Terremoti, Ministro evoca la prevenzione - QdS

Terremoti, Ministro evoca la prevenzione

Carlo Alberto Tregua

Terremoti, Ministro evoca la prevenzione

giovedì 09 Febbraio 2023

Politici muti e sordi

I gravissimi terremoti che hanno colpito Turchia e Siria hanno provocato distruzioni enormi perché in quei Paesi non si è fatta la prevenzione antisismica, costruendo gli immobili opportunamente e ristrutturando quelli esistenti, altrettanto opportunamente.
Nel Giappone post 1945, invece, avendo la consapevolezza della frequenza dei terremoti che colpiscono quel Paese, tutti i governi hanno ricominciato la ricostruzione partendo dalla base e cioè edificando gli immobili in forma antisismica e capaci di resistere fino all’ottavo grado della scala Richter.
Quando si verificano i sismi, in quel Paese, i palazzi anche altissimi, oscillano ma non subiscono danni.
È evidente che la prevenzione e la lungimiranza di quei governanti sta preservando i giapponesi dagli enormi danni sismici e anche dalla perdita di tante vite umane.

Anche il nostro Paese è debole sotto il profilo sismico (non solo). Già dal dopoguerra sentiamo parlare i diversi governi di un piano per la ristrutturazione antisismica degli immobili. Tutte parole al vento.
Solo nel 1981 è uscita la legge che impone le regole antisismiche nelle nuove costruzioni, ma l’immenso patrimonio immobiliare, pubblico e privato, antecedente a quella data, è fragile, con la conseguenza che contiamo morti, feriti e danni per miliardi.

Nel passato abbiamo sentito qualche ministro affermare un’aberrazione: “Ristrutturare gli immobili contro i terremoti costerebbe una enormità che il governo non può permettersi”.
Se quel ministro avesse fatto i conti che la ricostruzione dopo eventi distruttivi costa dieci volte di più, probabilmente avrebbe avuto il buon senso di tacere. è infatti noto che se si investe un euro per prevenire, si evitano danni da ricostruzione dopo gli eventi sismici per dieci euro.
Eppure, nel nostro Paese non mancano le risorse destinate alla ristrutturazione antisismica degli immobili. Esiste infatti l’ecobonus (legge 90/2013) e il famoso 110 per cento, ora ridotto al 90 per cento.
Perché non vi è nessun punto nel programma governativo per affrontare le riparazioni idrogeologiche dei territori? Perché non c’è nessun punto nel programma dell’attuale governo (ma neanche dei precedenti) per costringere i proprietari degli immobili pubblici e privati a effettuare le ristrutturazioni relative?

Due quesiti che non hanno risposta, ovvero ce l’hanno perché azioni coercitive previste da leggi potrebbero allontanare il consenso di tanti cittadini che preferiscono affidarsi al caso e alla speranza che non accada mai un terremoto piuttosto che affrontare le scomodità di una ristrutturazione antisismica.
È il classico comportamento di chi vede fino alla punta del proprio naso e non guarda lontano, possibilmente oltre l’orizzonte. Infatti, tutti i dirigenti politici e istituzionali guardano ai sondaggi, giorno per giorno, e non programmano piani poliennali, magari a dieci o quindici anni. Questa cecità sta facendo regredire il Paese che poi piange quando capitano eventi distruttivi.

Il ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, Sebastiano (Nello) Musumeci, non avendo nulla da fare né per il Mare né per il Sud, in quanto non gli è stata affidata alcuna delega, avrà invece molto da fare occupandosi della Protezione civile e dei lidi balneari. Quest’ultima una materia ostica per la contestata applicazione della direttiva europea Bolkestein.

In una recente intervista televisiva gli abbiamo sentito dire che in Italia non vi è la cultura della prevenzione del territorio e antisismica degli immobili. Ha perfettamente ragione e concordiamo con lui.
Ciò non ci impedisce, però, di rilevare un dato obiettivo e cioè che nei cinque anni della sua presidenza alla Regione siciliana, la più estesa d’Italia insieme alla Lombardia (25 mila chilometri quadrati), non vi è stato alcun atto nella direzione da lui oggi auspicata. Per cui, il territorio della Sicilia è oggi come cinque anni fa (e come cinquant’anni fa); gli immobili fragili sono oggi come lo erano cinque anni fa (o cinquant’anni fa).
Quanto è bello parlare! Molto più difficile è operare concretamente, realizzando obiettivi.

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