Sicilia, Futurismo o Fu-turismo? - QdS

Sicilia, Futurismo o Fu-turismo?

Carlo Alberto Tregua

Sicilia, Futurismo o Fu-turismo?

venerdì 18 Settembre 2020

Bisogna guardare con gli occhi del domani, tentando di disegnare come dovrà essere la società siciliana nel 2030.
Se c’è chiarezza nel disegno e negli obiettivi da raggiungere, si può redigere un programma con un calendario rigoroso per realizzare tali obiettivi. Guardare al futuro non è cosa semplice, però vi sono studi e proiezioni che fanno intravedere come esso possa essere configurato da qui a dieci anni.
Su quali assi dovrebbe puntare la nostra Isola? Sul green, sulle infrastrutture, sulla rimessa in ordine del territorio che frana ogni momento, sul turismo, sull’innovazione, sulla ricerca delle quattro Università, sull’agricoltura innovativa e soprattutto sull’utilizzo dell’elevato numero di beni culturali, paesaggistici, archeologici di ogni tipo, da far fruire non solo ai turisti, ma anche ai siciliani e in particolare agli scolari.
Quanto precede non è semplice, ma con le intelligenze giuste si può fare.


È vero che per realizzare un programma che abbia gli obiettivi prima indicati occorrono risorse finanziarie, ma queste non mancano. Mancano invece le competenze, l’organizzazione dei servizi, la voglia di fare e il senso di responsabilità di coloro che gestiscono le istituzioni e della sottostante burocrazia, che in questo momento è inchiodata.
Puntare al Futurismo evitando quello che con un gioco di parole si potrebbe scrivere Fu-turismo.
Le linee aeree dei paesi orientali sono interrotte, ma anche quelle del Nord Europa, dell’America e dell’Asia. Nel mese di agosto, secondo la società di gestione, l’aeroporto di Catania ha raggiunto appena il cinquanta per cento del numero di passeggeri in arrivo e partenza rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Ma già nel corrente mese si manifesta una flessione, il che non fa presagire un autunno decente.
Di fronte a questa ipotesi la Regione dovrebbe promuovere il turismo congressuale e convegnistico, mandando in giro per l’Italia, nelle oltre duecento organizzazioni che fanno la loro riunione annuale, i migliori dirigenti perché facciano opera di convincimento.

La collaborazione delle organizzazioni imprenditoriali con le Università dovrebbe portare a un aumento dei brevetti che sono la base per sviluppare il business. Questa collaborazione non è molto intensa, con la conseguenza che non solo la Sicilia, ma tutto il Paese è in forte deficit rispetto alla media europea per numero di brevetti.
Poi bisogna sostenere l’agricoltura, finanziando l’acquisto di strumenti e macchinari, oltre che adottando le nuove tecniche che servono per migliorare i prodotti per i quali occorre una forte azione di marketing, in modo da introdurli sempre di più nella grande distribuzione organizzata (Gdo).
È vero che nel campo enologico i nostri imprenditori del settore hanno fatto passi avanti notevoli, però è anche vero che il numero di vini certificati è molto inferiore, per esempio, a quello del Veneto o del Piemonte.
Un’attività molto intensa dovrebbe essere effettuata con l’apertura dei cantieri. Ve ne sono centinaia bloccati, perché manca una firma o un documento, oppure perché incagliati in controversie giudiziarie.


La questione delle opere pubbliche è fondamentale e dovrebbe essere messa ai primi punti dell’ordine del giorno della Regione, degli Enti locali, delle organizzazioni imprenditoriali e di quelle sindacali.
Stiamo chiudendo il programma operativo europeo 2014/2020 senza essere riusciti ad utilizzare per intero le somme disponibili allo sportello di Bruxelles. Non sappiamo quale sia l’ammontare della spesa certificata che il dipartimento competente riuscirà ad ottenere per la fine di quest’anno, ma dalle notizie raccolte non sembra che essa sia soddisfacente.
Vi è una sorta di incartamento del sistema, che soffre della mancata digitalizzazione e quindi della mancata rapidità di compilare i progetti e di compilarli rigorosamente secondo le procedure europee.
Peraltro i dirigenti non sono incentivati ad evadere con rapidità tali progetti, anche perché chi fa e chi non fa guadagna le stesse somme.
Per guardare al 2030 ci vogliono volontà, capacità e chiarezza di idee, oppure ci arriveremo in queste condizioni: un disastro.

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