Trapani, Toni Scilla coordinatore Forza Italia: “Al lavoro per unità” - QdS

Trapani, Toni Scilla coordinatore Forza Italia: “Al lavoro per unità”

Vito Manca

Trapani, Toni Scilla coordinatore Forza Italia: “Al lavoro per unità”

mercoledì 28 Febbraio 2024

Dopo l’elezione per acclamazione come rappresentante del partito nel trapanese, l’esponente forzista si dice pronto alla sfida delle Europee: “Sono elezioni epocali, dobbiamo restare in area moderata”

TRAPANI – Come nei matrimoni, nella buona e nella cattiva sorte. Toni Scilla è stato eletto per acclamazione coordinatore provinciale di Forza Italia e con il sigillo di Marcello Caruso che ha voluto sottolineare come “Toni c’è sempre stato. Sia nei momenti difficili, anche personali, dovuti all’esito di elezioni, sia in quelli più entusiasmanti per il nostro partito”. Applausi, ma subito pancia a terra. Perché l’8 e 9 giugno ci saranno le Europee.

Il messaggio del neo coordinatore Toni Scilla

Da qui il messaggio forte e chiaro di Scilla: “Sono elezioni epocali. Si decideranno le sorti del mondo. Dobbiamo vincere ma non con una coalizione destra-centro. Il pallino deve rimanere nell’area moderata del centrodestra. Noi faremo la nostra parte in un territorio che è stato tra i più azzurri d’Italia”. Centrodestra che tuttavia va ricostruito nel trapanese. Finora hanno avuto la meglio incomprensioni, forzature ed accelerazioni che hanno finito per indebolire una coalizione che potrebbe fare sfracelli dal punto di vista elettorale. Scilla lo sa bene e mette il suo partito al riparo da critiche: “Noi abbiamo sempre lavorato per l’unità, senza se e senza ma”. Ma a Mazara del Vallo, nella sua città, che presto andrà al voto, il coordinatore forzista ha già verificato sul campo quanto sia complicato mettere assieme tutte le anime della coalizione.

È riuscito a trovare un’intesa con Mpa, Democrazia cristiana ed Udc sulla candidata sindaca Vita Maria Ippolito, ma ha perso per strada Fratelli d’Italia e Lega. Prima di scegliere la soluzione Ippolito è stato tra i papabili. Nel nome dell’unità, di quel che ha potuto unire e contribuito ad unire, ha scelto di fare un passo indietro. Il voto mazarese continua ad essere un puzzle con troppi pezzi fuori posto. Meglio dunque rimanere al timone del partito con qualche margine di manovra in più. Scilla sa anche che per avere un ruolo di primo piano nella coalizione è necessario presentarsi al tavolo delle trattative con un partito forte.

Scilla: “Noi siamo un partito di militanti e di dirigenti”

Ecco perché al congresso l’ha sottolineato più volte: “Forza Italia non è un taxi. Chi pensa di prenderlo per interessi di parte e di scendere alla prima buona occasione può andare altrove. Noi siamo un partito di militanti e di dirigenti”. E soprattutto un partito unito: “Abbiamo una sola linea”. Puntualizzazione necessaria per stoppare sul nascere le indiscrezioni su una diarchia, peggio ancora, su una contrapposizione con il capogruppo all’Ars Stefano Pellegrino. Il confronto c’è, magari anche serrato, ma senza passare il limite che porta allo scontro. Il congresso era l’appuntamento politico per differenziarsi ed invece i forzisti hanno scelto la linea della condivisione, consegnando a Scilla una leadership solida, che Caruso ha voluto puntellare durante i lavori congressuali: “Non consentiremo a nessuno di dividerci”.

Leadership solida in un partito decisamente in salute

Parlano i numeri: 1.252 tessere. “Tutte vere – ha rimarcato Scilla -. Tessere certificate dagli organismi nazionali di partito, che pongono Forza Italia trapanese in un posizione importante nel contesto regionale”. Da Palermo, tuttavia, è arrivato uno scossone ai programmi definiti in loco e che al congresso erano stati approfonditi e sintetizzati con il dibattito sul ripristino delle Province regionali. Il nuovo appuntamento elettorale, che sembrava cosa fatta, aveva galvanizzato i berlusconiani trapanesi, pronti a lanciare nella mischia per la presidenza il loro coordinatore. L’opzione Scilla sarebbe stata al centro delle trattative con le altre forze della coalizione di centrodestra. Un cambio di programma che consentirà all’ex deputato regionale di correre da un Comune all’altro per piazzare nuove bandierine forziste in attesa di sapere come andrà a finire con gli enti di area vasta.

“Perché le sfide di buongoverno – ha ribadito più volte – si costruiscono nei territori, tra la gente, ascoltando le richieste e le esigenze dei cittadini e trasformandole in proposta politica. In questa fase possiamo sfruttare l’appartenenza politica al governo regionale ed a quello nazionale per dare risposte concrete sui temi dello sviluppo e della solidarietà sociale”. La nuova chance per Scilla è figlia della fiducia del partito ma anche di uno strappo, quello con l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Micciché. È stato un suo fedelissimo, l’ha seguito in Grande Sud, ha provato a difenderlo nella polemica interna che ha poi posto Micciché in netta minoranza, ma alla fine ha deciso di seguire un’altra strada: l’amicizia rimane, la politica è un’altra cosa.

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