Sottoporre a radioterapia con una tecnica innovativa i pazienti colpiti da leucemia prima del trapianto di midollo osseo per risparmiare il più possibile tessuti sani. E’ la tecnica analizzata da un team internazionale di ricercatori. Alla review scientifica, pubblicata su ‘The Lancet Oncology’, hanno contribuito anche due Irccs italiani: l’Humanitas di Milano e il Policlinico San Matteo di Pavia. La tecnica si chiama ‘total marrow irradiation’ e viene utilizzata nella terapia di preparazione (il cosiddetto condizionamento) di pazienti con leucemia avviati al trapianto. Colpisce il midollo, ma risparmia gli organi circostanti.
Nel 2010, in Humanitas, è stato trattato il primo paziente con total marrow irradiation con acceleratore lineare e tecnica volumetrica e -spiegano dall’Istituto – è stato “uno tra i primi casi al mondo documentati”. In campo un team multidisciplinare che include ematologi, radio-oncologi, fisici sanitari e tecnici di radiologia che hanno lavorato per implementare questa tecnica e, per i successivi 10 anni, hanno continuato a lavorarci per migliorarla.
La radioterapia è utilizzata dal secolo scorso. Con le radiazioni si va a ‘indebolire’ il sistema immunitario del ricevente per prevenire il rigetto del midollodel donatore e per eliminare le cellule neoplastiche che restano dopo i trattamenti chemioterapici nelle malattie ematologiche quali leucemie, linfomi e mielomi. Storicamente questi pazienti ricevevano un’irradiazione corporea totale che coinvolgeva sia il midollo osseo sia gli organi circostanti, causando possibili tossicità ai tessuti sani. Per questo Jeffrey Wong, professore e direttore del Dipartimento di Radioterapia al City of Hope negli Usa e primo autore dello studio, ha proposto nel 2005 la total marrow irradiation, una tecnica radioterapica che colpisce il midollo e risparmia gli organi circostanti.
