Trapani, la Sinistra che non c’è, quella che piace al Psi di Oddo - QdS

Trapani, la Sinistra che non c’è, quella che piace al Psi di Oddo

Vito Manca

Trapani, la Sinistra che non c’è, quella che piace al Psi di Oddo

sabato 21 Gennaio 2023

Crisi profonda dopo le sconfitte elettorali a Roma e Palermo. Il vicesegretario nazionale e leader regionale del Partito socialista al QdS: "Dopo il suicidio politico, è il momento di cambiare"

TRAPANI – Tracce di sinistra? Nessuna. Poi quella che piace al vicesegretario nazionale e leader regionale del Psi Nino Oddo è ormai da archivio. Una sinistra moderata e riformista è quasi una chimera politica. Il dirigente socialista non può che prenderne atto. Non si arrende ma le condizioni attuali dell’area progressista sono difficili, quasi proibitive, per i più pessimisti, senza futuro. Oddo ripercorre le tappe della crisi che hanno colpito duramente anche il suo partito, come alle Regionali. S’interroga poi su chi ha vinto a Roma ed a Palermo e sui nuovi equilibri che si vanno definendo nei territori, a cominciare dal suo, quello trapanese che in primavera dovrà affrontare un’ampia tornata elettorale.

Alle Regionali avete dato i vostri voti al Pd che non vi ha neanche ringraziato. è stato un errore sostenere i candidati dem?
“Le Regionali sono un episodio da archiviare. Il centrosinistra siciliano deve velocemente girare pagina. Oltre agli errori nazionali si sono evidenziati  specifici  limiti del gruppo dirigente regionale del Pd che hanno portato ad un suicidio politico complessivo dal quale non sarà facile riprendersi. I socialisti sono rimasti purtroppo sotto le macerie, inopinatamente esclusi dalla competizione elettorale per la mancata presentazione della lista Chinnici. Con senso di responsabilità abbiamo comunque fatto la nostra parte sostenendo la coalizione. In tutte le province il nostro contributo è stato apprezzato, ad esclusione dell’area che sosteneva Dario Safina nel trapanese, che riteneva di essere danneggiata dalla nostra indicazione di voto a favore del capolista Domenico Venuti. Quindi, solo questioni interne correntizie che non ci riguardavano”.

Il centrosinistra non esiste più. Non c’è a Palermo, non c’è a Roma ed anche in molte realtà locali stenta ad andare avanti. Come si supera una crisi così profonda?
“Occorrerebbe una proposta forte che desse visibilmente un carattere rifondativo alla sinistra in Italia. Purtroppo il dibattito interno al Pd non va in questa direzione. Le primarie per eleggere il segretario  saranno la solita prova muscolare tra fazioni interne. Lo dimostra lo scontro sulle regole. Va detto che le altre opposizioni, Cinque Stelle e Terzo Polo, sembrano interessati alla lotta per lo scranno di miglior perdente piuttosto che a lavorare per costruire una alternativa competitiva alla destra”.

Il governo regionale sta muovendo i suoi primi passi. In continuità con l’esperienza Musumeci?
“Sì, Schifani sembra muoversi sulla falsariga del suo predecessore. Temo che questo centrodestra non sia attrezzato per mettere in campo quelle riforme strutturali delle quali ha bisogno la Sicilia. Piccolo cabotaggio e gestione del potere mi sembra lo schema che dobbiamo aspettarci”.
Lo spoil system di Schifani ha toccato la provincia di Trapani in maniera concreta. Prima con l’esclusione e poi il salvataggio del presidente dell’Airgest Salvatore Ombra, poi con l’esclusione del presidente dello Iacp Enzo Scontrino. Lo schema è ancora una volta Palermo contro Trapani?
“Questo mi convince meno. Trapani, da anni, pesa poco a livello regionale in termini politici e le scelte nel sottogoverno sono fisiologicamente consequenziali. Purtroppo la riduzione dei parlamentari ha accentuato la marginalità della nostra provincia, come la totale assenza di parlamentari nazionali dimostra”.

Convincente il progetto di privatizzare gli scali aeroportuali siciliani dopo averli accorpati?
“L’accorpamento in due poli, uno orientale e l’altro occidentale degli scali siciliani è ineludibile e risponde sia a indicazioni della Comunità Europea che alle logiche di risanamento finanziario. Che poi la Regione riesca a trovare imprenditori privati che investano in Sicilia sugli aeroporti la vedrei come una opportunità. Anche se la vedo non facile e comunque alla fine di un percorso”.

Vuole viaggiare sul Ponte di Messina? Oppure va bene così com’è?
“Il Ponte di Messina andrebbe benissimo. Ma non è una priorità in una regione nella quale per fare la tratta Messina-Trapani, in treno, occorrono 6 ore”.

Comunali 2023: 12 Comuni su 25 della provincia di Trapani andranno al voto. Il Psi ci sarà? E come?
“Il Psi ci sarà, come è ovvio. Lo sbarramento al 5%, che comunque abbiamo superato ad Erice, rende difficile andare da soli nei Comuni proporzionali. Puntiamo a confermare la nostra attuale presenza in quasi tutti i consigli comunali e possibilmente ad esprimere qualche sindaco, come Maria Basiricò a Paceco”.

La sfida delle sfide è quella di Trapani. C’è la possibilità che il Psi faccia parte della coalizione che intende proporre il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Maurizio Miceli?
“Trapani è il Comune più importante chiamato al voto in primavera. Tranchida parte favorito ed i rapporti con lui sono di fatto ostruiti dalle accuse che ci ha lanciato fino a novembre scorso alle Regionali, rei di non avere votato il suo candidato di riferimento. In questa area della provincia il Pd è Tranchida, come dimostrano le dimissioni del segretario comunale di Trapani Andrea Rallo. Tenteremo di contribuire ad uno schieramento alternativo, politicamente trasversale, capace di elaborare un progetto che rilanci la città dopo 5 anni di oscurantismo”.

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