Un uomo che legge ne vale due - QdS

Un uomo che legge ne vale due

Carlo Alberto Tregua

Un uomo che legge ne vale due

giovedì 25 Febbraio 2021

Etica&Valori

Chi non legge vive solo la propria vita, chi legge ne vive moltissime. è un vecchio detto che dovrebbe fare riflettere sull’opportunità di aumentare continuamente la propria conoscenza, senza limiti, senza comparti, senza discriminazioni.
Ovviamente, per conoscere di più bisogna impegnarsi e leggere continuamente, preferibilmente su carta anziché sullo schermo, perché quest’ultimo alla lunga danneggia la vista, in quanto su di esso non si possono fare sottolineature, perché è difficile prendere appunti come sarebbe buona abitudine fare leggendo libri di carta.
Chi legge un libro nutre la mente. E sì, perché se il nostro corpo ha bisogno di cibo materiale, la nostra mente ha bisogno del sapere, per ottenere il quale è necessario nutrirsi.
Aumentare la propria conoscenza, paradossalmente, fa aumentare la consapevolezza della nostra immensa ignoranza, perché scopre orizzonti inimmaginabili e fa intravedere cose di cui non supponevamo l’esistenza.

Un uomo che legge ne vale due. Perché? Perché allarga la propria mente, allunga gli orizzonti, collega fatti odierni e storici, mette insieme conoscenze delle più diverse materie: dalla matematica alla geografia, dalla storia alla letteratura, dalla filosofia alla fisica e via enumerando.
Non tutti si rendono conto della necessità di cibare la propria mente con le letture, ripetiamo, possibilmente su carta. Anzi, è la maggioranza che non se ne rende conto, la quale però è assatanata di notizie-spazzatura che riempiono i siti di tutto il mondo. Noi stessi lo constatiamo nel nostro sito, (Qds.it) ove la maggioranza delle pagine viste (milioni) riguarda notizie trash.
Leggere molto non significa diventare colti, perché per diventarlo bisogna avere la capacità e il metodo di collegare fra esse le informazioni che si assumono costantemente. Chi va continuamente su Google o su Wikipedia e assume le nozioni, non diventa colto, proprio perché esse, in quanto tali, non fanno aumentare la nostra conoscenza, ma sono punti scollegati che non rappresentano la retta.
Dunque, la nostra conoscenza aumenta se abbiamo metodo e ordine nel mettere insieme tutto quello che via via apprendiamo.
Essere colti non significa ricordare tutte le nozioni che si sono lette, bensì sapere dove esse si trovano e come cercarle. Ciò accade solo se la nostra mente è come una spugna, che si impregna di ciò che si viene a sapere continuamente, possibilmente leggendo, ma soprattutto osservando quello che accade, comprendendone il significato e agendo di conseguenza.
Questo meccanismo non è comune, perché spesso chi osserva non fa alcuna riflessione successiva, per cui il fatto che ha notato passa senza lasciar traccia e, inevitabilmente, si dimentica.
Bisogna avere la consapevolezza dell’esistenza del creato e di come ognuno di noi, goccia del mare, può fare qualcosa per contribuire a mantenere le onde calme; non può certo contrastare la natura, che è molto più forte e agisce con grande determinazione, senza che noi, spesso, possiamo farci alcunché.
Ovviamente ci riferiamo a tutti quei fenomeni che avvengono, come i bradisismi, i terremoti, le eruzioni, le collusioni fra continenti, le maree e via enumerando.

L’uomo colto è colui che sa trovare il bello nelle cose belle. Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace, si usa dire. Infatti, per esempio, i canoni della bellezza greca sono profondamente diversi da quelli attuali. Ciò non toglie che esista un Bello oggettivo che dura nei secoli. Ed è proprio questa la prova: la durata nei secoli.
Pian piano, leggendo almeno un libro al mese e due o tre quotidiani al giorno, tutti i giorni, ci forniamo una sorta di gusto delle cose che via via apprendiamo e quindi riusciamo a formarci la capacità di apprezzare quelle virtuose, i fatti positivi e, per contro, siamo in condizione di capire quelli negativi, che non funzionano o che sono deprecabili.
La lettura è anche il nostro ascensore sociale. Si dice che chi più sa, più vale. Oggi più che mai le competenze sono un requisito essenziale per entrare nel mondo del lavoro.
In un film un tizio diceva: “Non trovo lavoro perché non so fare nulla”. Una santa verità che deve indurci a sapere il più possibile, non solo per trovare lavoro (che si trova), ma per gustare il Bello che c’è intorno a noi.

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