Vincenzo Bocciarelli: "Sicilia forza linfatica teatrale profonda" - QdS

Vincenzo Bocciarelli: “Sicilia forza linfatica teatrale profonda”

Antonino Lo Re

Vincenzo Bocciarelli: “Sicilia forza linfatica teatrale profonda”

lunedì 23 Agosto 2021

Intervista di QdS.it all'attore e artista Vincenzo Bocciarelli che farà nell'Isola le prove di "Senza Limite" il 24 agosto a Naro nel Castello dei Chiaramonte e il 25 agosto ad Agrigento

Quando lo contatto, Vincenzo Bocciarelli è arrivato da qualche ora in Sicilia. Emozionato, entusiasta e con un’energia dirompente, l’attore toscano non vede l’ora di raggiungere la Valle dei Templi per fare le prove di “Senza Limite”, che andrà in scena in prima nazionale il 24 agosto a Naro nel Castello dei Chiaramonte e il 25 agosto ad Agrigento, nella Valle dei Templi.

Per me è davvero una grande emozione tornare a recitare in Sicilia – dichiara Vincenzo Bocciarelli, proponendo di darci del tu – da dove ho tratto forza e ispirazione agli inizi della mia carriera, quando accanto a grandi nomi del teatro come Valeria Moriconi, Giorgio Albertazzi, Irene Papas, Roberto Herlizkca, Riccardo Garrone, solo per citarne alcuni, ho condiviso i più importanti teatri di questa terra come il Teatro Antico di Taormina e il Teatro Greco di Siracusa. Ma anche Tindari e Segesta. Mi mancava la Valle dei Templi di Agrigento, dove non vedo l’ora di debuttare”.

“Senza Limite”, di cui i testi e le musiche originali sono di Serenella Bianchini, è un percorso evocativo che trasforma il momento di crisi dal quale tutti proviamo a uscire, dopo oltre un anno di restrizioni e sofferenze, in una grande opportunità per crescere e dimenticare i nostri freni mentali.

Sul palco, oltre Vincenzo Bocciarelli e Serenella Bianchini, ci sarà l’esibizione dell’ensemble “Notevoli Note” diretta da Paolo Padalino e composta da Sabrina Ciliberto (pianoforte), Mauro Patti (percussioni) e Stefan Mircea Cutean (flauto). Le voci liriche saranno quelle di Diana Vassallo (soprano) e Christian Chiapperini (baritono).

Cosa
è per te “Senza limite”?

“Un punto di arrivo e di partenza, qui dove è iniziato il mio percorso di attore. È il mio riaffacciarsi allo spettacolo dal vivo dopo un periodo di grande complicazione per noi attori. Il primo battesimo l’ho avuto nei teatri della Sicilia dove ho recitato negli anni. Questo ritornare con “Senza limite” si traduce anche in un gioco spazio – temporale ossia in uno sconfinamento tra musica e parola che si fondono tra loro. Considero questo debutto un premio perchè posso calpestare e respirare l’aria della Valle dei Templi. Per questo sono molto grato a Serenella Bianchini che mi ha voluto protagonista di questo spettacolo”.

“Senza
limite” nasce da un’idea di Serenella Bianchini. Qual è il vostro rapporto?

“Serenella Bianchini lavora a questo progetto da tantissimi anni. Quando mi fece ascoltare l’opera, sono rimasto folgorato da quello che lei ha creato. Cercava da tempo un interprete che potesse sviluppare il progetto così da poter debuttare teatralmente. Dal momento in cui è avvenuto il nostro incontro, c’è stata un’affinità elettiva tra noi. Anche durante le prove, è come se traducessi la sua idea embrionale. Ci compensiamo. È un incontro felice: uno stato di grazia creativo molto bello”.

A
chi dedichi questo spettacolo?

“Oltre al mio Maestro Giorgio Strehler, dedico questo spettacolo a Franco Battiato e a Giuni Russo. Quando sono arrivato in Sicilia e ho visto dall’alto l’Etna, ho pensato fortemente a Franco Battiato e a quanto ha dato all’arte. Giuni Russo, artista palermitana, anche lei ci ha lasciato anni fa ma una bravura inestimabile. Due talenti dell’arte siciliana che rappresentano in toto l’estro siciliano che ha origini antichissime. In più, con Serenella volevamo dedicare lo spettacolo a tutte le persone che ci hanno lasciato vittime del Covid”.

La Sicilia accoglie il debutto di “Senza limite”. Cosa della Sicilia arricchisce il tuo bagaglio d’attore?

