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Violenza sulle donne, la nostra società intossicata dal patriarcato: la cura è il cambiamento culturale

Ivana Zimbone

Violenza sulle donne, la nostra società intossicata dal patriarcato: la cura è il cambiamento culturale

sabato 25 Novembre 2023

Marisa Scavo, procuratrice aggiunta del Tribunale di Catania: “Non sempre gli uomini violenti sono affetti da disturbi di personalità. La violenza è un comportamento, non una malattia, e come tale può essere rivisto”

L’elenco delle donne morte nel 2023 è drammaticamente lungo e conta già 104 vittime di femminicidio, transicidio e suicidio indotto.
A queste si aggiungono almeno altri 15 tentati femminicidi e altre 6 persone coinvolte e uccise perché presenti al momento dell’aggressione. Questa la fotografia che si ottiene incrociando i dati di Openpolis con quelli dell’Osservatorio del movimento femminista Non Una Di Meno – visto che ancora non esiste un osservatorio nazionale istituzionale – che però non include alcuni dei casi sospetti, come quello di Patrizia Nettis consumatosi a Fasano, in Puglia, la scorsa estate.

Le statistiche confermano che il luogo più pericoloso per le donne sia lo stesso in cui il patriarcato le vuole relegare in via esclusiva: la famiglia. Se il cambiamento culturale è responsabilità di tutti, lo Stato ha la responsabilità di intervenire prontamente per individuare i casi di violenza e salvaguardare la sicurezza e la salute di chi la subisce.

La procuratrice aggiunta del Tribunale di Catania, Marisa Scavo, in un’intervista al Quotidiano di Sicilia racconta le novità normative in materia e le difficoltà che le stesse istituzioni ogni giorno incontrano per contrastare i reati di genere.

Il nuovo Ddl contro la violenza di genere e l’attività di prevenzione

Dottoressa Scavo, il Legislatore interviene continuamente per arginare il fenomeno che, però, non sembra in via di contenimento. Cosa si può fare per migliorare ancora, dal punto di vista normativo? Quali modifiche sono state apportate dall’ultimo ddl?

“La normativa che abbiamo in Italia è abbastanza adeguata ed è stata ulteriormente rafforzata con la recente approvazione, avvenuta senza modifiche il 22 novembre 2023 da parte del Senato del disegno di legge governativo già approvato dalla Camera il 26 ottobre 2023. Tra le principali misure introdotte va ricordato il rafforzamento dell’istituto dell’ammonimento ora previsto non soltanto per il delitto di stalking di cui all’art. 612 bis, ma anche per il delitto di cui all’art. 612 ter c.p. (diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti) oltre che per i delitti di violenza domestica. Viene estesa anche la definizione dei reati di ‘violenza domestica’, includendovi quelli commessi in presenza di minori, la c.d. ‘violenza assistita’. Inoltre si prevede l’allargamento della pletora dei reati per i quali si possono richiedere le misure di prevenzione della sorveglianza speciale includendovi non solo i soggetti indiziati dei reati di maltrattamenti e di stalking, pure quelli indiziati dei delitti di omicidio, anche in forma tentata, e del delitto di deformazione dell’aspetto (art. 583 quinquies c.p.) e del delitto di violenza sessuale (art. 609 bis c.p.).

Quali altre novità di particolare rilievo?

“Altra importante novità è l’arresto in flagranza differita che già da tempo, in occasione delle audizioni istituzionali, avevo più volte sollecitato. Tale nuovo istituto previsto dall’art. 382 bis c.p.p. di nuova introduzione consente l’arresto, da parte della polizia giudiziaria, entro 48 ore dal fatto, del soggetto indiziato dei delitti di 387 bis c.p.p. (violazione del provvedimento di allontanamento o del divieto di avvicinamento) di maltrattamenti in famiglia e di atti persecutori qualora sulla base di documentazione video-fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto. Sono inoltre previsti tempi stringenti per l’adozione delle misure cautelari. È anche previsto che, a seguito della denuncia o querela per fatti di violenza di genere e violenza domestica, l’organo di polizia che riceve la denuncia ne dia comunicazione al prefetto per attivare misure di vigilanza dinamica a tutela della persona offesa, da sottoporre a revisione trimestrale”.

