Ragusa, settore benessere, al collasso ma si riparte l'1 giugno - QdS

Ragusa, settore benessere, al collasso ma si riparte l’1 giugno

redazione

Ragusa, settore benessere, al collasso ma si riparte l’1 giugno

giovedì 30 Aprile 2020

Nell’ultimo decreto del presidente del Consiglio si ipotizza una loro riapertura tra più di un mese. Chiesto in provincia l’intervento di Musumeci per anticipare la ripresa delle attività

RAGUSA – L’economia in provincia di Ragusa, come in tutta Italia, ha ovviamente risentito negativamente della pandemia. Conseguenze gravissime in quasi tutti i settori produttivi.

Abbiamo parlato in queste settimane del settore florovivaistico, di quello agricolo, del comparto turistico e di quello della ristorazione: ognuno di questi sta pagando lo stop forzato causato dal Coronavirus. In questi giorni, inoltre, preoccupa moltissimo anche il settore ‘benessere’ in cui rientrano a pieno titolo parrucchieri, barbieri ed estetiste. Per loro, infatti, l’ultimo decreto ministeriale ha parlato di una possibile apertura il primo giugno. Una follia, dal punto di vista delle imprese, chiuse ormai dal 12 marzo.

Ci è crollato il mondo addosso con l’ultima diretta del premier Conte – dicono diversi operatori del settore – Non possiamo rimanere chiusi ancora per più di un mese. Abbiamo già perso migliaia di euro, siamo già in ginocchio e rischiamo di non poter riaprire più”.

Il problema finanziario è ovviamente il principale visto che, allo stato attuale, sono quasi otto le settimane di inattività. Poi c’è il problema dell’abusivismo visto che in molti e senza le opportune cautele “lavorano con la saracinesca abbassata oppure vanno nei condomini o addirittura nei box auto per esercitare la professione totalmente in nero e senza rispettare le norme igienico sanitarie Covid-19 – ha sottolineato il presidente della commissione Attività produttive all’Ars Orazio Ragusa – chiedendo l’intervento del governatore siciliano Nello Musumeci.

Chiediamo al governatore siciliano di valutare l’adozione di misure ragionate ed equilibrate che, non mettendo a rischio la salute dei clienti, consentano però agli operatori di cui stiamo parlando di potersi rimettere in moto per dare un futuro alle loro attività che, altrimenti, rischiano di chiudere in via definitiva i battenti. Servono aiuti economici per poter riaprire. Ma soprattutto serve un piano complessivo che prenda in considerazione le istanze di questi operatori del settore. I quali non devono essere costretti a scendere in piazza a protestare per disperazione e, soprattutto, non devono depositare le loro licenze per manifesta impossibilità ad andare avanti”.

Anche il primo cittadino di Modica ha scritto in prima persona a Nello Musumeci visto che tantissimi addetti al settore si sono lamentati per la mancata riapertura pensata per metà maggio. “Il comparto che in provincia conta ben 735 addetti regolarmente iscritti – ha detto il sindaco – può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie. Se il Governo regionale ritiene che debbano essere definite ulteriori condizioni, che le definisca da subito per consentire di riaprire al più presto”.

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