Riforestazione, lo strumento più potente nelle mani dell’uomo nella lotta contro i cambiamenti climatici - QdS

Riforestazione, lo strumento più potente nelle mani dell’uomo nella lotta contro i cambiamenti climatici

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Riforestazione, lo strumento più potente nelle mani dell’uomo nella lotta contro i cambiamenti climatici

sabato 27 Aprile 2019

Per gli scienziati ci sarebbe spazio per 1,2 miliardi di nuovi alberi sulla Terra. Questi potrebbero catturare i gas serra prodotti in un decennio. L’Australia tra le nazioni più attive ed entro il 2030 sarà possibile catturare 18 mln di tonnellate di gas serra all’anno

BRONTE (CT) – Massiccio utilizzo di combustibili, crescita delle industrie ed indifferenza umana; il trio “nero” che ha fornito il perfetto ausilio per l’aumento del famigerato effetto serra e la temibile produzione di C02. L’inquinamento ambientale non è una questione sviluppatasi recentemente, bensì, questo nemico affonda le sue radici, a differenza di come tanti credono, con l’avvento delle prime rivoluzioni industriali della storia mondiale.

Oggigiorno il primo posto in classifica, secondo i dati ricavati dall’Acea, è occupato dal settore dei trasporti, che ricopre l’esorbitante cifra del 25% (dato indicante tutte le tipologie di mezzi di trasporto, le automobili detengono la percentuale più alta, circa il 13%).

Per combattere questo nemico in modo efficace, oltre le condizioni stabilite dal protocollo di Kyoto, si sta cercando di applicare nuove soluzioni: la più efficace di queste è il rimboschimento per la compensazione di CO2. Test scientifici confermano che il rimboschimento potrebbe essere lo strumento più potente nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Secondo gli scienziati, ci sarebbe spazio per 1,2 miliardi di alberi sulla Terra. Tali foreste potrebbero catturare i gas serra che l’essere umano ha prodotto per circa un decennio. Attraverso il processo della fotosintesi, l’albero è in grado di sottrarre l’anidride carbonica dell’atmosfera, dove in caso contrario, accumulandosi in massicce quantità si comporterebbe come un “velo” aumentando vertiginosamente l’effetto serra ed il surriscaldamento dell’ambiente.

Molte nazioni di tutto il mondo hanno preso in seria considerazione questo problema, intervenendo attivamente per la “parte verde” dell’ambiente; creando leggi in merito all’argomento, inserendo programmi di sensibilizzazione nelle scuole (atti a formare e “condizionare in modo positivo” le nuove generazioni di cittadini), creando spazi e parchi all’interno delle città e limitando il traffico con l’inserimento delle cosiddette ZTL (zone a traffico limitato). In Italia, ad esempio, è possibile trovare articoli della Costituzione atti a tutelare la salvaguardia dei boschi e dell’ambiente. Gli articoli 41 e 42, esprimono che, chiunque comporti l’eliminazione del bosco per una superficie superiore a 2000 metri quadrati, deve venir compensata dal rimboschimento di terreni nudi di pari superficie.

Anche l’Australia ha intrapreso dei metodi per garantire la presenza “del verde” nei suoi territori, capaci di poter compensare la produzione di CO2 e l’inquinamento creato dalle grandi città. A dimostrazione di quanto detto, entro il 2050, saranno piantati in Australia un miliardo di alberi.

Entro il 2030, le nuove foreste riusciranno a catturare 18 milioni di tonnellate di gas serra all’anno. In totale, l’Australia produce 500 milioni di tonnellate di CO2 equivalente all’anno. Attualmente, le foreste occupano il 17% del continente australiano. Secondo le statistiche e i dati forniti dal Wwf, le foreste tropicali coprono circa il 7% del pianeta e sono quelle che corrono maggiormente il rischio di essere rase al suolo (principalmente per motivi economici).

Secondo un nuovo studio, attualmente la perdita delle foreste tropicali incide per l’8% sulle emissioni annuali di CO2 a livello globale. Se la deforestazione tropicale fosse un Paese, sarebbe il terzo emettitore globale, appena dopo gli Stati Uniti e molto più in alto rispetto all’Ue.

Tra il 2015 e il 2017 le emissioni delle foreste sono aumentate del 63% rispetto alla media degli ultimi 14 anni, passando da 3 miliardi di tonnellate metriche a 4,9 miliardi di tonnellate. Nonostante la loro capacità di contribuire alla protezione contro i cambiamenti climatici sia a livello locale che globale, meno del 3% dei finanziamenti per la mitigazione del clima è destinato alle foreste. La Harris ha attribuito i precedenti episodi di scarsa attenzione nei confronti delle foreste e dell’utilizzo del suolo al protocollo di Kyoto. L’unica zona in cui si potranno usare le foreste per lo sviluppo sarà il Brasile dopo aver allentato le normative ambientali.

Nunzio Fornitto, Davide Marullo, Samuele Minissale
Classe VA Inf. – IISS B. Radice di Bronte

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