Berlusconi né Prodi avrebbero conquistato la Presidenza del Consiglio, ed il Quirinale non sarebbe esondato come dice La Russa.
Non c’è bisogno in Italia di una riforma costituzionale, basterebbe una solida, democratica, rappresentativa legge elettorale proporzionale. Finirebbe l’attacco al potere di magistratura, giornali, potentati economici ed internazionali, infine partiti leaderistici, e si tornerebbe a rappresentare gli interessi dei cittadini. I quali tornerebbero a votare, invece di astenersi, ognuno secondo il proprio intendimento e scegliendo uomini e soggetti politici, e non mettendo una X su un terno al lotto.
Così è se vi pare

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