“Quando lascio la Sicilia, continuo a portarla dentro di me. Mi mancava perchè era da un bel po’ che non tornavo. Durante la mia carriera, quando avevo bisogno di ricaricarmi di energia, mi sono ritrovato sempre qua. Nulla avviene per caso. Per me è una forza linfatica teatrale profonda”.

È
la prima volta su un palco dopo lo stop dovuto alla pandemia. Come ti stai
preparando emotivamente a questo debutto?

“Sono molto emozionato. Anche fisicamente ci vuole un allenamento. Vengo dal teatro in casa, la presentazione del libro e la conduzione tra spettacoli e radio che è stata il filo rosso di quest’anno. Ho sospeso momentaneamente il teatro, scoprendo la conduzione che mi piace perchè è un contatto diretto con il pubblico senza la maschera del personaggio. Ho anche preso parte a ‘Lockdown love’, lo shortmovie di Anna Marcello che ha già ricevuto gratificazioni e attenzione a livello internazionale. Per me il 2020 doveva presentare il ritorno al grande teatro con l’Amleto, ma è stato annullato. Ripartire con il teatro proprio dalla Valle dei Templi è significativo”.

Per
alcuni la pandemia è stata un momento di stasi, per lei no. Nei giorni di
lockdown hai realizzato il “Bocciarelli Home Theatre” e ha scritto “Sulle ali
dell’arte”. Dove si trovano le forze e le energie in un momento storicamente
inedito per il mondo?

“Non ho voluto darla vinta al Covid, anche perchè non oso pensare come avrei vissuto da solo nella mia casa a Roma senza l’aiuto del teatro e senza il rapporto con il mio pubblico. Non sono solo stato utile a tanti che ho consolato, ma per me è stata una medicina e un balsamo per il mio cuore”.

Giocando
con il titolo dello spettacolo: qual è il più grande limite che hai superato
per svolgere il mestiere dell’attore?

“Tutte le volte mi sento sempre come se fossi all’inizio e dovessi ripartire da zero. Poi dopo cerco quella sicurezza in me. Siamo in un mondo dove le difficoltà e gli ostacoli sono tanti: il pregiudizio, la critica facile. Non si è spesso agevolati, anche perchè per essere liberi e per poter raggiungere un pubblico libero si deve riuscire ad uscire da certi schemi. Io sono un’anima libera dai compromessi come libero è il mio pubblico, ma questa libertà ha uno scotto. Il limite che tutte le volte che cerco di superare è quello di volare libero, come ci ha insegnato Battiato con la sua poetica”.

Ci
sono ancora dei limiti che hai?

“I miei fans mi definiscono acrobata dell’anima. Io sono un Orlando furioso. Mi lancio su tutto. Il limite potrebbe essere che il tempo passa e ho paura che potrei perdere quella atleticità, cioè non avere più quella forza e quella elasticità fisica. Per un attore essere in salute è importante proprio perchè è un mestiere che ti prende tutto: voce e anima, ma anche corpo”.

Nel
tuo percorso hai avuto l’opportunità di imparare e di lavorare con Giorgio
Strehler, Giorgio Albertazzi e Glauco Mauri. Quali sono i loro insegnamenti di
cui fai tesoro ogni volta che sali su un palco?

“L’insegnamento di Strehler è di trasformare un ostacolo in qualcosa di produttivo e creativo. Se accade qualcosa di accidentale o di imprevisto, sfruttarlo a tuo vantaggio. Glauco Mauri mi ha insegnato a mettere il cuore nella battuta, nella parola e nel significato. Di Albertazzi faccio tesoro della capacità di sapersi districare tra progetti per il teatro, quelli per il cinema e quelli per la tv”.

In
ogni progetto che affronti, cosa non deve mai mancare nella tua valigia
d’attore?

“Non devono mai mancare la pazienza, la voglia di mettersi in discussione ossia avere una visione prismatica delle cose che ti prepara a ribaltare tutto da un momento all’altro, e poi l’amore per il pubblico che deve riuscire a star meglio grazie a te”.

Trent’anni
di carriera, ma c’è qualcosa che vorresti ancora fare?

“Mi piacerebbe debuttare come regista cinematografico”.

Cosa
c’è in agenda per i prossimi mesi?

“Tornando a Roma, il 18 settembre presenterò per la seconda volta il Concorso internazionale di musica sacra. L’11 settembre mi sarà dato un riconoscimento. In più: il ritorno al mio programma radiofonico e anche sul set con un film diretto da Frosini e basato sul libro di Barbara Fabbroni”.

Sandy Sciuto

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