Riforme e Bilancio scelte difficili - QdS

Riforme e Bilancio scelte difficili

Carlo Alberto Tregua

Riforme e Bilancio scelte difficili

martedì 03 Ottobre 2023

Un anno di governo Meloni

Giorgia Meloni, una forte personalità e una grande capacità di lavoro – venuta al nostro forum pubblicato il 21/02/2018 – ha affrontato con cipiglio l’avventura del suo Governo, che, salvo imprevisti, dovrebbe durare fino al 2027, per scadenza naturale. In quell’anno Sergio Mattarella, ancora Presidente della Repubblica, affronterà le nuove elezioni politiche e dovrà indicare il nuovo Governo.
Intanto, l’attuale maggioranza dovrà affrontare le elezioni europee del 9 giugno del 2024 quando l’Ue eleggerà 720 eurodeputati, di cui 76 italiani. L’elettorato esprimerà a due anni dal 2022 i suoi umori nei confronti dell’attuale compagine.
Nel frattempo, quest’ultima ha quattro riforme in corso (Fisco, Giustizia, Pubblica amministrazione e digitalizzazione, Concorrenza), nonché il nodo più scottante: la preparazione della legge di Bilancio 2024, un impegno non da poco che abbisogna di grandi capacità e competenze, di equilibrio e di buonsenso.

Il Governo ha appena approvato la Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) da inviare a Bruxelles per averne le valutazioni.
È stato costretto a diminuire le previsioni di crescita di quest’anno di due decimali (portandola a 0,8 per cento) e l’anno prossimo di un paio di decimali (0,3 per cento).
Non sappiamo se queste previsioni potranno essere realizzate in quanto la situazione del nostro Paese è difficile (come sempre) e i nodi da sciogliere sono particolarmente intricati.
In questo quadro, il modo di governare in base ai sondaggi che la compagine effettua tutti i giorni non è confacente ad un programma di medio-lungo periodo quale quello necessario al nostro Paese. Ma tant’è, questo è diventato l’insano modo di governare, cioè ascoltare i/le cittadini/e attraverso i sondaggi, minuto per minuto.

Vi è inoltre un comportamento poco responsabile di tanti ministri che continuano a chiedere di allargare la spesa perché questo è il classico strumento con cui aumentano il consenso: dare ai/alle cittadini/e ciò che vogliono così da ricevere approvazione e voti.
Un saggio diceva che quando si danno soldi alla prole per svaghi e divertimenti, in effetti si dà loro veleno, perché crescono con una mentalità distorta e diversa dalla realtà.
Qual è la realtà? Quella secondo la quale ognuno per diventare libero deve avere competenze con cui può inventarsi o trovare lavoro e da cui deriva il quantum necessario a vivere senza dover chiedere. In altre parole, rispettare il principio sacrosanto secondo cui prima bisogna dare e poi bisogna chiedere per ricevere.
Ma si sa, in questo periodo le regole etiche e di buonsenso vengono accantonate perché comportano sacrifici e fatica, dimenticando gli aspetti positivi come la soddisfazione di raggiungere un risultato dopo uno sforzo.
Cosicché, il Governo ha per le mani questa gatta da pelare cioè la formulazione della legge di Bilancio 2024. Meloni ha già detto che si farà quello che sarà possibile senza sbavature e senza nulla concedere alla demagogia. Vedremo se sarà capace di resistere alle enormi pressioni che fanno ministri inconcludenti che non guardano la realtà.

L’Unione europea ha già detto senza tentennamenti che nel 2024 rientrerà in piena funzione la legge di Stabilità, cosicché la legge di Bilancio non potrà superare il deficit del 3 per cento fra entrate e uscite. Tuttavia, siccome nel nostro Paese le cose non si fanno con serietà – per cui il Governo può presumere che tutte le spese preventivate non si faranno nel 2024 – non è escluso che stabilisca un deficit formale superiore, per esempio il 3,8 o 4 per cento, sapendo che poi frenando le spese effettive esso rientrerà all’interno del fatidico 3 per cento.

Però non è vero che la compressione delle uscite significa un freno allo sviluppo perché nelle more che passano i mesi, il ministro per il Pnrr, Raffaele Fitto – venuto al nostro forum pubblicato il 24/01/2009 – sta cercando di far spendere la rata dei duecento miliardi che dovrebbero sostituire in parte le spese per investimento del bilancio ordinario.
Il quadro è complesso, staremo a vedere se questo Governo saprà trovare le equilibrate e sagge soluzioni ai gravi problemi che ha sul suo tavolo.

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