La violenza di genere ha radici socio-culturali e non può essere fermata facendo ricorso esclusivamente alla giustizia. Con quali strumenti possiamo prevenirla?

“La prevenzione si basa soprattutto sul cambiamento culturale. Bisogna andare nelle scuole per far comprendere come vanno vissute le relazioni affettive, ovvero con rispetto dell’altro. Bisogna spiegare ai ragazzi che le donne non sono degli oggetti di proprietà e che, quando interrompono una relazione, vanno rispettate nella loro volontà; alle ragazze, invece, va insegnato come riconoscere i campanelli d’allarme di una relazione malata, individuandoli per esempio nel controllo, nel possesso, nella comunicazione tossica, nella denigrazione, nella gelosia. Nessuna donna può o deve fare da crocerossina, pensando o sperando di poter cambiare un uomo violento. Poi occorre aiutare i genitori a educare i propri figli nello stesso senso”.

I dati su denunce e misure cautelari richieste a Catania

Nella sua lotta quotidiana contro la violenza di genere, quali sono le difficoltà che incontra con maggiore frequenza?

“Le difficoltà che incontro riguardano principalmente la mancata emancipazione delle donne. Molto spesso la mancanza di un’autonomia economica da parte della vittima induce la stessa a tornare con il compagno violento, soprattutto in presenza di figli. A questo proposito è importantissimo fare un lavoro di rete, attivando gli assistenti sociali e i centri antiviolenza per tempo, affinché la donna non faccia nessun passo indietro.

Come vi attivate di fronte ad una denuncia?

“A Catania rispondiamo rapidamente alle denunce; nei casi più gravi non indugiamo a richiedere le misure cautelari più adeguate al caso concreto: dall’inizio del 2023 e fino al 20 novembre 203 ne abbiamo richieste ben 292. Sono certa che un numero così elevato abbia potuto salvare diverse donne evitando il peggio. Purtroppo conosciamo il numero inquietante delle vittime, ma non conosciamo il numero delle donne che riusciamo a salvare e a mettere in sicurezza. Un’altra emergenza nell’emergenza, infine, è quella dei genitori che subiscono violenza dai figli drogati, alcolizzati o affetti da patologie psichiatriche. In questi casi i genitori fanno la denuncia, ma poi la ritirano perché chiedono ovviamente che il figlio venga curato”.

Quante denunce per reati di genere (violenza privata, stalking, maltrattamenti in famiglia, etc) sono state presentate nel 2023 a Catania? Quante di queste hanno effettivamente avuto seguito e quante, invece, sono state archiviate?

“I dati statistici dell’ufficio dal 1 gennaio 2023 al 20.11.2023 registrano una sopravvenienza di 737 denunce per art. 572 c.p. (a fronte delle quali sono state formulate n. 282 di richieste di archiviazione); di n. 394 denunce – querele per art. 612 bis c.p. (a fronte delle quali sono state formulate n. 135 di richieste di archiviazione); di n. 414 denunce – querele per lesioni volontarie aggravate (a fronte delle quali sono state formulate n. 120 richieste di archiviazione). Il totale delle misure cautelari richieste ammonta, come sopra indicato, a 292”.

Gli uomini che commettono reati di genere sono, per lo più, violenti esclusivamente nei confronti della propria partner o ex partner. Ma quanto influisce in sede processuale la credenza diffusa che siano in qualche misura soggetti affetti da malattie mentali?

“Non sempre gli uomini violenti sono affetti da disturbi di personalità, molte volte si tratta semplicemente di soggetti che ricorrono alla violenza. La violenza è un comportamento, non una malattia, e come tale può essere rivisto”.

C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere oggi, in questa particolare giornata?

“Sì, un invito agli uomini violenti di sottoporsi a programmi di recupero individualizzati, per essere aiutati a uscire fuori dai circuiti di violenza. Se gli uomini cominciassero a comprendere davvero la possibilità di fare una vita diversa, forse qualche risultato si potrebbe ottenere”.

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