Teatro, il Must Musco di Catania riparte con sette spettacoli - QdS

Teatro, il Must Musco di Catania riparte con sette spettacoli

redazione

Teatro, il Must Musco di Catania riparte con sette spettacoli

mercoledì 30 Settembre 2020

Quattro spettacoli popolari, su drammaturgie classiche o appositamente riscritte, un cast di beniamini della comicità catanese e non, e tre lavori di taglio contemporaneo

“In tempo di Covid19, il teatro è stato il settore più colpito, sia sul piano artistico sia su quello economico.” Ha esordito il regista Giuseppe Dipasquale, direttore artistico del Must Musco Teatro. “Molte compagnie hanno visto interrotte le programmazioni nei vari teatri italiani. Noi stessi abbiamo dovuto, per Decreto Presidenziale, chiudere i battenti e interrompere la programmazione quando ancora tre spettacoli ci separavano dalla fine della stagione. Ma una civiltà senza arte e senza teatro rischia di perdere il senso della propria identità, della fiducia nel prossimo e della capacità di sognare per affrontare le controversie quotidiane che ciclicamente ci affliggono.” Così, la nuova stagione, nel segno volitivo di “The Show MusT” go on, riprenderà integrando gli spettacoli persi nella stagione scorsa più altri quattro totalmente nuovi, con agevolazioni sui costi di abbonamento e formule agili. “Lo spettacolo deve andare avanti perché fermarsi significa certificare una resa totale e fatale” ha sottolineato l’attrice Valeria Contadino. “Il Must Vuole offrire al fedele pubblico la possibilità di entrare in sala, nella totale sicurezza e controllo delle norme anti Covid, con la possibilità di un sorriso ulteriore.”

Quattro gli spettacoli di genere comico e popolare, su drammaturgie classiche o appositamente riscritte, e con attori beniamini della comicità catanese e non, e tre di taglio contemporaneo, un teatro che fa riflettere, senza annoiare, su tematiche importanti di impegno civile. Da quest’anno parte inoltre un collaborazione integrata con una compagnia storica del teatro a Catania, La casa di creta -Teatro Argentum Potabile, diretta da Steve Cable e Antonella Caldarella, che lavoreranno fianco a fianco per tenere vivo e attivo quel luogo di contaminazione e creatività che è il Must Musco Teatro. Di seguito gli spettacoli in programma: “Il mio nome è Caino” di Claudio Fava, “Clitennestra, il processo” di Alma Daddario, “Mia figlia vuole portare il velo”di Sabina Negri, “Lazzaretti e lazzariati” di Nino Mignemi, “Stonchiti” da Martoglio di Guia Jelo, “Giulietta & Rommeo” testo e regia di Giuseppe Dipasquale e “L’eredita’ dello zio canonico” di Antonio Russo Giusti.

Alla presentazione hanno partecipato numerosi artisti e abbonati del Must oltre alla presenza dell’Assessore Regionale al Turismo e Spettacolo, Manlio Messina, che ha apprezzato lo sforzo privato che Dipasquale e Contadino stanno compiendo per mantenere il Musco come un bene prezioso della Città di Catania, sottolineando come le azioni concrete del Governo regionale di Musumeci sono state indirizzate non solo ai teatri pubblici di fisiologica pertinenza, ma anche ai privati: il capitolo di cinque milioni di euro per i biglietti non goduti durante il lockdown, altri cinque milioni presto disponibili per integrare il mancato incasso in seguito alla riduzione dei posti per il distanziamento, la flessibilità relativa al distanziamento per la nuova stagione, l’apertura del Ris (fondo di rotazione anche ai privati con almeno tre anni di attività). Sulla stessa linea l’Assessore Comunale Barbara Mirabella che ha evidenziato come “il Comune di Catania già nella programmazione del Catania Summer Fest abbia compiuto un piccolo miracolo ospitando decine e decine di proposte teatrali contribuendo economicamente dal fondo per la tassa di soggiorno”. Il MusT riconferma la sua vocazione di rifugio alla creatività capace di contaminare e abbattere le barriere dell’ovvietà; un luogo di incontro per la cittadinanza che sappia offrire una nuova visione della realtà in cui far convergere esperienze, interessi, riflessioni e partecipazione; un laboratorio sperimentale per gli artisti del territorio – e sono tanti – differenti tra loro per genere e linguaggio.

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