Turismo, in Sicilia le settimane “in bianco”. La destagionalizzazione resta una incompiuta - QdS

Turismo, in Sicilia le settimane “in bianco”. La destagionalizzazione resta una incompiuta

Adriano Agatino Zuccaro

Turismo, in Sicilia le settimane “in bianco”. La destagionalizzazione resta una incompiuta

mercoledì 15 Gennaio 2020

Da gennaio a marzo solo 1,2 mln di pernottamenti nell’Isola contro i 6,9 del Veneto, i 17 delle Canarie, i 2,7 di Malta. L’assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, si dice fiducioso per il futuro. Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale del Club “Borghi più belli d’Italia” due new entry in Sicilia

Un milione e 200 mila pernottamenti dal primo gennaio al 31 marzo 2018. É questa la performance che la Sicilia è riuscita ad esprimere, mentre competitor nazionali quali Veneto e Piemonte registrano rispettivamente 6,9 e 2,9 milioni di pernottamenti nello stesso periodo. L’attrazione prettamente estiva della nostra Isola si riconferma; la destagionalizzazione stenta a decollare. La “piccola” Malta e le isole Canarie non arrestano l’ascesa con numeri da capogiro. L’assessore al Turismo, Manlio Messina, e il coordinatore regionale del Club “I borghi più belli d’Italia” analizzano i numeri invernali e svelano le mosse del 2020 per risalire la china in un mercato turistico sempre più competitivo e in continua evoluzione.

Le Isole Canarie nel primo trimestre del 2018 hanno totalizzato 17 milioni di pernottamenti di cui 15,6 di soli stranieri; la Sicilia in tutto il 2018, tra italiani e stranieri, ne ha registrati 15,2 milioni e appena 1,2 milioni nel trimestre considerato.

Il QdS lo ha ribadito più volte e i numeri sono sotto gli occhi di tutti: i flussi turistici della nostra regione continuano a risentire di una spiccata stagionalità e il mare continua ad essere l’attrattiva più forte. Eppure la Sicilia è anche montagna (Etna e Madonie, non hanno nulla da invidiare ad altre cime italiane che attraggono migliaia di visitatori da ogni parte del mondo).

Ma sul fronte delle piste da sci sull’Etna e sulle Madonie giungono altri campanelli d’allarme. La settimana in corso su Etna Nord ed Etna Sud ha visto “sventolare” online il seguente avviso: “Sciovie chiuse per innevamento insufficiente. Possibile fare sci alpinismo oltre i 1800 metri”. Assenza di neve anche a Natale per gli operatori di Piano Provenzana, la stazione turistica in territorio di Linguaglossa.

La stagione sciistica è in una fase avanzata ma solo ieri è stata assegnata la manutenzione e gestione delle piste di Piano Battaglia, sulle Madonie. Per due volte la gara era andata deserta. Ora è stata sbloccata con l’aggiudicazione alla “Impianti e Asfalti srl”. La ditta gestirà il servizio annuale per la gestione delle piste da discesa, dei sentieri di collegamento e dei sentieri naturalistici della Mufara. Gli impianti sono gestiti invece dalla Piano Battaglia srl, che chiedeva l’accorpamento dei servizi. La città metropolitana di Palermo li ha invece divisi richiamandosi alle norme comunitarie. La mancata utilizzazione della struttura aveva suscitato le proteste degli operatori nei giorni scorsi.

Nel corso di una nostra precedente inchiesta sul tema, Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Catania e amministratore delegato della Sac, aveva parlato di un periodo di alta stagione con “spalle allargate” volendo intendere che tale lasso di tempo nell’Isola è molto più lungo rispetto a qualche anno fa. Ciò nonostante per la fetta che attiene i flussi turistici nel mesi più freddi si segnalano incrementi molto lenti: il primo trimestre del 2017 nell’Isola aveva fatto registrare 1,1 milioni di pernottamenti; 1,2 milioni i pernottamenti dello stesso periodo del 2018.

Un altro dato interessante da cui ripartire, fornito dall’Istat, riguarda le prenotazioni dei viaggi negli esercizi ricettivi: il 70% avviene via internet. L’incidenza è maggiore nel caso di quelli per vacanza (72,7%). Le prenotazioni dirette aumentano per le vacanze (+14,3% rispetto al 2017) e soprattutto per i viaggi di lavoro (+42,3%). Le partenze effettuate senza prenotare l’alloggio (circa il 14,0%) aumentano invece del 22,2% rispetto al 2017 e riguardano nel 2018 circa il 13,0% delle vacanze e più di un viaggio di lavoro su cinque. Si prenota tramite agenzie, includendo anche quelle online, il 12,8% dei viaggi (+15,1% rispetto al 2017).

I numeri ci dicono che diventa fondamentale mettere in campo una vetrina turistica online snella, intuitiva, ad ampio spettro e soprattutto che “sappia parlare” tante lingue. “Visit Sicily” il sito ufficiale di promozione turistica della regione siciliana continua a fornire solo l’opzione “italiano” e “inglese” mentre competitor nazionali ed internazionali offrono fino a sette lingue. L’interfaccia in inglese, inoltre, mostra contenuti ridotti o diversamente collocati: scompare dalla home page “Il tuo Natale in Sicilia” selezionando la lingua straniera, ad esempio. Il Veneto mette a disposizione dell’internauta sei lingue e un’interfaccia completa e intuitiva anche in termini di programmazione. Le eccezioni, naturalmente, ci sono anche nella nostra Isola con Taormina che fa boom di presenze straniere: l’83,5% del totale.

Al tema della visibilità e della programmazione dovrebbe fare da altare una rete d’infrastrutture solida che nell’Isola è da sempre latitante e che penalizza gli spostamenti.

