Un piccolo tesoro dal grande valore storico in un’area di proprietà della Chiesa madre - QdS

Un piccolo tesoro dal grande valore storico in un’area di proprietà della Chiesa madre

Pietro Vultaggio

Un piccolo tesoro dal grande valore storico in un’area di proprietà della Chiesa madre

venerdì 30 Agosto 2019

Una balaustra marmorea, di forma rettangolare, con base di un metro e altezza di 1,40 mt. Un bassorilievo risalente all’epoca di Carlo V è stato rinvenuto recentemente a Sciacca

SCIACCA (AG) – Ritrovato un bassorilievo marmoreo risalente al XVI secolo. “Un rinvenimento – ha affermato Franco Lo Bue, geologo e autore della scoperta – che attribuisce grande valore e arricchisce la città sia in campo preistorico che in quello medievale. Un pezzo, epoca Carlo V, con simboli araldici interessanti”.

L’opera è stata trovata in un sito di disponibilità e proprietà della Chiesa Madre di Sciacca, durante una visita casuale. Nel dettaglio, si tratta di una balaustra marmorea con forma rettangolare, spessore di circa 15 centimetri, base di un metro e altezza di 1,40 mt. “La natura lapidea – ha aggiunto il geologo – non è stata individuata con precisione, anche se si tratta di calcare bianco, possibilmente Trubo, ampiamente presente nei nostri territori, conosciuto anche come marmo di Carrara. Lo studio effettuato finora rileva tre elementi sostanziali: nella parte alta, in posizione centrale, è dominante una aquila ad ali spiegate, elemento che risulta presente anche nelle due antiche porte di accesso alla città di Sciacca ancora esistenti (porta San Salvatore e porta Palermo); in area sottostante si rileva la presenza di un leone rampante, ampiamente presente nei tanti simboli araldici saccensi; una scritta in latino ancora da interpretare”.

Durante il 1500, periodo del bassorilievo, questa parte della Sicilia era esposta e soggetta a incursioni piratesche, tanto che l’imperatore Carlo V ordinò, nel 1543, di consolidare le mura di Sciacca, danneggiate anche dal terremoto del 1542. Un consistente intervento fu messo in campo nel lato Nord, con l’attuale porta San Calogero strutturata in modo megalitico radiale. In una nicchia sopra la chiave di volta, fu posizionata una balaustra marmorea biancastra con l’aquila imperiale in omaggio a Carlo V. In epoca successiva, l’opera fu rimossa e messa sotto tutela della chiesa.

Lo Bue ritiene che l’opera in oggetto sia lo stemma murario del XVI secolo e che, in modo meritevole, la chiesa di Sciacca abbia saputo tutelarlo da atti vandalici. Infine, le condizioni del bassorilievo marmoreo, pur con i limiti determinati da uno stato di osservazione non ottimale, sembrerebbero nel complesso buone.

“Un piccolo danneggiamento nello spigolo in alto a destra – ha concluso lo studioso – non risulta essere determinante e l’insieme è sostanzialmente in uno stato di conservazione accettabile. Il bene verrà tutelato dalla Soprintendenza e questo garantisce che non sopraggiungano brutte sorprese”.

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