Riserva dello Zingaro, il lento risveglio dopo lo sfregio - QdS

Riserva dello Zingaro, il lento risveglio dopo lo sfregio

Vincenza Grimaudo

Riserva dello Zingaro, il lento risveglio dopo lo sfregio

giovedì 27 Maggio 2021

Vanno avanti i lavori per riaprire totalmente l’intera area: avviata la manutenzione del sentiero dell’antica fornace. Da qualche giorno la riapertura solo parziale dopo il terribile incendio del 29 agosto 2020

CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TP) – Lentamente la riserva naturale dello Zingaro sta provando a tornare pienamente operativa in vista dell’avvio della stagione estiva e in particolare dell’auspicato ritorno dei turisti. Dopo la riapertura seppur parziale delle scorse settimane, sono in corso ulteriori interventi per ripristinare anche gli altri sentieri ancora oggi off limits.

Al via gli interventi di manutenzione per il ripristino del sentiero “mastro Peppe Siino” per consentire un’imminente apertura in sicurezza. Parliamo di un sito di particolare importanza dove si trova l’antica fornace per la calce. La riserva ha riaperto i battenti alla fine dello scorso mese di aprile dopo il devastante incendio dello scorso 29 agosto.

L’inaugurazione si è tenuta alla presenza dei vertici dell’azienda foreste, che gestisce l’area, degli assessori regionali all’Ambiente Toto Cordaro e alla Pesca Toni Scilla, e di diversi sindaci della provincia trapanese. Una manifestazione che ha quasi voluto rappresentare una seconda rinascita per uno dei più bei polmoni verdi non solo della provincia trapanese ma dell’intera Sicilia.

In questi mesi sono stati rimessi in sicurezza vialetti e sentieri. I due assessori regionali, accompagnati dal dirigente generale del dipartimento regionale allo Sviluppo rurale e territoriale, Mario Candore, hanno voluto fare un sopralluogo per verificare i lavori effettuati in questi mesi che hanno permesso la riapertura dell’ingresso Sud lato Scopello e Nord lato San Vito Lo Capo. Gli interventi comunque proseguono per permettere entro giugno di riaprire tutti gli altri varchi. Al momento sono fruibili, ogni giorno dalle 8 alle 17, soltanto il sentiero medio-basso e quello alto, mentre quello costiero solo nei due tronconi iniziali che conducono alle calette più vicine ai rispettivi ingressi, Cala Capreria e Tonnarella dell’Uzzo. Adesso a questi siti si aggiungerà a giorni anche il sentiero “mastro Peppe Siino” che riapre al pubblico, e mano a mano anche altre aree torneranno a poter essere solcate da turisti, visitatori ma anche appassionati della natura e residenti.

Lo Zingaro è indicato tra le aree più belle d’Italia in diverse guide turistiche di eccellenza per le sue caratteristiche territoriali: ha una superficie di 1.650 ettari, una fascia litoranea di circa 7 chilometri; la flora della riserva è costituita da oltre 650 specie dove dominano le erbe annue a ciclo effimero che testimoniano il carattere mediterraneo di un ambiente di cui fanno parte anche le numerose bulbose e la flora rupestre, presente con parecchi endemismi di grande interesse. Gli ambienti rocciosi, la macchia arbustiva e le gariga che caratterizzano il territorio, sono l’ambiente ideale per specie ormai in diminuzione. Vanto della Riserva è infatti l’aquila del Bonelli che si riproduce regolarmente deponendo uno o due uova, il velocissimo falco pellegrino, la poiana dalle grandi ali caffelatte, il gheppio piccolo falco dal colore castano bruno, il barbagianni, l’allocco, la civetta chiudono il panorama dei rapaci.

Da evidenziare che recentemente giunta e consiglio comunale di Castellammare del Golfo, dove ricade in gran parte la riserva dello Zingaro, hanno approvato il catasto incendi che ha come obiettivo quello di contrastare l’emergenza roghi. Ad essere recepita una legge del 2000 che prevede precisi divieti per le aree che sono state interessate da incendi, ed a Castellammare del Golfo sono davvero tante: per almeno 15 anni queste zone non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio e negli atti di compravendita il vincolo deve essere richiamato. Inoltre vige il divieto, per 10 anni, di realizzare edifici o strutture per insediamenti civili e attività produttive, nonché divieto di pascolo e caccia (sempre per 10 anni). Quindi stop, per 5 anni, alle attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale con risorse finanziarie pubbliche.

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