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Traffico di rifiuti, arresti e sequestri in Sicilia orientale

redazione web

Traffico di rifiuti, arresti e sequestri in Sicilia orientale

mercoledì 16 Dicembre 2020

Acquisiti atti nell'Assessorato regionale Ambiente. Sedici le misure cautelari ieseguite dai Carabinieri dopo un'indagine della Dda peloritana,. Sequestrati gli impianti della Eco Beach di Giardini Naxos e della Ofelia di Catania a Ramacca.. L'indagine nata dallo straripamento di un fiume. Pubblici funzionari conniventi

I Carabinieri per la Tutela ambientale e del Comando Provinciale di Messina, insieme ai militari dell’Arma di Catania e Siracusa, hanno eseguito misure cautelari emesse dal Gip, su richiesta della Dda di Messina nell’ambito di un’inchiesta con ventuno indagati nata dai controlli dei militari del Noe e della Compagnia di Taormina a un impianto di trattamento rifiuti di Giardini Naxos (Messina) realizzato abusivamente in un’area sottoposta a vincoli idrogeologici.

Un giro di mazzette dietro le autorizzazioni

L’inchiesta ha fatto luce su un giro di mazzette per le autorizzazioni e ha portato a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, nove arresti domiciliari, quattro obblighi di firma e un’interdizione dai pubblici uffici.

Tutti i nomi degli indagati

In carcere sono finiti l’imprenditore Venerino Savio ed Eugenio Faraone.

Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Patrizia Savio, Gaetano Monastra, Giuseppe Monaco, Rosario Russo, Davide Giunta, Matteo Taliò, Giovanni Longo, Stefano Codevilla e Romolo Barbini.

L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziario è stato notificato a Simone Savio, Basilio Gugliotta, Vincenzo Intilisano e Rosario Catanzaro, mentre la sospensione di sei mesi dall’esercizio del pubblico ufficio è stata disposta per Concetta Sarlo.

Gli indagati rispondono, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, traffico illecito e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.

Contestati anche i reati di realizzazione di discariche abusive, invasione di terreni, deviazione di acque, falso e abuso d’ufficio.

Il gip ha anche disposto il sequestro delle società Eco beach s.r.l. di Giardini Naxos e Ofelia s.r.l. di Catania, per un valore complessivo di circa sei milioni di euro.

La Eco-Beach al centro delle indagini

L’inchiesta, coordinata dal procuratore di Messina Maurizio de Lucia, ha preso il via nel 2016 e ha portato alla scoperta di un’associazione criminale che avrebbe commesso una serie di reati legati all’attività di smaltimento illecito dei rifiuti, al traffico illecito di rifiuti, oltre a crimini funzionali a nascondere il complesso ingranaggio che nascondeva l’attività illegale della società “Eco -Beach” come il falso in atto pubblico e la corruzione di funzionari pubblici addetti al controllo dell’attività dell’impresa.

Indagine nata dallo straripamento di un fiume

L’indagine è nata dall’ennesimo straripamento del torrente San Giovanni, a Giardini Naxos.

Nel dicembre 2018, l’impianto della società Eco beach è stato sottoposto a ispezione da parte del Noe di Catania e i militari hanno accertato che sull’alveo del corso d’acqua era stata costruita una strada che portava allo stabilimento di stoccaggio.

Grazie a ulteriori verifiche si è scoperto che l’insediamento industriale era stato realizzato in zona agricola e che non era mai stata attivata la procedura regionale per ottenere la Valutazione di Impatto Ambientale per il mutamento di destinazione urbanistica del sito.

Incenerimento illecito dei rifiuti

Nell’ambito delle indagini sono state accertate la distruzione e l’incenerimento illecito di rilevanti quantità di rifiuti e il rilascio di autorizzazioni illecite che coinvolge amministratori locali e i vertici provinciali del settore ambientale della pubblica amministrazione.

Scoperte anche discariche abusive e incenerimento di rifiuti pericolosi come materiale elettronico, fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane per un quantitativo stimato di svariate decine di migliaia di tonnellate.

Illecito profitto di milioni di euro

Tutto ciò avrebbe ha procurato agli indagati un illecito profitto di milioni di euro.

Sul fronte dei reati contro la pubblica amministrazione oltre a illeciti finalizzati al rilascio di autorizzazioni illegittime, necessarie a “coprire” le illegali operazioni di smaltimento, è contestato un episodio di corruzione di un pubblico funzionario della Citta Metropolitana di Messina, addetto al controllo. Avrebbe avuto denaro e regali in cambio di un atteggiamento “compiacente” nel corso dei controlli.

Pubblici funzionari conniventi

L’organizzazione avrebbe contato sulla connivenza di pubblici funzionari. Gli inquirenti parlano di un patto criminale tra imprenditori, soggetti legati al mondo politico e pubblici funzionari, con una precisa divisione di ruoli.

Controlli mai fatti e autorizzazioni illegittime

I proprietari della società non avevano neppure dichiarato che l’insediamento era collocato sull’argine del torrente, e che unica via di accesso all’impianto era l’alveo del torrente stesso. Di fatto la Eco-Beach avrebbe operato grazie a controlli mai fatti, autorizzazioni illegittime perché rilasciate da organismi incompetenti.

Acquisiti atti nell’Assessorato Ambiente di Palermo

Inoltre hanno acquisito a Palermo, nella sede dell’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente, retto dall’assessore Totò Cordaro, documenti per ricostruire gli iter procedimenti che hanno portato al rilascio delle autorizzazioni alla società Eco-Beach, al centro dell’inchiesta.

Rischi di inondazioni a Giardini

Secondo i militari l’occupazione del torrente comporterebbe rischi di inondazioni anche del centro abitato a valle dell’impianto perché la strada realizzata ha notevolmente ristretto la larghezza naturale del corso d’acqua, determinando difficoltà nel deflusso delle acque in caso di piogge.

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