“Rientro insegnanti no vax, continuità didattica importante” - QdS

“Rientro insegnanti no vax, continuità didattica importante”

Patrizia Penna

“Rientro insegnanti no vax, continuità didattica importante”

mercoledì 30 Marzo 2022

Bianchi, ministro Istruzione: “Ragazzi concludano anno con chi li ha seguiti”. Saranno esclusi da attività didattiche, i Cobas: “Accanimento”

ROMA – Da venerdì prossimo 1 aprile “cessano gli effetti dei provvedimenti di sospensione del personale docente e educativo disposti ai sensi della previgente normativa per il mancato adempimento dell’obbligo vaccinale” ed “il personale docente ed educativo inadempiente all’obbligo vaccinale potrà tornare a scuola ma solo per essere impiegato nello svolgimento di tutte le altre funzioni rientranti tra le proprie mansioni, quali, a titolo esemplificativo, le attività anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione”.

Lo ha precisato il ministero dell’Istruzione in una circolare dei Dipartimenti per il sistema educativo di istruzione e di formazione e per le risorse umane, finanziarie e strumentali.
“A detto personale – spiega il dicastero – si applicano, fino al 15 giugno 2022 o fino alla data di adempimento dell’obbligo vaccinale, le vigenti disposizioni normative e contrattuali che disciplinano la prestazione lavorativa del personale docente ed educativo dichiarato temporaneamente inidoneo all’insegnamento”.

“Sulla polemica relativa al personale no vax che rientrerà a scuola dal 1 aprile, dopo la fine dell’obbligo del green pass rafforzato, io pongo il problema della continuità didattica”, ha commentato il ministro Patrizio Bianchi.
“Non è possibile – prosegue Bianchi – che i nostri ragazzi abbiano per quattro mesi un insegnante e gli ultimi due mesi si torni indietro. C’è la possibilità che questo personale, di poche migliaia, venga messo a disposizione della scuola anche per affrontare quelle situazioni straordinarie che abbiamo di fronte”.
La polemica a cui il ministro fa riferimento è quella sollevata dall’Associazione Nazionale Presidi (Anp) che, attraverso le parole del suo presidente, Antonello Giannelli, ha nei giorni scorsi paventato il rischio demansionamento per tutti quegli insegnanti che non possono stare a contatto con gli studenti né dunque svolgere attività didattiche.

Il ministro, invece, insiste sull’esigenza di riconoscere agli insegnanti il loro essere un punto di riferimento essenziale per i ragazzi: “Mi sembra importante – ha spiegato ancora Bianchi – un giusto riconoscimento a tutti, ma ognuno però rispettando il punto fondamentale che sono i ragazzi, che hanno bisogno di concludere l’anno con gli insegnanti che li hanno seguiti”.

La circolare del Miur ricorda che “l’obbligo vaccinale continua a riguardare il ciclo vaccinale primario e la successiva dose di richiamo” e che “l’inadempimento dell’obbligo” comporta la “sanzione amministrativa pecuniaria di euro cento”: il personale scolastico quindi “potrà essere adibito alla normale attività didattica solo se abbia adempiuto all’obbligo vaccinale, mentre, in caso di persistente inadempimento, dovrà essere sostituito” secondo quanto previsto dalla normativa, secondo la quale “i dirigenti scolastici e i responsabili delle istituzioni provvedono, dal 1° aprile 2022 fino al termine delle lezioni dell’anno scolastico 2021/2022, alla sostituzione del personale docente e educativo non vaccinato mediante l’attribuzione di contratti a tempo determinato che si risolvono di diritto nel momento in cui i soggetti sostituiti, avendo adempiuto all’obbligo vaccinale, riacquistano il diritto di svolgere l’attività didattica”.

Per i Cobas Scuola “siamo, oggi, di fronte a un accanimento incomprensibile, visto che anche nel periodo di assenza dei docenti non vaccinati i casi di contagio nelle scuole sono proseguiti con numeri significativi, come nel resto della società. Inoltre, è particolarmente assurdo vietare di entrare in classe ai docenti con un tampone negativo (i cui costi, per equilibrare diritto alla salute e diritto al lavoro, dovrebbero essere a carico dello Stato) quando nelle stesse aule vi sono alunni, in numero sicuramente maggiore, non vaccinati e senza obbligo di tampone”.

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