Salute mentale, oggi la Conferenza nazionale dopo vent'anni - QdS

Salute mentale, oggi la Conferenza nazionale dopo vent’anni

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Salute mentale, oggi la Conferenza nazionale dopo vent’anni

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venerdì 25 Giugno 2021

Tra gli obiettivi della conferenza, ribadire la responsabilità pubblica delle politiche per la Salute Mentale, per garantire sul territorio nazionale il diritto alla cura e all'inclusione sociale

“Non c’è salute senza salute mentale, e essa è condizione per lo sviluppo economico e sociale delle comunità”. Alla luce di questo principio sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e a 20 anni dalla prima Conferenza Nazionale del 2001, si è aperta oggi la seconda Conferenza Nazionale per la Salute Mentale ‘Per una Salute Mentale di Comunità’. Promossa dal Ministero della Salute e tenuta in modalità streaming, sarà un’occasione di confronto sulle criticità da tempo esistenti ma anche di ripensare le politiche future alla luce delle vulnerabilità emerse nel corso della pandemia.

Tra gli obiettivi della conferenza, ribadire la responsabilità pubblica delle politiche per la Salute Mentale, per garantire in modo uniforme sul territorio nazionale il diritto alla cura e all’inclusione sociale; analizzare il funzionamento dei servizi di assistenza e dei modelli organizzativi, le risorse umane ed economiche impiegate, la qualità delle risposte date. La realizzazione della Conferenza avviene a conclusione di un percorso di approfondimento sviluppato da oltre un anno attraverso i lavori del Tavolo Tecnico per la Salute Mentale, istituito presso il Ministero.

Le principali criticità saranno affrontate nel corso dell’evento che accoglierà le testimonianze di utenti, famiglie, operatori e strutture attive nel settore, oltre a rappresentanti di istituzioni nazionali e regionali. “L’analisi condotta dal Tavolo Tecnico ha messo in evidenza i punti di forza e le aree nelle quali il sistema di cura ha necessità di un intenso lavoro di manutenzione – afferma Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL di Modena e coordinatore del Tavolo tecnico – dai servizi per l’infanzia e l’adolescenza, al più attento monitoraggio delle attività, passando per il rafforzamento del rapporto con le Regioni, per un efficace contrasto alle disuguaglianze di accesso ai percorsi di terapia e riabilitazione”.

“La salute mentale è una priorità per il nostro governo, ed è questo è il momento giusto per una iniziativa larga e partecipata che rimetta questo tema al centro delle nostre politiche, a partire dal mandato dell’articolo 32 della Carta Costituzionale”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo alla Seconda Conferenza nazionale sulla Salute mentale, sottolineando che “dobbiamo assicurare insieme risorse aggiuntive nell’ambito della fase espansiva della spesa pubblica per la sanità”.

“Voglio assicurare il mio impegno personale e quello del ministero – ha precisato – per individuare ipotesi volte a sostenere concretamente i servizi di salute mentale, evitando che alle affermazioni di principio non facciamo seguito azioni concrete capaci di cambiare le esperienze di persone con sofferenza mentale a cui dobbiamo garantire percorsi di piena presa in carico”. Da questo punto di vista, “la prima risorsa che dobbiamo mobilitare è però quella culturale, riallocando risorse spese verso interventi più efficaci, attraverso la condivisione di buone pratiche”.

Ma da sola non basta. “Un primissimo segnale – ha aggiunto – c’è stato nel decreto 34 del 2020 e nel ristori bis, ma serve di più. Possiamo lavorare con le regioni su due possibili fonti di finanziamento: la prima è vincolare una quota parte del Fondo per il 2021 e la seconda è destinarvi parte dei fondi ex articolo 20, per riqualificare le sedi delle strutture dedicate a salute mentale. Inoltre stiamo negoziando i fondi strutturali che potrebbero esser destinati alla salute mentale nelle 7 regioni del sud, con specifici progetti a sostegno di realtà meno attrezzate”.

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