Una corsa in salita attende gli addetti ai lavori che dovranno necessariamente puntare ad un 2020 all’insegna della destagionalizzazione in ambito turistico.


L’assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, si dice fiducioso per il futuro

manlio messinaLa Sicilia, secondo i dati dell’Osservatorio regionale, nel primo trimestre del 2018 ha registrato 1,2 milioni di pernottamenti, 15,2 quelli totalizzati in un anno. Come giudica tale performance? L’Isola è ancora una meta prettamente estiva?
“La nostra regione, per le sue caratteristiche geografiche e climatiche, è da sempre una meta prettamente estiva e primaverile. Il nostro compito è quello di estendere agli altri mesi, in particolare a quelli autunnali ed invernali, il desiderio di visitare la Sicilia e perciò dobbiamo essere attrattivi anche nella bassa stagione. Mi piace ricordare che la Sicilia è stata la regione più richiesta dai viaggiatori italiani per il turismo enogastronomico, secondo il rapporto presentato alla Bit di Milano nel 2019. I nostri prodotti di eccellenza sono tanti. La Sicilia è la quarta regione italiana per numero di prodotti agroalimentari certificati, ma è anche la terza per numero di aziende agricole con vite e per numero di frantoi. Penso che non mancano i motivi per visitare la nostra Isola”.

In merito alla programmazione degli eventi, quali sono i successi da evidenziare nel periodo natalizio? Cosa c’è da aspettarsi nei prossimi mesi?
“Grazie al bando sulla destagionalizzazione, in queste festività, abbiamo sostenuto la realizzazione di oltre 500 eventi, per un totale di poco più di 2 milioni di euro, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e monumentale siciliano attraverso co-produzioni artistiche e spettacolari che si sono svolti in luoghi di particolare interesse monumentale come chiese, alcune delle quali spesso non sempre aperte alle visite, centri storici, aree archeologiche. Le attività sono state finanziate con i fondi della legge regionale 16 del 2017 che ha previsto, per gli anni 2018 e 2019, interventi in favore di fondazioni, enti lirici e sinfonici, teatri stabili, teatri comunali ed associazione culturali. Abbiamo puntato sulla qualità evitando assolutamente di dare risorse a pioggia. Stiamo lavorando a due grandi manifestazioni sulle quali puntiamo molto per il 2020 il Sicilia Jazz Festival di giugno e le celebrazioni belliniane di settembre”.

L’idea di un circuito dei borghi sta prendendo forma?
“La valorizzazione dei borghi è tra le priorità del nostro governo regionale. Abbiamo realizzato una pubblicazione dedicata ai borghi, con singole monografie sui borghi siciliani; pubblicazioni distribuite nel corso delle fiere turistiche, nelle ambasciate e nei consolati. I borghi sono luoghi meravigliosi, il più delle volte poco conosciuti se non a coloro che li hanno vicini, e meritano di essere valorizzati non soltanto in chiave culturale ma soprattutto in funzione turistica. L’assessorato regionale al Turismo non può che essere felice di poter contribuire alla visibilità di questi luoghi magici che spesso non rientrano tra le tappe del turismo classico. Abbiamo portato alla Bte di Bagheria, lo scorso novembre, i borghi siciliani a dimostrazione del supporto concreto che intendiamo offrire per accendere i riflettori. Sicuramente si possono mettere in cantiere iniziative per fare in modo che gli stranieri, ma direi anche i turisti italiani, possano visitare i nostri borghi più belli anche nei mesi più freddi”.


Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale del Club “Borghi più belli d’Italia” due new entry in Sicilia

Salvatore-Bartolotta

Com’è andato e come andrà il flusso di turisti nei mesi invernali nei borghi siciliani?
“Purtroppo il turismo siciliano registra ancora i suoi picchi nei mesi estivi e così è anche per i borghi nonostante ci siano delle realtà come ad esempio Cefalù e Gangi che registrano buone performance tutto l’anno.
Di fronte ad un aumento delle presenze del 7,2% nel 2019 sul 2018 stimato dalla regione in tutta l’Isola, nei borghi l’aumento sarebbe addirittura del 12,5% grazie anche al turismo delle radici e al turismo di ritorno. Non bisogna poi dimenticare che, secondo alcuni studi, solo una casa vacanza su quattro in Sicilia dichiara regolarmente le presenze”.

Quali sono stati gli eventi più importanti messi in campo dai borghi nel periodo natalizio?
“I presepi viventi di Gangi, di Sutera, di Montalbano Elicona, Savoca e Petralia hanno riscosso un buon successo e a Novara di Sicilia abbiamo ripristinato un mulino adibito a casa di Babbo Natale. Nei prossimi mesi ci sono eventi legati alla festività di San Giuseppe e tante altre manifestazioni che non sempre riescono ad avere il successo che meritano”.

L’idea di un circuito dei borghi sta prendendo forma? Potrebbe essere una strada da intraprendere per aumentare il flusso turistico nei mesi invernali?
“Sì e le istituzioni regionali iniziano a crederci. La Sicilia da due anni eroga 2 milioni di euro ai Borghi più belli in Sicilia e quest’anno abbiamo partecipato alla Bte (Borsa del turismo extra-alberghiero).
Abbiamo ottenuto un finanziamento per portare giornalisti da tutto il mondo sulle Madonie e per far conoscere i nostri tesori. Aumentano inoltre a dismisura le richieste dei piccoli Comuni isolani per entrare nel circuito dei Borghi più belli: le new entry sono Troina e Militello Val di Catania poiché sito Unesco. Il Club adesso conta 21 borghi nell’Isola”.

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