“Sudano? Non ha la faccia di chi si ritira”, Salvini non molla il candidato di Catania

“Sudano? Non ha la faccia di chi si ritira”, Salvini non molla il candidato di Catania

Daniele D'Alessandro

“Sudano? Non ha la faccia di chi si ritira”, Salvini non molla il candidato di Catania

Chiara Billlitteri  |
giovedì 23 Marzo 2023

La giornata palermitana del ministro, tra amministrative e infrastrutture

Se non fossero bastate le dichiarazioni concilianti che si sono susseguite per tutto il pomeriggio, a suggellare l’atmosfera di festa che si respira nel centrodestra – almeno apparentemente – a metà dell’incontro sulle infrastrutture che si è svolto a Palermo e al quale hanno partecipato il ministro ai Trasporti Matteo Salvini e il presidente della Regione, Renato Schifani, due persone si sono dovute far spazio tra la folla per portare sul retro una ventina di casse di spumante. 
Destinate, probabilmente, ad un brindisi post-incontro, per festeggiare uno dei traguardi, o forse tutti, che Salvini e Schifani si sono intestati nel corso del tour tra Catania, Taormina e Palermo: il progetto del ponte sullo Stretto, “l’alta velocità” Palermo-Catania e il via ai lavori per la diga di Pietrarossa

La giornata di Salvini

Per tutto il giorno Salvini è stato circondato dal gotha della Lega siciliana e dall’intero universo di governo e sottogoverno regionale: da Catania a Palermo gli hanno fatto compagnia, tanto per citarne alcuni, il presidente Schifani, il vicepresidente Luca Sammartino e la compagna, candidata a sindaca di Catania Valeria Sudano, e – a Palermo – il commissario siciliano di Forza Italia Marcello Caruso, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e la nuova leader siciliana della Lega, Annalisa Tardino, che ha anche organizzato la tappa palermitana del tour di Salvini.
Il convitato di pietra, in tutto ciò, non è stato qualche esponente politico, ne’ un “collega” di coalizione, ma, in senso figurato, il candidato a sindaco di Catania del centrodestra.
Per tutto il giorno Salvini è andato in giro a parlare di opere pubbliche e infrastrutture, “il mio mestiere è quello di sbloccare le opere” ha detto a Catania, ma l’unica cosa per cui la sua presenza sembrava fosse davvero importante era segnare un punto nella sfida per scegliere il candidato a sindaco del capoluogo etneo. E lo ha fatto con accanto Valeria Sudano, che qualche giorno fa si era candidata per poi vedere “ridimensionata” la sua corsa a sindaco dagli alleati di coalizione e dal presidente Schifani stesso.

“Sudano? Non ha la faccia di chi si ritira”

Valeria Sudano non ha la faccia di una che si è ritirata”, ha detto, lapidario, Salvini rispondendo ai giornalisti che, giustamente, gli facevano domande sull’unica cosa che sembrava contasse oggi: che il centrodestra che governa la Sicilia, a due mesi dalle Amministrative, non abbia ancora un candidato nei due capoluoghi in cui si vota, Catania e Trapani.
Una conferma del fatto che il nome della Sudano è in campo, e che avrebbe dovuto scatenare qualche reazione scomposta negli alleati. Sono seguite, invece, dichiarazioni di ritrovata serenità, con il commissario di Forza Italia Caruso che ha detto “quelle di Salvini sono parole che vanno nella direzione che auspicavamo: la candidatura di Valeria Sudano a Catania è autorevole e viene ora proposta al tavolo del centrodestra”, Schifani che a Palermo ha aggiunto “Salvini ha pronunciato parole d’oro, perché secondo me l’unità fa parte del Dna del centrodestra”, e Salvini stesso che continua a ripetere “Ho sentito Giorgia (Meloni, ndr) anche stamattina. Siamo d’accordo su tutto. Andiamo d’accordo su tutto”. Casomai qualcuno stesse insinuando il contrario.

Mpa: Sudano ha fatto un passo indietro

Gli unici che forse non hanno capito bene il messaggio sono stati quelli del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, che attraverso il rappresentante al tavolo regionale del centrodestra, Fabio Mancuso, ha fatto sapere che la Lega avrebbe fatto rientrare “la candidatura a sindaco di Valeria Sudano, inopportunamente messa in campo. Un passo indietro quindi, senza se e senza ma”. Se lo dicono loro…
Camminando in mezzo alla sala gremita dell’incontro a Palermo, deputati regionali e pezzi del sottogoverno leghista, alla domanda “di che si parla oggi?” rispondono tutti: “festeggiamo il nuovo corso del partito in Sicilia”. Nessuno parla di amministrative. Un deputato all’Assemblea regionale ride: “amministrative? perché, si vota?”, mentre Salvini quasi ostenta la candidatura della Sudano e, al momento in cui scriviamo, Fratelli d’Italia, ancora, tace. In sottofondo, il dibattito sulle infrastrutture in Sicilia, con interventi da remoto e in sala ai quali nessuno degli spettatori era davvero interessato. Tutti sono lì per vedere – o farsi vedere – dal segretario Salvini, che rimane in silenzio, dispensa qualche sorriso e cenni di saluto.

Le bottiglie

Nel frattempo vengono stappate le bottiglie di spumante nel retro della sala dove Salvini e Schifani siedono accanto mostrando sintonia, Salvini interviene sul finire, dice due parole sull’ironia che un leghista, a Palermo, stia festeggiando la futura costruzione del ponte sullo Stretto, che i posti di lavoro che si creeranno non appena avviati i cantieri toglieranno terreno fertile alla Mafia. Non brinderà lui, che domani deve presentarsi all’Aula bunker di Palermo per il processo su Open Arms, dove è imputato. Meglio non sfidare la sorte.

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