Siracusa, la Dia in prima linea contro la criminalità - QdS

Siracusa, la Dia in prima linea contro la criminalità

Luigi Solarino

Siracusa, la Dia in prima linea contro la criminalità

sabato 15 Aprile 2023

La Direzione investigativa antimafia ha presentato la relazione delle attività svolte sul territorio aretuseo negli ultimi sei mesi: focus su gioco d’azzardo, spaccio di stupefacenti ed estorsioni

SIRACUSA – Droga, gioco d’azzardo e estorsioni: sono le attività più lucrose della criminalità organizzata in provincia di Siracusa. È quanto emerge dall’ultima relazione semestrale della Dia (Direzione investigativa antimafia).

Nel territorio aretuseo coesistono molteplici organizzazioni mafiose nonostante le investigazioni condotte nel tempo abbiano consentito un ridimensionamento dei principali gruppi mafiosi tramite l’arresto di esponenti di primo piano. Il territorio siracusano risulta infatti caratterizzato dalla presenza di due macro gruppi di riferimento che esercitano la loro influenza in ambiti geografici ben definiti.

Nel quadrante Nord di Siracusa è presente il gruppo Santa Panagia, frangia cittadina della ramificata compagine Nardo-Aparo-Trigila a sua volta collegata alla famiglia Santapaola-Ercolano di Cosa nostra catanese. Nel contesto urbano si colloca anche il sodalizio dei Bottaro-Attanasio legato anche al clan etneo dei Cappello e molto attivo nelle estorsioni e nello spaccio di sostanze stupefacenti che costituisce la principale fonte di guadagno anche per le altre consorterie.

Gli esponenti di vertice dei clan in questione seguirebbero una logica di spartizione territoriale per gestire in piena autonomia le piazze di spaccio di stupefacenti prevalentemente approvvigionato dai sodalizi mafiosi etnei. Permane l’influenza della famiglia Nardo nella parte settentrionale della provincia (Lentini, Carlentini ed Augusta) anche se nel semestre tale consorteria è stata duramente colpita dagli esiti dell’operazione “Agorà” e da una confisca di beni, per un valore di circa due milioni di euro.

Il controllo capillare del territorio da parte della consorteria Nardo verrebbe esercitato con il costante appoggio della famiglia Santapaola-Ercolano che altera lo svolgimento delle libere attività imprenditoriali considerate proficua opportunità per una parassitaria acquisizione di risorse finanziarie utili all’associazione mafiosa.

La zona Sud prossima ai centri di Noto, Pachino, Avola, Rosolini, appare da tempo sotto il controllo del clan Trigila del quale una recente indagine ha documentato sia la sua posizione dominante rivestita nel settore del trasporto su gomma di prodotti ortofrutticoli, della produzione di pedane e della produzione e commercio di prodotti caseari. Il clan, ricorrendo ad un modus operandi consolidato nel tempo e sfruttando la riconosciuta caratura criminale, penetra il tessuto economico del territorio grazie a compiacenti aziende in grado di alterare le regole della concorrenza conseguendo illeciti profitti.

Nella frazione di Cassibile, a Sud di Siracusa, risulta attivo il sodalizio dei Linguanti, articolazione dei Trigila, mentre nei territori di Pachino e Portopalo di Capo Passero prevale l’egemonia del clan Giuliano, “vicino” al clan Trigila. La zona pedemontana della provincia aretusea, compresa tra i Comuni di Floridia, Solarino e Sortino, risente invece dell’influenza criminale degli Aparo, consorteria particolarmente attiva nelle estorsioni, nell’usura e negli stupefacenti.

Accanto alle tradizionali organizzazioni criminali ne coesistono altre che, pur non potendo qualificarle “di tipo mafioso”, rivestono una rilevanza nel panorama criminale provinciale con interessi che continuano a manifestarsi nei tradizionali settori del traffico e dello spaccio di stupefacenti, delle estorsioni, del gioco d’azzardo e dell’usura.

Quest’ultimo ambito si conferma tra le forme delittuose più ricorrenti talvolta connesso con lo “sfruttamento” della ludopatia favorita dal sistema delle piattaforme on-line di gioco e scommesse.

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